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Vol.XXXVII, Suppl. 1 - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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s74<br />

• elevata porosità che raggiunge il 72%;<br />

• <strong>di</strong>mensione dei pori compresa tra 311 a 546 microns<br />

(Fig. 2).<br />

EspEriEnZa cLinica<br />

Nel periodo compreso tra novembre 2009 e <strong>di</strong>cembre<br />

2010, presso la Clinica Ortope<strong>di</strong>ca e Traumatologica<br />

dell’Università dell’Insubria, sono stati eseguiti 141 interventi<br />

chirurgici <strong>di</strong> artroprotesi <strong>di</strong> anca utilizzando<br />

una componente acetabolare in tritanium (Stryker ® ). Tale<br />

componente è <strong>di</strong>sponibile in due versioni, una con fori<br />

per la fi ssazione aggiuntiva con viti ed una senza fori<br />

(Fig. 3a, b).<br />

L’età me<strong>di</strong>a dei pazienti al momento dell’intervento chirurgico<br />

era <strong>di</strong> 69anni (range 43-90anni), 78 erano <strong>di</strong> sesso<br />

femminile e 63 <strong>di</strong> sesso maschile.<br />

La <strong>di</strong>agnosi preoperatoria era in 103 casi <strong>di</strong> coxartrosi<br />

primaria, in 17 casi <strong>di</strong> frattura me<strong>di</strong>ale del collo femore,<br />

in 6 casi <strong>di</strong> <strong>di</strong>splasia congenita dell’anca, in 4 casi <strong>di</strong><br />

necrosi asettica della testa del femore ed in 2 casi <strong>di</strong> coxartrosi<br />

post-traumatica. Infi ne in 9 casi l’impianto è stato<br />

utilizzato in casi <strong>di</strong> mobilizzazione asettica della componente<br />

acetabolare senza <strong>di</strong>fetto osseo, in modo che<br />

l’impianto potesse essere assimilato ad uno primario.<br />

Tutti gli interventi sono stati eseguiti da tre operatori specializzati<br />

nella chirurgia protesica dell’anca, utilizzando<br />

un approccio postero-laterale che ha previsto la re-inserzione<br />

degli extra-rotatori a livello del grande trocantere.<br />

Tutte le componenti acetabolari sono state impiantate con<br />

tecnica a press-fi t, che prevedeva un sotto-alesaggio <strong>di</strong><br />

1-2 mm ed in 30 casi (21%) sono stati utilizzate viti ad<strong>di</strong>zionali.<br />

In tutti i casi è stato utilizzato un inserto in polietilene reticolato<br />

con una testina metallica delle <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> 28<br />

mm in 5 casi, <strong>di</strong> 32 mm in 110 e <strong>di</strong> 36 mm in 26. In<br />

39 casi l’inserto utilizzato presentava una spalletta antilussazione<br />

<strong>di</strong> 10°.<br />

Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad una profi lassi antibiotica<br />

con una cefalosporina <strong>di</strong> seconda generazione,<br />

ad una terapia farmacologia per la prevenzione delle<br />

calcifi cazioni eterotopiche con indometacina o celeco-<br />

fig. 3. Immagine del due versioni <strong>di</strong>sponibile del cotile<br />

tritanium con fori (A) e senza fori (B).<br />

A B<br />

p. chEruBino Et aL.<br />

xib per 3 settimane a seconda <strong>di</strong> una anamnesi positiva<br />

o meno per patologie gastrointestinali e ad una profi lassi<br />

antitromboembolica con eparina a basso peso molecolare.<br />

Il protocollo postoperatorio ha previsto la verticalizzazione<br />

in prima giornata con concessione <strong>di</strong> un carico<br />

completo compatibilmente alle con<strong>di</strong>zioni generali, e<br />

l’abbandono dei bastoni canadesi a 6 settimane postoperatrorie.<br />

Tutti i pazienti sono stati rivalutati ad un follow-up me<strong>di</strong>o<br />

<strong>di</strong> 12 mesi (range 6-18 mesi) da un punto <strong>di</strong> vista clinico<br />

utilizzando la scheda <strong>di</strong> Harris 11 e da un punto <strong>di</strong> vista<br />

ra<strong>di</strong>ografi co valutando la presenza <strong>di</strong> linee <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>olucenze<br />

acetabolari a livello delle zone descritte da DeLee e<br />

Charnley 12 .<br />

Le complicanze osservate sono state:<br />

• 3 ematomi postoperatori precoci ( 2%) che hanno richiesto<br />

un intervento <strong>di</strong> pulizia chirurgica;<br />

• 3 lussazioni (2%) <strong>di</strong> cui 2 precoci ed una a 8 mesi<br />

dall’intervento a seguito <strong>di</strong> una caduta accidentale.<br />

Tutti i casi sono stati trattati con una riduzione in narcosi.<br />

Un cotile è stato rimosso per una infezione ritardata che<br />

ha richiesto una riprotesizzazione in due tempi.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista clinico si è notato un miglioramento<br />

della funzionalità e della sod<strong>di</strong>sfazione soggettiva dei pazienti.<br />

L’HHS è migliorato da un punteggio preoperatorio<br />

me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 53,4 punti nel periodo preoperatorio a 93,5<br />

punti all’ultimo controllo.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista ra<strong>di</strong>ografi co (Fig. 4a, b, c) non si è<br />

evidenziata alcuna ra<strong>di</strong>olucenza a livello delle zone <strong>di</strong><br />

DeLee e Charnley.<br />

Sebbene il follow-up della nostra casistica non ci permetta<br />

<strong>di</strong> dare conclusioni defi nitive, riteniamo doveroso fare<br />

alcune considerazioni.<br />

Il primo aspetto da considerare è la conferma che un elevato<br />

coeffi ciente <strong>di</strong> attrito del materiale è uno dei fattori<br />

chiave nell’ottenimento <strong>di</strong> una ottima stabilità meccanica<br />

primaria. Infatti abbiamo utilizzato viti <strong>di</strong> fi ssaggio sono<br />

nel 21% dei casi e per <strong>di</strong> più la maggior parte sono state<br />

utilizzate all’inizio della esperienza clinica.<br />

Relativamente alla stabilità secondaria, ad un follow-up<br />

me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 1 anno nessun cotile è stato rimosso per scollamento<br />

asettico ed in nessun caso abbiamo osservato<br />

ra<strong>di</strong>olucenze. L’unico fallimento, se così si può etichettare,<br />

è legato ad una infezione dell’impianto protesico che non<br />

può essere correlato al materiale in oggetto.<br />

Un follow-up esteso nel tempo, lo stretto monitoraggio dei<br />

pazienti potranno in futuro permettere <strong>di</strong> trarre conclusioni,<br />

forse, statisticamente signifi cative e dare la possibilità<br />

<strong>di</strong> paragonarsi a casistiche che considerano altri biomateriali<br />

ad alta porosità.

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