Vol.XXXVII, Suppl. 1 - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia
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s208<br />
fig. 1. Rappresentazione schematica delle quattro meto<strong>di</strong>che<br />
<strong>di</strong> stimolazione biofisica.<br />
È molto importante seguire le in<strong>di</strong>cazioni delle <strong>di</strong>verse tecniche<br />
<strong>di</strong> stimolazione biofi sica per usufruire pienamente<br />
dei vantaggi che possono offrire. Bisogna quin<strong>di</strong> porre<br />
molta attenzione nel prescrivere una meto<strong>di</strong>ca effi cace a<br />
seconda della patologia che inten<strong>di</strong>amo trattare. Si può<br />
genericamente affermare che le tecniche che prevedono<br />
tempi giornalieri ridotti <strong>di</strong> applicazione necessitino rispetto<br />
ad altre meto<strong>di</strong>che <strong>di</strong> un trattamento più protratto nel<br />
tempo. Ad esempio, nel caso <strong>di</strong> ritar<strong>di</strong> <strong>di</strong> consolidazione<br />
per gli ultrasuoni, che prevedono una applicazione<br />
<strong>di</strong> 20 minuti al giorno, il trattamento potrà durare uno o<br />
due mesi <strong>di</strong> più rispetto a tecniche come quella induttiva<br />
(CEMP) che prevede invece tempi <strong>di</strong> applicazione quoti<strong>di</strong>ani<br />
superiori alle sei ore. È altresì vero che, per quanto<br />
riguarda le tecniche induttive, trattamenti <strong>di</strong> durata inferiore<br />
alle 5 ore giornaliere comportano una riduzione<br />
della percentuale <strong>di</strong> successo rispetto a quanto invece accade<br />
se l’applicazione viene correttamente eseguita per<br />
più <strong>di</strong> 6 ore al giorno (60% vs. 90%) 6 . Poiché la meto<strong>di</strong>ca<br />
capacitiva e quella ad ultrasuoni richiedono la <strong>di</strong>retta<br />
applicazione del <strong>di</strong>spositivo sulla pelle, non è possibile<br />
V. soLLaZZo Et aL.<br />
potersene avvalere qualora l’ammalato sia portatore <strong>di</strong><br />
un apparecchio gessato a meno che non si possa creare<br />
attraverso il tutore un accesso alla cute. L’uso dei sistemi<br />
induttivi è <strong>di</strong>ffi cile sul cinto scapolo-omerale, e sulle mani<br />
dove invece trova elettiva in<strong>di</strong>cazione la tecnica capacitiva.<br />
L’impianto <strong>di</strong> mezzi <strong>di</strong> sintesi interni ed esterni non<br />
costituisce una controin<strong>di</strong>cazione alla applicazione delle<br />
meto<strong>di</strong>che biofi siche. La presenza <strong>di</strong> mezzi <strong>di</strong> sintesi interni<br />
può tuttavia agire da schermatura per gli ultrasuoni<br />
pertanto, in caso sia presente una placca, l’applicazione<br />
degli ultrasuoni deve essere eseguita dal lato opposto al<br />
mezzo <strong>di</strong> sintesi stesso. In caso <strong>di</strong> infezione sono raccomandate<br />
le meto<strong>di</strong>che induttiva e capacitiva mentre<br />
appare sconsigliabile l’impianto <strong>di</strong> elettro<strong>di</strong> <strong>di</strong>rettamente<br />
all’osso (sistemi fara<strong>di</strong>ci).<br />
concLusioni<br />
La possibilità <strong>di</strong> intervenire effi cacemente ed in maniera<br />
incruenta sul processo riparativo dell’osso è sempre<br />
stato un desiderio dell’ortope<strong>di</strong>co. Con le meto<strong>di</strong>che <strong>di</strong><br />
stimolazione biofi sica questo desiderio può realizzarsi<br />
purché vengano rispettati corrette in<strong>di</strong>cazioni, tempi e<br />
modalità <strong>di</strong> applicazione. Molta ricerca è stata fatta per<br />
cercare <strong>di</strong> comprendere approfon<strong>di</strong>tamente il meccanismo<br />
<strong>di</strong> azione attraverso il quale le forze fi siche determinano<br />
i loro effetti biologici. Di alcune meto<strong>di</strong>che, come<br />
i CEMP ed i campi capacitivi si conoscono molti aspetti<br />
relativi alla loro interazione con la realtà della cellula<br />
e dei tessuti. La più approfon<strong>di</strong>ta comprensione degli<br />
intimi meccanismi delle modalità <strong>di</strong> azione <strong>di</strong> queste<br />
meto<strong>di</strong>che ha permesso anche la estensione delle loro<br />
applicazioni cliniche. Ne sono esempio para<strong>di</strong>gmatico<br />
i campi elettromagnetici pulsanti i quali, inizialmente impiegati<br />
per il trattamento dei ritar<strong>di</strong> <strong>di</strong> consolidazione e<br />
delle pseudoartrosi, grazie a quanto si è appreso circa<br />
le loro proprietà <strong>di</strong> condroprotezione, sono attualmente<br />
fruttuosamente utilizzati anche per le patologie della<br />
cartilagine. Sebbene la biofi sica applicata alla clinica<br />
rappresenti attualmente un comprovato ausilio per l’ortope<strong>di</strong>co,<br />
non bisogna tuttavia compiere l’errore <strong>di</strong> attribuirle<br />
capacità miracolistiche. Un trattamento biofi sico<br />
non sarà mai in grado <strong>di</strong> supplire ad un trattamento<br />
ortope<strong>di</strong>co inadeguato. In altre parole, la stimolazione<br />
biofi sica dell’osteogenesi risulta effi cace nel velocizzare<br />
il processo <strong>di</strong> guarigione ossea e nel farlo ripartire qualora<br />
ci si trovi <strong>di</strong> fronte ad un <strong>di</strong>fetto sul versante <strong>di</strong> quel<br />
complesso sistema biologico pre<strong>di</strong>sposto al compimento<br />
del processo riparativo stesso, a patto però che le con<strong>di</strong>zioni<br />
meccaniche <strong>di</strong> buon affrontamento e stabilità dei<br />
frammenti <strong>di</strong> frattura vengano rispettate. La stimolazione<br />
biofi sica deve essere attuata soltanto con strumenti <strong>di</strong><br />
provata effi cacia e sicurezza biologica, con le modalità<br />
e i dosaggi in<strong>di</strong>cati in letteratura. Quest’ultima è ricca <strong>di</strong>