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Vol.XXXVII, Suppl. 1 - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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s46<br />

a. Masini, g.E. BELLina<br />

agosto2011;37(suppl.1):46-49<br />

iL poLiEtiLEnE nELLa artroprotEsi<br />

totaLE <strong>di</strong> ginocchio<br />

polyethylene in total knee replacement<br />

riassunto<br />

Il polietilene ad alto peso molecolare è un biomateriale in uso<br />

ormai da quasi 50 anni nella protesica articolare, caratterizzato<br />

da un notevole sviluppo negli anni che ha prodotto importanti<br />

mo<strong>di</strong>ficazioni nella preparazione e nei sistemi <strong>di</strong> sterilizzazione<br />

alla ricerca <strong>di</strong> un materiale che riducesse il problema dell’usura<br />

caratteristico delle mobilizzazioni asettiche degli impianti. Si è<br />

dunque giunti ad ottenere un materiale che presenta attualmente<br />

delle caratteristiche tribologiche e meccaniche <strong>di</strong> gran lunga<br />

migliori rispetto al polietilene “storico”.<br />

Nel tempo si sono chiariti i meccanismi <strong>di</strong> produzione dei detriti<br />

e le reazioni biologiche che essi generano, facendo comprendere<br />

meglio i fenomeni che dall’usura dei materiali portano fino<br />

alle mobilizzazioni degli impianti, alla ricerca dell’obbiettivo finale<br />

che è quello <strong>di</strong> rendere gli impianti i più longevi possibile.<br />

parole chiave: polietilene, usura, reticolazione<br />

summary<br />

Ultra high molecular weight polyethylene, a biomaterial used in<br />

joint replacement for almost 50 years, underwent to a great evolution<br />

during the past years in terms of producing techniques and<br />

sterilisation systems, looking for a biomaterial able to reduce<br />

wear and aseptic loosening of the implant. Researchers reach a<br />

biomaterial with better tribologic and mechanical features than<br />

the original polyethylene ones.<br />

Stu<strong>di</strong>es clarified mechanisms of wear production and biological<br />

responses to debris in order to explain the pathways of aseptic<br />

loosening with the aim to prolong implant survivorship.<br />

Key words: polyethylene, wear, crosslinking<br />

introduZionE<br />

Dopo l’introduzione dell’Ultra High Molecular Weight Polyethylene<br />

(UHMWPE) da parte <strong>di</strong> Sir John Charnley nel<br />

1963, questo biomateriale è <strong>di</strong>venuto lo standard nelle<br />

artroprotesi totali <strong>di</strong> anca (ATA) prima, e in quelle <strong>di</strong> ginocchio<br />

(ATG) poi.<br />

Ad oggi l’UHMWPE è l’unico materiale con il quale vengono<br />

realizzati gli inserti nelle ATG. Infatti, a <strong>di</strong>fferenza<br />

UOC Ortope<strong>di</strong>a e <strong>Traumatologia</strong> Ospedale “Cristo Re”,<br />

Roma<br />

In<strong>di</strong>rizzo per la corrispondenza:<br />

Alessandro Masini<br />

Via Vincenzo Tiberio 36, 00191 Roma<br />

Tel. +39 335 5256301<br />

E-mail: alemasini@mclink.it<br />

delle ATA, dove l’accoppiamento a geometria sferica, ad<br />

altissima congruenza articolare fa sì che le pressioni da<br />

contatto e conseguentemente le tensioni meccaniche nel<br />

UHMWPE siano basse, nelle ATG, dove la congruenza è<br />

sensibilmente minore e la cinematica molto <strong>di</strong>versa, si generano<br />

delle forze <strong>di</strong> taglio e soprattutto dei carichi non<br />

uniformi, che creano una tensione da fatica molto alta<br />

a livello dell’inserto. Per tale motivo gli accoppiamenti<br />

“hard on hard”, come ad esempio ceramica su ceramica<br />

o metallo su metallo, nelle ATG, nonostante i gran<strong>di</strong> sforzi<br />

ingegneristici in tal senso, non sono ancora stati realizzati.<br />

Il rischio infatti, non ancora scongiurato, è quello <strong>di</strong><br />

una rottura da fatica del materiale ceramico o metallico<br />

usato come inserto. L’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> geometrie tali da<br />

rendere più congruenti le superfici articolari contrapposte<br />

o la capacità <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare la cinematica protesica tali da<br />

minimizzare i carichi non uniformi e le tensioni <strong>di</strong> taglio,<br />

potrebbero in futuro consentire l’impiego <strong>di</strong> materiali alternativi<br />

al UHMWPE 1 2 .<br />

L’UHMWPE è un materiale plastico poliolefinico, ad altissima<br />

massa molecolare, costituito da polimeri (lunghissime<br />

catene lineari <strong>di</strong> atomi <strong>di</strong> carbonio), con caratteristiche<br />

semicristalline (zone cristalline accanto a zone amorfe),<br />

che garantisce una interfaccia a basso attrito tra la componenti<br />

femorale e tibiale. Poiché l’inserto è una componente<br />

modulare, esso fornisce una buona adattabilità<br />

al paziente. Il materiale possiede inoltre una eccellente<br />

biocompatibilità e costi contenuti. Molte ricerche sono<br />

state fatte per lo stu<strong>di</strong>o delle proprietà biomeccaniche e<br />

biofisiche <strong>di</strong> questo materiale, al fine <strong>di</strong> migliorarne la tribologia.<br />

Purtroppo, non sempre con grande successo 3-5 .<br />

I tentativi <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica della struttura polimerica, degli elementi<br />

costitutivi e dei proce<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> realizzazione sono<br />

<strong>di</strong> fatto falliti in passato. Infatti, nonostante questi sforzi,<br />

l’usura del PE rimane ancora oggi la prima causa <strong>di</strong> mobilizzazione<br />

e fallimento delle ATG a lungo termine 6-8 .<br />

ruoLo dELL’uhMWpE nELLa sopraVViVEnZa<br />

dELL’iMpianto<br />

È ormai universalmente accettato che il ruolo dell’UHMWPE<br />

nella mobilizzazione asettica e quin<strong>di</strong> nella sopravvivenza<br />

dell’impianto sia quello <strong>di</strong> protagonista assoluto.<br />

La mobilizzazione asettica è il risultato finale <strong>di</strong> interazioni<br />

complesse tra fattori biomeccanici e biologici, quali le <strong>di</strong>mensioni<br />

e la forma dei detriti, la loro quantità, la loro attività<br />

biologica e la reazione immunitaria del paziente 9-11 .<br />

Un altro fattore rilevante è l’età. È noto infatti che nei<br />

pazienti più giovani e attivi si possono verificare osteolisi<br />

precoci e una usura del PE molto più elevata 12 13 .<br />

I detriti <strong>di</strong> PE, tipicamente <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni inferiori ad 1<br />

micron, inducono una reazione <strong>di</strong> tipo immunitario, me<strong>di</strong>ata<br />

da citochine pro infiammatorie, che stimolano gli

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