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Vol.XXXVII, Suppl. 1 - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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protEsi anca con accoppiaMEnto cEraMica-cEraMica:<br />

coME utiLiZZarLE aL MEgLio s27<br />

La tecnica chirurgica dovrà tenere conto <strong>di</strong> tutti questi<br />

fattori in modo da ridurre al minimo ogni possibile causa<br />

<strong>di</strong> instabilità della protesi.<br />

Nei casi più complessi suggeriamo <strong>di</strong> eseguire la pianifi<br />

cazione non solo su RX ma anche su TC. Oggi esistono<br />

dei software che permettono <strong>di</strong> pianifi care tri<strong>di</strong>mensionalmente<br />

su immagini TC la protesi. In questi anni per questi<br />

casi ci siamo avvalsi <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> pianifi cazione su<br />

immagini TC che è scaricabile gratuitamente da internet,<br />

il sistema HIPOP (www.hipop.it), che ci ha aiutato a migliorare<br />

i nostri risultati nei casi più complessi 5 6 .<br />

La Via d’accEsso E La riparaZionE dEi tEssuti MoLLi<br />

pEriprotEsici<br />

La ceramica richiede per poter essere impiantata correttamente<br />

una ottima visualizzazione <strong>di</strong> tutto l’acetabolo<br />

e del femore prossimale. Le procedure mini-invasive o<br />

tissue-sparing oggi ampiamente impiegate in campo clinico<br />

possono talvolta ridurre la visione dell’acetabolo<br />

oltre a renderne il corretto orientamento più complesso.<br />

Il vantaggio <strong>di</strong> questi accessi chirurgici, d’altra parte, è<br />

quello <strong>di</strong> ridurre al minimo il danno muscolare riducendo<br />

quin<strong>di</strong> il rischio <strong>di</strong> instabilità articolare <strong>di</strong>pendente dai<br />

tessuti molli. Il chirurgo deve quin<strong>di</strong> considerare nella<br />

scelta della via d’accesso entrambi questi fattori. Nella<br />

nostra pratica clinica abbiamo optato per un accesso<br />

chirurgico antero-laterale (tissue-sparing) con conservazione<br />

della capsula articolare e ricostruzione per piani<br />

<strong>di</strong>stinti dei muscoli piccolo e me<strong>di</strong>o gluteo, che permette<br />

un’ottima visualizzazione dell’acetabolo ed un suo facile<br />

orientamento 7 . Qualora si decidesse <strong>di</strong> optare per un<br />

accesso chirurgico tra<strong>di</strong>zionale, consigliamo <strong>di</strong> risparmiare<br />

la capsula articolare aprendola a T per poi ricostruirla<br />

a fi ne procedura, questa pratica riduce il rischio<br />

<strong>di</strong> instabilità articolare.<br />

La riMoZionE <strong>di</strong> ostEofiti E La pLastica<br />

acEtaBoLarE (quando nEcEssario)<br />

A prescindere dalla via d’accesso chirurgica e dal modello<br />

protesico impiantato, dopo il posizionamento della<br />

componente acetabolare bisogna valutare la presenza<br />

<strong>di</strong> osteofi ti o l’eventuale eccedenza <strong>di</strong> una parete acetabolare,<br />

tali che possano comportare un confl itto con il<br />

femore durante i movimenti dell’anca. Nel caso si riscontrassero<br />

possibili cause <strong>di</strong> impingement è consigliabile<br />

eseguire una cheilectomia o una plastica acetabolare.<br />

Occasionalmente, posizionando in corretta antiversione<br />

la componente acetabolare si “scopre” il margine anteriore<br />

dell’acetabolo, questo talvolta può comportare un<br />

confl itto in fl essione dell’anca riducendo la stabilità della<br />

protesi. Bisogna testare a fi ne procedura la completa<br />

fl essione dell’anca e nel caso resecare l’eccedenza del<br />

margine acetabolare.<br />

Altresì una corretta copertura dell’acetabolo può comportare<br />

una salienza degli osteofi ti e/o del margine posterome<strong>di</strong>ale<br />

dell’acetabolo. Anche in questo caso la salienza<br />

ossea in questa regione può ridurre la stabilità protesica,<br />

soprattutto in estensione-extrarotazione ed anche in<br />

fl essione-adduzione-extrarotazione. Per l’elevata incidenza<br />

<strong>di</strong> osteofi ti in questa zona acetabolare, quasi <strong>di</strong> routine<br />

pratichiamo la cheilotomia dopo aver impiantato la<br />

componente acetabolare (ed aver posizionato l’inserto in<br />

ceramica).<br />

MigLiorarE La staBiLità con iL giusto<br />

aLLungaMEnto dELL’arto Ed iL corrEtto offsEt<br />

La lunghezza dell’arto e l’offset infl uiscono sulla stabilità<br />

protesica. Pianifi cando il ripristino <strong>di</strong> un’eumetria degli arti<br />

inferiori, bisogna considerare che le testine in ceramica<br />

in dotazione standard hanno una gamma <strong>di</strong>sponibile <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>mensioni da 0 a 8 mm. Qualora fosse preventivabile la<br />

necessità <strong>di</strong> un allungamento maggiore, bisogna procurarsi<br />

preventivamente delle testine in ceramica “speciali” (Bioball<br />

® ) che grazie ad un colletto modulare in metallo hanno<br />

lunghezze maggiori (da -3 mm fi no a 21 mm) e offset (1,1-<br />

3,0 mm proporzionale alla lunghezza della testina).<br />

Con protesi monoblocco si può pianifi care una resezione<br />

del collo ridotta in modo che la protesi non si affon<strong>di</strong><br />

troppo nella <strong>di</strong>afi si femorale e che non siano necessarie<br />

testine della massima lunghezza. Se durante la pianifi cazione<br />

preoperatoria si riscontra una necessità <strong>di</strong> questo<br />

tipo si può optare per protesi a conservazione <strong>di</strong> collo o<br />

in alternativa, protesi con modularità del collo che permettono<br />

<strong>di</strong> correggere offset e lunghezza del femore in<strong>di</strong>pendentemente<br />

dalla lunghezza della testina.<br />

iL posiZionaMEnto dELLE coMponEnti protEsichE<br />

Per migliorare la stabilità protesica sia l’acetabolo che<br />

lo stelo femorale devono avere un corretto orientamento.<br />

Generalmente si considerano l’angolo <strong>di</strong> abduzione<br />

e l’angolo <strong>di</strong> antiversione del cotile e l’antiversione dello<br />

stelo femorale.<br />

Un angolo <strong>di</strong> abduzione del cotile <strong>di</strong> 40° ± 10° è considerato<br />

ottimale 8 . L’angolo <strong>di</strong> abduzione del cotile è l’angolo<br />

formato da una linea tangente alle tuberosità ischiatiche<br />

e una seconda linea passante per i bor<strong>di</strong> esterni del cotile<br />

protesico.<br />

Un angolo <strong>di</strong> antiversione del cotile <strong>di</strong> 15° ± 10° è considerato<br />

ottimale 8 . Questo è misurabile su immagini TC,<br />

come il valore angolare eccedente i 90 gra<strong>di</strong> derivante<br />

dall’intersezione <strong>di</strong> una linea tangente alle spine ischiatiche<br />

ed una seconda linea passante per i bor<strong>di</strong> esterni del<br />

cotile protesico.<br />

L’angolo <strong>di</strong> antiversione del femore è considerato ottimale<br />

tra 0 e 10°; si considera neutro (0°) quando parallelo alla<br />

linea inter-epicon<strong>di</strong>lare del femore <strong>di</strong>stale.

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