Vol.XXXVII, Suppl. 1 - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia
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s186<br />
lungo per poter svolgere queste funzioni. Al contempo<br />
non deve danneggiare la cartilagine articolare o determinare<br />
reazioni da corpo estraneo, ed i suoi cataboliti<br />
non devono essere tossici. Lo scaffold impiantato deve<br />
anche bilanciare i carichi articolari così da risolvere il dolore.<br />
Diversi tipi <strong>di</strong> scaffold per la rigenerazione meniscale<br />
sono attualmente in fase <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e sperimentazione,<br />
solo due: CMI – Menafl ex (ReGen Biologic) (Collagene<br />
I + GAGs) e Actifi t (Orteq) (Policaprolactone-poliuretano)<br />
sono utilizzati in clinica.<br />
cMi<br />
Il CMI- Menafl ex (Fig. 1) è lo scaffold <strong>di</strong> cui esiste più<br />
esperienza. L’utilizzo <strong>di</strong> questo impianto in collagene è<br />
stato proposto nel 1992 9 ed è <strong>di</strong>sponibile per l’uso clinico<br />
dal 2000. Si tratta <strong>di</strong> uno scaffold in collagene <strong>di</strong><br />
tipo I isolato e purifi cato dal ten<strong>di</strong>ne d’Achille bovino<br />
ad<strong>di</strong>zionato da glicosaminoglicani, ha una forma simile<br />
al menisco umano normale, è impiantabile in artroscopia,<br />
è biocompatibile e bioriassorbibile. Allo stu<strong>di</strong>o<br />
ultrastrutturale si presenta come una struttura molto porosa<br />
così da indurre la proliferazione e <strong>di</strong>fferenziazione<br />
<strong>di</strong> elementi cellulari nel suo interno, con conseguente<br />
produzione <strong>di</strong> matrice al fi ne <strong>di</strong> riprodurre un tessuto<br />
simil-meniscale, mentre lo scaffold viene progressivamente<br />
assorbito. Stu<strong>di</strong> in vivo su modelli animali ed i<br />
primi impianti nell’uomo, eseguiti negli anni ’90, hanno<br />
evidenziato come il CMI favorisca la proliferazione <strong>di</strong><br />
fi brocondrociti e la produzione <strong>di</strong> una matrice 9-11 . Negli<br />
ultimi anni sono stati pubblicati alcuni stu<strong>di</strong> relativi<br />
ai risultati clinici dell’impianto <strong>di</strong> menischi in collagene<br />
con un follow-up a me<strong>di</strong>o e lungo termine. Nel 2005<br />
Steadman 12 ha pubblicato i risultati <strong>di</strong> 8 pazienti con<br />
fig. 1. A. CMI, varianti per il compartimento me<strong>di</strong>ale e<br />
laterale. B. Ultrastruttura dello scaffold in collagene.<br />
p. BuLghEroni Et aL.<br />
un follow-up me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 5,8 anni. In tutti i casi era osservato<br />
un miglioramento signifi cativo dei punteggi delle<br />
scale <strong>di</strong> valutazione clinica. Lo stu<strong>di</strong>o ra<strong>di</strong>ografi co non<br />
evidenziava progressione dei processi degenerativi articolari<br />
successivamente all’intervento. Alla RM il segnale<br />
relativo all’impianto meniscale andava incontro ad una<br />
progressiva maturazione <strong>di</strong>ventando simile ad un menisco<br />
normale. I controlli artroscopici eseguiti ad un anno<br />
dall’intervento chirurgico rilevavano che il 69% del <strong>di</strong>fetto<br />
meniscale era colmato da tessuto neoformato. La<br />
valutazione istologica delle biopsie eseguite, mostrava<br />
in tutti i casi la presenza <strong>di</strong> una fi brocartilagine con<br />
matrice extracellulare uniforme. Anche Zaffagnini 13 nel<br />
2007 ha riportato i risultati <strong>di</strong> 8 pazienti trattati con<br />
l’impianto <strong>di</strong> CMI, evidenziando un signifi cativo miglioramento<br />
clinico. Allo stu<strong>di</strong>o per immagini non era evidenziata<br />
la progressione dei processi degenerativi in 6<br />
casi, ma alla RM era osservata una degenerazione mixoide<br />
del segnale dell’impianto ed in 2 casi un’evidente<br />
riduzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione dell’impianto stesso. In tre casi<br />
era eseguito un controllo artroscopico che mostrava una<br />
rigenerazione del tessuto meniscale sia pure con <strong>di</strong>mensioni<br />
ridotte. La superfi cie condrale presentava aspetto<br />
invariato rispetto al momento dell’impianto del CMI. Nel<br />
2008 Rodkey 14 ha pubblicato i risultati <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o<br />
multicentrico eseguito negli US relativo a 311 pazienti<br />
con lesione del menisco me<strong>di</strong>ale irreparabile o esiti<br />
dolorosi <strong>di</strong> menisceectomia me<strong>di</strong>ale parziale. I pazienti<br />
erano <strong>di</strong>visi in due gruppi: 157 presentavano una lesione<br />
primitiva del menisco me<strong>di</strong>ale e 154 avevano avuto<br />
precedenti interventi chirurgici per la lesione meniscale.<br />
I pazienti erano, inoltre, <strong>di</strong>visi in modo randomizzato<br />
in un gruppo che riceveva il CMI ed un gruppo trattato<br />
con semplice meniscectomia. Il follow-up me<strong>di</strong>o era <strong>di</strong> 5<br />
anni. Nel gruppo con lesioni croniche i pazienti trattati<br />
con l’impianto del CMI presentavano un miglioramento<br />
clinico signifi cativo rispetto al gruppo <strong>di</strong> controllo. Non<br />
sono state, invece, osservate <strong>di</strong>fferenze nel gruppo dei<br />
pazienti con lesione primitiva.<br />
I controlli artroscopici eseguiti ad un anno dall’intervento<br />
mostravano un signifi cativo aumento della quantità <strong>di</strong><br />
tessuto meniscale rispetto a quanto osservato all’impianto<br />
del CMI. Recentemente Zaffagnini 15 ha pubblicato i risultati<br />
clinici, ra<strong>di</strong>ologici e <strong>di</strong> RM <strong>di</strong> 18 pazienti trattati<br />
con impianto <strong>di</strong> menisco collagenico, per lesioni acute o<br />
croniche del menisco me<strong>di</strong>ale, con un follow-up minimo <strong>di</strong><br />
10 anni. I risultati ottenuti sono stati paragonati a quelli <strong>di</strong><br />
un gruppo <strong>di</strong> altrettanti soggetti trattati con meniscectomia<br />
me<strong>di</strong>ale parziale per meniscopatia me<strong>di</strong>ale con lo stesso<br />
follow-up. I dati relativi all’entità del dolore, al livello <strong>di</strong><br />
attività ed alla evoluzione ra<strong>di</strong>ologica erano signifi cativamente<br />
migliori nei soggetti trattati con l’impianto del<br />
sostituto meniscale.