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Vol.XXXVII, Suppl. 1 - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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s146<br />

un ruolo quin<strong>di</strong> nella formazione e crescita della cisti 7-9 .<br />

La pressione all’interno è molto elevata, al punto che<br />

se viene iniettato del liquido nella cisti esso può essere<br />

estruso nel sistema venoso dell’arto 7 ; ciò ha portato<br />

qualcuno a sostenere che ristabilendo i normali canali <strong>di</strong><br />

uscita o abbassando la pressione interstiziale con multiple<br />

perforazioni si può ottenere una involuzione della<br />

cisti 10 11 .<br />

cLinica<br />

La maggior parte delle lesioni sono asintomatiche e scoperte<br />

in occasione <strong>di</strong> esecuzione <strong>di</strong> esami strumentali<br />

condotti per altri motivi; raramente la cisti è sintomatica.<br />

Spesso, invece, i pazienti possono presentarsi con dolore,<br />

edema e deformità conseguenti alle fratture patologiche<br />

insorte per traumi a bassa energia che, in genere, sono<br />

composte o mo<strong>di</strong>camente scomposte (68% dei casi) 1 2 12 .<br />

Ra<strong>di</strong>ologicamente la lesione si presenta come un’area <strong>di</strong><br />

trasparenza intramidollare a carta geografi ca, la corticale<br />

è spesso assottigliata e il profi lo dell’osso frequentemente<br />

espanso; raramente si osservano mo<strong>di</strong>fi cazioni<br />

periostali reattive, a meno che non ci sia una frattura<br />

patologica. Talvolta un frammento <strong>di</strong> corticale fratturata<br />

può cadere nelle cisti dando luogo al segno del frammento<br />

caduto; la lesione può confi nare con la fi si o perfi<br />

no attraversarla, ciò si verifi ca in genere nei bambini<br />

piccoli ed è in<strong>di</strong>cativo <strong>di</strong> una cisti attiva. Nei bambini<br />

più gran<strong>di</strong> la lesione tende a localizzarsi in sede più meta<strong>di</strong>afi<br />

saria o <strong>di</strong>afi saria ed è stata defi nita cisti inattiva.<br />

Essa tende a regre<strong>di</strong>re o a guarire una volta raggiunta<br />

la maturità scheletrica 2 7 . La <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenziale viene<br />

solitamente condotta con la <strong>di</strong>splasia fi brosa e la cisti<br />

ossea aneurismatica 2 7 .<br />

trattaMEnto<br />

Nel corso della loro storia naturale le cisti progre<strong>di</strong>scono<br />

da una fase attiva ad una quiescente e possono guarire<br />

spontaneamente dopo il completamento della crescita 2 13 .<br />

Le forme quiescenti spesso si risolvono spontaneamente<br />

con la maturità scheletrica, ma questo accade solo nel<br />

7-15% delle forme sintomatiche 2 14 . Inoltre, spesso alla<br />

<strong>di</strong>agnosi non è possibile stabilire con certezza se la cisti<br />

si trova in una fase attiva, <strong>di</strong> involuzione o <strong>di</strong> quiescenza.<br />

Per questi motivi la scelta del trattamento può essere complicata,<br />

anche perché, come si evince dalla letteratura il<br />

trattamento <strong>di</strong> una cisti attiva può non avere successo,<br />

così come il trattamento <strong>di</strong> una cisti non attiva può portare<br />

al successo ma non essere necessario 2 . Comunque<br />

pur non essendoci linee guida certe sull’argomento si ritiene<br />

che, se viene scoperta una cisti incidentalmente, ed è<br />

asintomatica, è ragionevole osservarla nel tempo; se poi<br />

essa si mostra attiva è appropriato trattarla. Se comunque<br />

la cisti rimane asintomatica ed il paziente è in grado <strong>di</strong><br />

g. Maccauro Et aL.<br />

svolgere senza limitazioni le sue attività, l’osservazione<br />

può essere continuata perché la cisti può risolversi spontaneamente.<br />

Un eccezione è quando la lesione si trova<br />

in regione sottotrocanterica femorale ed in generale nelle<br />

zone sottoposte ad alto stress durante il carico come il<br />

femore 2 . Mentre se la cisti è grande, attiva o associata a<br />

frattura il trattamento va eseguito subito. Dopo una frattura<br />

patologica, poche cisti si obliterano completamente,<br />

ma possono avere suffi ciente stabilità, in questo caso il<br />

trattamento chirurgico può non essere necessario; ma se<br />

esse mostrano ancora caratteri <strong>di</strong> attività dopo la guarigione<br />

della frattura, è in<strong>di</strong>cato il trattamento 2 .<br />

oBiEttiVi<br />

Dall’analisi della letteratura si evince che <strong>di</strong>fferenti meto<strong>di</strong>che<br />

terapeutiche sono state proposte nelle cisti ossee,<br />

con risultati <strong>di</strong>versi, ma, comunque, nessuna ha <strong>di</strong>mostrato<br />

effi cacia in tutte le forme <strong>di</strong> cisti ossee.<br />

Lo scopo del lavoro è stato, quin<strong>di</strong>, riportare una revisione<br />

della letteratura sulle <strong>di</strong>verse meto<strong>di</strong>che terapeutiche<br />

delle cisti ossee, focalizzando l’attenzione sul ruolo che i<br />

fattori <strong>di</strong> crescita possono avere nella guarigione <strong>di</strong> queste<br />

lesioni.<br />

MEto<strong>di</strong>chE tErapEutichE propostE<br />

Una delle più frequenti complicanze delle cisti ossee è<br />

rappresentata dalla frattura patologica: quin<strong>di</strong> il razionale<br />

del trattamento è <strong>di</strong> prevenire tale evenienza, ridurre il<br />

dolore ma anche ridurre o, se possibile, evitare la prolungata<br />

restrizione dell’attività fi sica che, nei bambini, può<br />

comportare conseguenze psicologiche 15 .<br />

Le meto<strong>di</strong>che terapeutiche proposte negli anni ed ancora<br />

valide vanno dalla semplice iniezione <strong>di</strong> corticosteroi<strong>di</strong> a<br />

meto<strong>di</strong>che chirurgiche aperte, a testimonianza <strong>di</strong> quanta<br />

strada ancora ci sia da percorrere nella conoscenza, in<br />

termini <strong>di</strong> eziologia e patogenesi, <strong>di</strong> questa patologia.<br />

tEcnichE ad iniEZionE<br />

Prevedono l’aspirazione del fl uido interno, il lavaggio<br />

con soluzione salina e l’iniezione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti sostanze<br />

sotto guida fl uoroscopia.<br />

Il razionale dell’iniezione <strong>di</strong> metilprednisolone è supportato<br />

dalla presenza <strong>di</strong> alti livelli <strong>di</strong> prostaglan<strong>di</strong>ne nel liquido<br />

cistico che la fanno assimilare ad un processo fl ogistico.<br />

Tale tecnica ha dato risultati contrastanti. Scaglietti<br />

riportò guarigione della cisti con minor morbi<strong>di</strong>tà rispetto<br />

alla resezione o al curettage con trapianto osseo 16 ; altri<br />

lavori non hanno mostrato una grossa effi cacia e riportano<br />

la necessita <strong>di</strong> multiple iniezioni e anestesie. Una<br />

review della letteratura rivela tassi <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va dal 15% al<br />

88% dopo una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 3 iniezioni 2 17-19 .<br />

La cisti ossea è una cavità in cui la parete isola la lesione<br />

dal circolo venoso intramidollare L’iniezione salina ad alta

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