Vol.XXXVII, Suppl. 1 - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia
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s48<br />
<strong>di</strong> laboratorio hanno documentato una riduzione della<br />
produzione <strong>di</strong> detriti dal 94% al 43% in simulatori <strong>di</strong> ATG<br />
usando PE reticolato vs. PE standard 23-25 (Fig. 2).<br />
Uno stu<strong>di</strong>o clinico del 2008, <strong>di</strong> tipo retrospettivo comparativo,<br />
ha confrontato 100 ATG con PE reticolare vs. 100<br />
ATG con PE standard con un follow-up me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 69 mesi,<br />
ed ha <strong>di</strong>mostrato come nel gruppo standard l’osteolisi e<br />
la mobilizzazione (20 e 4 rispettivamente) sia stata molto<br />
più alta che nel gruppo reticolato (2 casi <strong>di</strong> osteolisi,<br />
nessuna mobilizzazione). Questo lavoro 26 quin<strong>di</strong> ha contribuito<br />
a <strong>di</strong>ssipare alcuni dubbi sull’uso del PE reticolato<br />
anche nelle ATG.<br />
Un altro stu<strong>di</strong>o in vivo ha esaminato il liquido sinoviale<br />
proveniente da ATG ad un anno dal loro impianto,<br />
confrontando 4 casi con inserto in polietilene altamente<br />
reticolato (HXLPE) con 3 con inserto standard (le altre<br />
componenti erano identiche in tutti i 7 casi). L’analisi del<br />
liquido sinoviale, ha documentato come nel gruppo HXL-<br />
PE si ritrovino una quantità minore <strong>di</strong> detriti che inoltre<br />
risultano essere <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni minori e <strong>di</strong> forma più regolare,<br />
rispetto al gruppo standard 27 .<br />
Tuttavia gli stu<strong>di</strong> clinici su questo argomento sono ancora<br />
pochi, soprattutto rispetto a quelli relativi alle ATA, tanto<br />
che l’uso del HXLPE nella ATG è ad oggi ancora <strong>di</strong>battuto.<br />
Una review appena pubblicata suggerisce infatti <strong>di</strong> avere<br />
molta cautela nell’impiego <strong>di</strong> questi nuovi inserti 32 .<br />
insErti “aLL-poLy”<br />
Il polietilene nelle ATG non viene utilizzato solo come<br />
inserto modulare, ma anche come componente tibiale<br />
monoblocco, cementata <strong>di</strong>rettamente sull’osso spugnoso<br />
tibiale. Tale scelta può essere un’opzione oppure una scel-<br />
fig. 2. Aspetto al microscopio a scansione del UHMWPE<br />
altamente reticolato.<br />
a. Masini, g.E. BELLina<br />
ta obbligata nei pazienti affetti da allergie e/o intolleranze<br />
agli ioni metallici.<br />
Gli stu<strong>di</strong> comparativi tra queste due soluzioni protesiche,<br />
peraltro anch’essi in numero esiguo, non hanno riportato<br />
una superiorità <strong>di</strong> una rispetto all’altra, salvo che per il<br />
costo economico 28 29 .<br />
ruoLo dEL dEsign<br />
Il design dell’inserto è considerato, infi ne, un punto cruciale<br />
per il raggiungimento del risultato clinico a <strong>di</strong>stanza.<br />
In questo ambito va menzionato l’uso da parte <strong>di</strong><br />
molti Autori del cosiddetto “Alta fl essione (high-fl exion)”<br />
PE, che risulta effi cace nel mantenere o migliorare la fl essione<br />
del ginocchio, soprattutto nei pazienti con un buon<br />
grado <strong>di</strong> articolarità preoperatoria. Tale design, tuttavia,<br />
prevede necessariamente un impianto <strong>di</strong> tipo postero-stabilizzato,<br />
con maggior sacrifi cio osseo e legamentoso,<br />
ma anche una maggiore usura data da una cinematica<br />
notevolmente <strong>di</strong>versa, visto il <strong>di</strong>verso raggio <strong>di</strong> curvatura<br />
del PE 30 31 35 . Sono inoltre presenti in commercio inserti<br />
con design a pivot me<strong>di</strong>ale, progettati anch’essi con il<br />
fi ne <strong>di</strong> riprodurre meglio la cinematica ed aumentare la<br />
fl essione del ginocchio protesizzato.<br />
Le ATG a piatto mobile possono ridurre l’usura del PE, poiché<br />
aumentano la congruenza tra le componenti durante<br />
il movimento e riducono quin<strong>di</strong> le aree <strong>di</strong> stress del PE e<br />
il suo slaminamento da forze <strong>di</strong> taglio. Stu<strong>di</strong> cinematici<br />
in vivo hanno <strong>di</strong>mostrato un auto-allineamento tra inserto<br />
e componente femorale con un conseguente riduzione<br />
dell’usura del PE 36 .<br />
Tuttavia, ad oggi, nessun design è in grado <strong>di</strong> ripristinare<br />
la fi siologica cinematica articolare del ginocchio. Per<br />
questo motivo, gli sforzi per realizzare inserti con geometrie<br />
sempre più complesse sono in costante aumento.<br />
concLusionE<br />
A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi decenni dalla sua introduzione,<br />
l’UHMWPE rimane ancora oggi un argomento <strong>di</strong> estremo<br />
interesse e <strong>di</strong> grande attualità per la chirurgia protesica <strong>di</strong><br />
ginocchio e per la bio-ingegneria ad essa correlata. Sono<br />
stati indubbiamente compiuti notevoli passi avanti nella<br />
tecnologia <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> questo biomateriale, che presenta<br />
attualmente delle caratteristiche tribologiche e meccaniche<br />
<strong>di</strong> gran lunga migliori rispetto al polietilene “storico”.<br />
Sono stati poi chiariti i meccanismi <strong>di</strong> produzione<br />
dei detriti e le reazioni biologiche che essi generano, facendo<br />
comprendere meglio i fenomeni che dall’usura dei<br />
materiali portano fi no alle mobilizzazioni degli impianti.<br />
Tuttavia rimangono ancora ampi spazi per la ricerca <strong>di</strong><br />
base e la bioingegneria sia per ulteriori miglioramenti delle<br />
caratteristiche dell’UHMWPE e del suo design, sia per<br />
la possibilità <strong>di</strong> avere a <strong>di</strong>sposizione materiali ceramici in<br />
sua sostituzione nei pazienti più giovani e attivi.