Vol.XXXVII, Suppl. 1 - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia
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BioMatEriaLi coMpositi pEr LE LEsioni<br />
ostEocondraLi trauMatichE s183<br />
lesione. Ad un anno <strong>di</strong> follow-up il paziente non accusava<br />
più dolore, aveva recuperato piena escursione articolare<br />
ed era ritornato ad un livello <strong>di</strong> attività fi sica e sportiva<br />
<strong>di</strong> poco inferiore a quello registrato prima <strong>di</strong> accusare<br />
sintomi. La valutazione RMN a 6 mesi evidenziava un<br />
segnale simil-ialino ed un buon ripristino della superfi cie<br />
articolare con solo minimo edema subcondrale, poi del<br />
tutto riassorbito ai 12 mesi.<br />
Attualmente il nostro gruppo sta seguendo in maniera prospettica<br />
20 pazienti operati tramite impianto <strong>di</strong> scaffold<br />
bioingegnerizzato Maioregen ® per lesioni della cartilagine<br />
articolare del ginocchio ad eziologia traumatica e<br />
valutati a 24 mesi <strong>di</strong> follow-up me<strong>di</strong>o (minimo 13 - massimo<br />
32). Si tratta <strong>di</strong> 17 uomini e 3 donne, età me<strong>di</strong>a al<br />
momento dell’intervento <strong>di</strong> 33 anni (range 23-54) e body<br />
mass index (BMI) me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 25 (range 20-29).<br />
Le lesioni sono state riscontrate in 4 casi a livello del con<strong>di</strong>lo<br />
femorale me<strong>di</strong>ale (CFM), 4 sul con<strong>di</strong>lo femorale laterale<br />
(CFL), 4 sulla rotula, 4 sulla troclea e 4 sui piatti tibiali<br />
(3 interni ed 1 esterno); la superfi cie me<strong>di</strong>a del <strong>di</strong>fetto<br />
trattato è stata 3,2 ± 2,7 cm 2 .<br />
Un<strong>di</strong>ci pazienti erano stati sottoposti in precedenza ad<br />
interventi chirurgici allo stesso ginocchio, quali: 5 meniscectomie,<br />
5 pulizie artroscopiche, 3 ricostruzioni LCA, 3<br />
osteosintesi per frattura del piatto tibiale, 2 microfratture,<br />
1 osteosintesi <strong>di</strong> femore <strong>di</strong>stale, 1 ricostruzione legamento<br />
crociato posteriore (LCP), 1 lateral release, 1 osteotomia<br />
<strong>di</strong> riallineamento <strong>di</strong> femore, 1 rimozione <strong>di</strong> corpo mobile<br />
intrarticolare.<br />
In 15 casi sono state effettuate procedure chirurgiche associate:<br />
4 ricostruzioni LCA, 3 osteotomie correttive <strong>di</strong> tibia,<br />
2 impianti <strong>di</strong> protesi meniscali, 1 innesto <strong>di</strong> menisco<br />
allograft, 1 meniscectomia selettiva, 1 rimozione <strong>di</strong> corpo<br />
mobile intrarticolare, 1 asportazione <strong>di</strong> osteofi ti.<br />
Per la valutazione clinica <strong>di</strong> tutti pazienti ci siamo avvalsi<br />
della Scheda <strong>di</strong> Valutazione della Cartilagine come proposto<br />
dall’International Cartilage Repair Society (ICRS) 22 .<br />
Abbiamo inoltre analizzato grado <strong>di</strong> gonfi ore, defi cit <strong>di</strong><br />
raggio <strong>di</strong> movimento e la valutazione delle strutture legamentose<br />
per determinare lo stato funzionale del ginocchio<br />
(normale, quasi normale, anormale o gravemente anormale)<br />
21 . Il ritorno allo sport è stato valutato me<strong>di</strong>ante<br />
Tegner score 23 e comparato con i livelli del periodo preinfortunio<br />
e pre-operatorio.<br />
I risultati hanno evidenziato un miglioramento signifi cativo<br />
<strong>di</strong> tutti gli score utilizzati dai livelli basali al follow-up fi nale:<br />
lo score IKDC oggettivo è passato dal 50% <strong>di</strong> soggetti<br />
normali o quasi normali nel pre-operatorio (6 A, 4 B, 7 C,<br />
3 D) all’85% al follow-up fi nale (8 A, 9 B, 1 C, 2 D). Il punteggio<br />
IKDC soggettivo è passato da 43,5 ± 16,2 nel preoperatorio<br />
a 61,9 ± 3,0 e 67,2 ± 20,5 rispettivamente a<br />
6 e 12 mesi (p < 0,005). Nei 13 pazienti che hanno raggiunto<br />
almeno 24 mesi <strong>di</strong> follow-up, si è evidenziata un’ul-<br />
fig. 1. IKDC soggettivo. È evidente il miglioramento tra i<br />
valori pre-operatori e il follow-up finale (p < 0,005).<br />
fig. 2. Tegner score. Sebbene non si siano raggiunti livelli<br />
paragonabili al periodo precedente l’infortunio, è riportato<br />
un miglioramento significativo (p < 0,005) tra i valori me<strong>di</strong><br />
pre-operatori e quelli a follow-up finale.<br />
teriore tendenza al miglioramento, fi no a raggiungere il<br />
punteggio me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 75,1 ± 20,4 (Fig. 1). Il Tegner score,<br />
<strong>di</strong> valore 6,1 ± 2,3 nel periodo precedente all’infortunio<br />
e 2,3±1,9 prima dell’intervento, è migliorato signifi cativamente<br />
fi no a 3,0 ± 1,0 già a 6 mesi e 3,7 ± 1,5 al followup<br />
fi nale <strong>di</strong> 24 mesi (p < 0,005) (Fig. 2).<br />
In questa serie è stato registrato un solo fallimento (5% dei<br />
casi): un paziente <strong>di</strong> 33 anni che già aveva accusato febbre<br />
post-operatoria, è caduto subendo un trauma sul ginocchio<br />
operato a sole 3 settimane dall’intervento ed a 4<br />
mesi è stato quin<strong>di</strong> rioperato tramite innesto osteocondrale<br />
autologo in seguito a mobilizzazione dell’impianto.<br />
<strong>di</strong>scussionE<br />
Negli ultimi anni si è manifestato un crescente interesse<br />
relativo all’importanza dell’osso subcondrale nell’eziopatogenesi<br />
del danno alla cartilagine articolare e nella particolare<br />
attenzione che il suo trattamento richiede.