Vol.XXXVII, Suppl. 1 - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia
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s196<br />
<strong>di</strong> questo scaffold nel promuovere la fusione del sito <strong>di</strong><br />
osteotomia in un modello animale <strong>di</strong> sternotomia 32 .<br />
Il nostro gruppo ha, inoltre, sviluppato una tecnica <strong>di</strong><br />
produzione <strong>di</strong> biomateriali con struttura tri<strong>di</strong>mensionale<br />
porosa con un preciso controllo della macro- e microarchitettura.<br />
Tale struttura porosa permette <strong>di</strong> accogliere cellule<br />
osteoprogenitrici come le MSC. Esperimenti in vitro<br />
condotti dal nostro gruppo hanno mostrato come le MSC<br />
umane crescono aderenti alla superfi cie delle microfi bre<br />
che costituiscono la maglia porosa dello scaffold. La superfi<br />
cie del polimero può essere funzionalizzata in modo<br />
da immobilizzare sulla superfi cie fattori <strong>di</strong> crescita osteoiduttivi.<br />
In un recente stu<strong>di</strong>o il nostro gruppo <strong>di</strong> ricerca<br />
ha <strong>di</strong>mostrato come superfi ci <strong>di</strong> poli-capro-lattone (PCL)<br />
funzionalizzate tramite grafting chimico con BMP-2 possono<br />
indurre la <strong>di</strong>fferenziazione osteogenica <strong>di</strong> MSC umane<br />
coltivate su queste superfi ci in con<strong>di</strong>zioni basali 33 .<br />
L’ingEgnEria tissutaLE E LE cELLuLE staMinaLi<br />
MEsEnchiMaLi: VErso L’appLicaZionE cLinica<br />
L’ingegneria tissutale del tessuto osseo sembra avere la<br />
capacità <strong>di</strong> superare le limitazioni delle strategie <strong>di</strong>sponibile<br />
ed eguagliare le caratteristiche dell’osso autologo<br />
me<strong>di</strong>ante l’utilizzo <strong>di</strong> bioscaffold con potere osteoinduttivo<br />
e osteoconduttivo e cellule staminali con potere osteogenico.<br />
I nuovi bioscaffold funzionalizzati con fattori <strong>di</strong><br />
crescita avranno la capacità <strong>di</strong> indurre il <strong>di</strong>fferenziamento<br />
delle cellule progenitrici verso il fenotipo osseo guidando<br />
la neovascolarizzazione in modo da generare un costrutto<br />
ingegnerizzato capace <strong>di</strong> promuovere la riparazione e<br />
la rigenerazione del tessuto osseo.<br />
Le cellule staminali presenti nel microambiente ematopoietico<br />
del midollo osseo sono state descritte per la prima<br />
volta negli anni ’70 da Friedenstein et al. Data la loro<br />
capacità in colture <strong>di</strong> aderire su superfi ci <strong>di</strong> plastica e <strong>di</strong><br />
sviluppare colonie <strong>di</strong> cellule fusiformi, sono state defi nite<br />
unità formanti colonie <strong>di</strong> fi broblasti 29 . Queste cellule hanno<br />
la capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziare in <strong>di</strong>fferenti tessuti <strong>di</strong> derivazione<br />
mesodermica. Da questa deriva l’ampio utilizzo<br />
del termine cellule staminali mesenchimali (MSC – Mesenchymal<br />
Stem/Stromal Cells). Sebbene le MSC siano state<br />
per prime descritte nel midollo osseo, queste sono state<br />
identifi cate in tutti i tessuti, in quanto costituiscono la popolazione<br />
pericitaria della parete vasale 34 .<br />
La Società Internazionale <strong>di</strong> Terapia Cellulare defi nisce le<br />
MSC cellule stromali multipotenti aventi tre caratteristiche<br />
principali: 1) l’adesione a superfi ci <strong>di</strong> plastica; 2) l’espressione<br />
<strong>di</strong> uno specifi co set <strong>di</strong> molecole <strong>di</strong> membrana (CD73,<br />
CD90, CD105), e la mancanza <strong>di</strong> espressione <strong>di</strong> marker<br />
ematopoietici CD14, CD34 e CD45 e <strong>di</strong> antigene leucocitario<br />
umano-DR (HLA-DR); e 3) la capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziarsi<br />
nelle tre principali linee <strong>di</strong>fferenziative mesodermiche (osteoblastica,<br />
condrogenica e a<strong>di</strong>pocitaria). Sebbene queste<br />
g. VadaLà Et aL.<br />
caratteristiche principali si applichino a tutte le MSC, alcune<br />
<strong>di</strong>fferenze possono <strong>di</strong>pendere dal tessuto <strong>di</strong> origine; per<br />
esempio, le MSC derivate dal tessuto a<strong>di</strong>poso esprimono<br />
gli antigeni <strong>di</strong> membrana CD34 e CD54 34 .<br />
Le MSC possono <strong>di</strong>fferenziarsi sia in vitro che in vivo in<br />
osteoblasti o condrociti. Il trapianto e la <strong>di</strong>fferenziazione<br />
delle MSC in osteoblasti funzionali sono stati <strong>di</strong>mostrati in<br />
vivo in un modello animale e nell’uomo, per il trattamento<br />
dell’osteogenesis imperfecta e la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> segmenti<br />
<strong>di</strong> sostanza ossea 35 36 .<br />
In Europa, le MSC sono considerate un terapia farmacologica<br />
avanzata (Advanced Therapy Me<strong>di</strong>cinal Products<br />
– ATMP), come defi nito dalla Normativa Europea CE<br />
No. 1394⁄2007. Nello specifi co, tenendo conto dell’applicazione<br />
delle MSC per favorire l’artrodesi vertebrale,<br />
le MSC espanse in vitro ed associate a bioscaffolds sono<br />
considerate prodotti dell’ingegneria tissutale. Pertanto, le<br />
MSC devono essere prodotte in accordo con le pratiche<br />
<strong>di</strong> buona fabbricazione (Good Manufacturing Practices<br />
– GMPs), con controlli rigorosi, al fi ne <strong>di</strong> ottenere una<br />
terapia cellulare effi cace e sicura per essere impiegata in<br />
trial clinici. Il trasferimento dei protocolli <strong>di</strong> ricerca in procedure<br />
basate sulle GMP per la produzione su larga scala<br />
delle MSC (clinical grade), richiede un’analisi attenta <strong>di</strong><br />
tutti i rischi e benefi ci al fi ne <strong>di</strong> identifi care e controllare<br />
tutti gli aspetti critici 37 . In particolare, i seguenti parametri<br />
dovrebbero essere considerati: sorgente e metodo <strong>di</strong> prelievo,<br />
semina cellulare, tasso <strong>di</strong> proliferazione e mezzo <strong>di</strong><br />
coltura. Per l’applicazione clinica, l’uso <strong>di</strong> plasma umano<br />
arricchito <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> crescita piastrinici rappresenta<br />
un’alternativa effi cace al siero animale 37 .<br />
Un altro aspetto critico è il controllo <strong>di</strong> qualità. L’espansione<br />
cellulare in colture non è scevra dal rischio <strong>di</strong> contaminazioni<br />
batteriche, rischio xenogenico o <strong>di</strong> trasformazione<br />
cellulare. Così, le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> coltura devono<br />
essere testate e sottoposte a rigorosa validazione ed a<br />
controlli <strong>di</strong> qualità eseguiti durante il prelievo delle cellule<br />
e nelle <strong>di</strong>verse fasi <strong>di</strong> produzione. I controlli <strong>di</strong> qualità<br />
devono comprendere: test batteriologici, controlli fenotipici,<br />
follow-up morfologico delle colture. I controlli fi nali <strong>di</strong><br />
qualità devono includere la vitalità ed i test fenotipici 37 .<br />
L’analisi dei risultati <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> clinici futuri e <strong>di</strong> quelli ad oggi<br />
in corso, associati ad un attenta valutazione del rapporto<br />
costo/benefi cio, sono alla base della possibile <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong><br />
queste applicazioni biotecnologiche in chirurgia vertebrale.<br />
concLusioni<br />
Una solida artrodesi in chirurgia del rachide può essere<br />
ottenuta me<strong>di</strong>ante l’utilizzo <strong>di</strong> numerose tecnologie che promuovono<br />
la neo-formazione ossea tra due vertebre a<strong>di</strong>acenti.<br />
Nonostante numerosi stu<strong>di</strong> abbiano stu<strong>di</strong>ato l’effi cacia<br />
clinica <strong>di</strong> nuovi scaffolds e l’applicazione <strong>di</strong> biotecnologie,<br />
ancora nessuna opzione è superiore all’osso autologo.