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Vol.XXXVII, Suppl. 1 - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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s168<br />

cartilagine, ed un tessuto invece<br />

molto più rigido, l’osso, non in<br />

grado <strong>di</strong> assorbire in maniera<br />

altrettanto effi cace lo stress meccanico<br />

cui le articolazioni sono<br />

costantemente sottoposte 2 . Più in<br />

dettaglio, si può notare come lo<br />

strato profondo e lo strato calcifi<br />

co siano separati da una sottile<br />

struttura, dello spessore <strong>di</strong> circa<br />

10 µm, nota nella letteratura anglosassone<br />

col nome <strong>di</strong> tidemark.<br />

Lo strato calcifi co è poi sostenuto<br />

da un compatto strato <strong>di</strong> osso<br />

corticale che a sua volta ricopre<br />

l’osso trabecolare riccamente vascolarizzato.<br />

Il tessuto cartilagineo profondo<br />

ha una struttura estremamente <strong>di</strong>versa rispetto allo strato<br />

calcifi co. Infatti è una struttura, come gli strati più superfi<br />

ciali della cartilagine articolare, che risulta deformabile<br />

in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> stress; mentre lo strato calcifi co è dotato<br />

<strong>di</strong> maggior rigi<strong>di</strong>tà e pertanto molto meno deformabile<br />

rispetto al tessuto cartilagineo sovrastante. Ciò causa, in<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> carico applicato, uno spostamento dello<br />

strato profondo su quello calcifi co, e le forze che questi<br />

movimenti creano sono essenzialmente tangenziali. Il tidemark<br />

è appunto la zona <strong>di</strong> passaggio <strong>di</strong> queste forze.<br />

A livello teorico quin<strong>di</strong> si verifi cherebbero in questa sede<br />

continui scivolamenti e <strong>di</strong>stacchi fra lo strato profondo,<br />

più superfi ciale, e lo strato calcifi co sottostante. Questo<br />

fenomeno è impe<strong>di</strong>to però in con<strong>di</strong>zioni fi siologiche dalla<br />

presenza <strong>di</strong> fi bre <strong>di</strong> collagene simili a quelle presenti<br />

nello strato profondo e dotate del medesimo orientamento<br />

spaziale. Queste fi bre originano dallo strato profondo,<br />

attraversano il tidemark, e continuano nello strato calcifi -<br />

co. La presenza <strong>di</strong> queste fi bre è fondamentale in quanto<br />

trasforma le forze <strong>di</strong> taglio e torsionali in forze compressive,<br />

limitando fortemente lo scivolamento dei due settori a<br />

<strong>di</strong>versa rigidezza. Le forze <strong>di</strong>venute così <strong>di</strong> tipo compressivo<br />

sono quin<strong>di</strong> trasmesse all’osso sub condrale, preservando<br />

l’integrità delle strutture sovrastanti (Fig. 2).<br />

L’assenza <strong>di</strong> queste fi bre non permetterebbe la conversione<br />

delle forze tangenziali, provocando uno scivolamento<br />

dello strato profondo cartilagineo sullo strato calcifi co.<br />

Ciò si manifesta negli stimoli sovra-fi siologici in particolari<br />

trauma da impatto, con fi ssurazioni ra<strong>di</strong>ali dello strato<br />

profondo, con conseguente slaminamento dell’intero tessuto<br />

cartilagineo sovrastante che quin<strong>di</strong> risulterebbe compromesso<br />

notevolmente dal punto <strong>di</strong> vista biomeccanico.<br />

Questo tipo <strong>di</strong> lesione può verifi carsi anche in presenza<br />

<strong>di</strong> uno strato superfi ciale integro 2 .<br />

Tutto questo spiega e conferma la cruciale importanza<br />

g.M. pErEtti, a. poZZi<br />

fig. 1. Rappresentazione schematica dei <strong>di</strong>versi strati che compongono la cartilagine<br />

articolare.<br />

funzionale del passaggio osteo-condrale. Pertanto, un<br />

danno <strong>di</strong> questa struttura inevitabilmente provoca una lesione<br />

della cartilagine sovrastante, favorendo in certi casi<br />

lo sviluppo <strong>di</strong> osteoartrosi.<br />

danno ostEocondraLE E sua riparaZionE<br />

BioLogica<br />

È ormai noto che la cartilagine articolare non sia un tessuto<br />

in grado <strong>di</strong> rigenerare ma solo <strong>di</strong> riparare in seguito<br />

ad una lesione, ovvero che non sia in grado <strong>di</strong> sostituire il<br />

tessuto danneggiato con uno dotato delle stesse proprietà<br />

biomeccaniche e biochimiche ma con uno <strong>di</strong> minor qualità.<br />

Data la complessa anatomia e il particolare ruolo <strong>di</strong><br />

trasduttore <strong>di</strong> forze svolto dalla giunzione osteo-condrale,<br />

risulta facile capire come un danno a questo livello coinvolga<br />

non solo la sede interessata ma tutto il complesso<br />

articolare.<br />

fig. 2. Rappresentazione schematica della giunzione osteocondrale<br />

e del meccanismo <strong>di</strong> trasduzione delle forze in tale<br />

sede, si noti l’importanza delle fibre collageniche a decorso<br />

verticale.

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