Vol.XXXVII, Suppl. 1 - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia
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s174<br />
citi autologhi e trapianto <strong>di</strong> cellule mesenchimali <strong>di</strong> derivazione<br />
ossea). Le tecniche rigenerative, inizialmente con il<br />
trapianto <strong>di</strong> condrociti autologhi (TCA) e recentemente con<br />
il trapianto <strong>di</strong> cellule mononucleate midollari (TCMM) hanno<br />
ricevuto un notevole impulso dallo sviluppo <strong>di</strong> scaffold riassorbibili.<br />
Infatti la struttura tri<strong>di</strong>mensionale dello scaffold,<br />
consentendo la semina cellulare <strong>di</strong>rettamente sul biomateriale,<br />
evita la necessità <strong>di</strong> procedure indaginose, come<br />
ad esempio il prelievo e la sutura del periostio (tecnica <strong>di</strong><br />
Peterson). Inoltre lo scaffold per la sua maneggevolezza e<br />
per le sue caratteristiche autoadesive permette nella grande<br />
maggioranza dei casi una chirurgia <strong>di</strong> tipo artroscopico.<br />
Scopo <strong>di</strong> questo lavoro è quello <strong>di</strong> descrivere la nostra<br />
esperienza con l’uso <strong>di</strong> uno scaffold in acido ialuronico<br />
per la riparazione delle lesioni cartilaginee <strong>di</strong> ginocchio<br />
e caviglia.<br />
EspEriEnZa cLinica con hyaLograft-c<br />
L’esperienza clinica della Clinica II IOR con lo scaffold in<br />
acido ialuronico è iniziata nel 2001 con l’introduzione<br />
dello Hyalograft-C nella pratica clinica. Questo biomateriale<br />
ha permesso lo sviluppo <strong>di</strong> una meto<strong>di</strong>ca interamente<br />
artroscopica per il trattamento delle lesioni osteocondrali<br />
della caviglia 1 e del ginocchio 2 .<br />
Il biomateriale utilizzato per lo Hyalograft-C è un derivato<br />
esterifi cato dell’acido ialuronico denominato Hyaff-11 (FI-<br />
DIA Advanced Biopolymers, Abano Terme, Italia).<br />
L’acido ialuronico è un polisaccaride lineare costituito da<br />
sequenze ripetute <strong>di</strong> acido glucuronico e N-acetil–glucosamina.<br />
Esercita importanti funzioni biologiche collegate alle<br />
sue proprietà chimico-fi siche e può interagire con <strong>di</strong>fferenti<br />
tipi cellulari attraverso recettori <strong>di</strong> membrana. È stato <strong>di</strong>mostrato<br />
che l’acido ialuronico gioca un ruolo fondamentale<br />
in molti processi biologici quali l’idratazione dei tessuti,<br />
l’organizzazione dei proteoglicani, lo sviluppo embrionale,<br />
il <strong>di</strong>fferenziamento e la migrazione cellulare.<br />
In particolare, nel caso <strong>di</strong> trapianto <strong>di</strong> condrociti, lo Hyaff-<br />
11 si è rivelato essere un carrier idoneo alla proliferazione<br />
ed al mantenimento del fenotipo condrocitario delle<br />
cellule da esso veicolate.<br />
Tramite indagini a livello molecolare si è visto infatti come<br />
i condrociti umani isolati da cartilagine sana <strong>di</strong> pazienti<br />
donatori, espansi in coltura monostrato, seminati sulla matrice<br />
tri<strong>di</strong>mensionale Hyaff-11 e processati a <strong>di</strong>versi tempi<br />
sperimentali, riesprimano i messaggeri per il collagene<br />
<strong>di</strong> tipo II e per i proteoglicani (marcatori comunemente<br />
accettati del fenotipo condrocitario).<br />
Tali cellule sono in grado inoltre <strong>di</strong> produrre il collagene II<br />
come evidenziato da analisi immunoistochimiche e <strong>di</strong> Western<br />
blotting. Immagini ultrastrutturali eseguite con microscopia<br />
FEISEM (Field Emission In Lens Scanning Electron<br />
Microscopy) hanno mostrato come la colonizzazione <strong>di</strong><br />
tale materiale da parte dei condrociti si completi nell’arco<br />
r. Buda Et aL.<br />
<strong>di</strong> due settimane secondo una progressione continua.<br />
Inoltre le mo<strong>di</strong>fi cazioni osservate nelle cellule condrocitarie<br />
coltivate su Hyaff-11 in<strong>di</strong>cano che la cellula va in contro<br />
a processi neo-<strong>di</strong>fferenziativi. Questi processi, dopo<br />
la de<strong>di</strong>fferenziazione legata al prelievo da donatore ed<br />
alla messa in coltura, sembrano legati principalmente alla<br />
interazione, dopo un periodo <strong>di</strong> circa due settimane dalla<br />
semina, con il substrato biotecnologico. Il risultato <strong>di</strong> queste<br />
mo<strong>di</strong>fi cazioni ha come prodotto una stabilizzazione<br />
della struttura del complesso Hyaff-11/condrociti rendendolo<br />
idoneo all’impianto.<br />
tEcnica chirurgica<br />
hyalograft-c nella caviglia<br />
Il trattamento è costituito da due sedute chirurgiche. Nel corso<br />
della prima, si esegue un’artroscopia <strong>di</strong> caviglia me<strong>di</strong>ante<br />
accessi antero-me<strong>di</strong>ale ed antero-laterale. La sede <strong>di</strong> lesione<br />
viene identifi cata ed esaminata, analogamente allo stato<br />
della cartilagine circostante e della opposta superfi cie articolare.<br />
Si esegue una bonifi ca del tessuto patologico fi no al<br />
raggiungimento <strong>di</strong> un letto osseo sano. In caso <strong>di</strong> presenza<br />
<strong>di</strong> frammento osteo-condrale <strong>di</strong>staccato è possibile utilizzare<br />
questo per prelevare i condrociti per la coltura cellulare 3 . In<br />
alternativa è possibile prelevare un campione <strong>di</strong> tessuto condrale<br />
sano dai margini della lesione o dal margine anteriore<br />
del plafond tibiale. Il tessuto condrale viene poi inviato al<br />
laboratorio specializzato, in cui si esegue la coltura cellulare<br />
e la semina sulla membrana <strong>di</strong> acido ialuronico.<br />
Per l’impianto del biomateriale, si esegue una seconda artroscopia<br />
<strong>di</strong> caviglia a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> circa 6 settimane dalla<br />
data del prelievo, utilizzando uno strumentario specifi camente<br />
ideato (Citieffe, Calderara <strong>di</strong> Reno, Bologna) 1 . Per<br />
via artroscopica, attraverso gli stessi accessi chirurgici<br />
del precedente intervento si raggiunge la lesione, la si<br />
bonifi ca accuratamente e la si misura con l’ausilio <strong>di</strong> un<br />
palpatore millimetrato. Qualora la profon<strong>di</strong>tà della lesione<br />
risulti superiore a 5 mm è consigliabile eseguire<br />
il borraggio della stessa con osso spongioso, prelevato<br />
generalmente a livello della metafi si prossimale della tibia<br />
omolaterale. La membrana caricata con condrociti autologhi<br />
viene quin<strong>di</strong> tagliata con appositi stampini seguendo<br />
le <strong>di</strong>mensioni rilevate (Fig. 1), quin<strong>di</strong> alloggiata all’estremità<br />
<strong>di</strong> un posizionatore a slitta (Fig. 2). Questo viene<br />
inserito all’interno <strong>di</strong> una cannula metallica fenestrata <strong>di</strong><br />
8 mm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro e 111 mm <strong>di</strong> lunghezza, avente lo<br />
scopo <strong>di</strong> veicolare la membrana <strong>di</strong>rettamente a livello del<br />
sito <strong>di</strong> lesione (Fig. 3). La progressione del biomateriale<br />
può facilmente essere controllata me<strong>di</strong>ante l’apertura<br />
sulla cannula. Una volta che lo scaffold ha raggiunto la<br />
sede <strong>di</strong> lesione, si rimuove la cannula e si perfeziona l’alloggiamento<br />
me<strong>di</strong>ante palpatore o spatola piatta (Fig. 4).<br />
Infi ne si verifi ca la stabilità del biomateriale effettuando<br />
multiple fl esso-estensioni della caviglia.