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Vol.XXXVII, Suppl. 1 - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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EspEriEnZa cLinica: stiMoLaZionE dEL tEssuto ossEo<br />

taB. ii. Stu<strong>di</strong> con impiego della stimolazione biofisica in Italia.<br />

autore Meto<strong>di</strong>ca patologia % <strong>di</strong> guarigione<br />

Fontanesi 1983 Induttiva Mancate consolidazioni 88<br />

Traina 1986 Induttiva Mancate consolidazioni 84<br />

Rinal<strong>di</strong> 1985 Induttiva Pseudoartrosi infette 75<br />

Marchetti 1988 Induttiva Mancate consolidazioni 90<br />

Marcer 1984 Induttiva Pseudoartrosi 73<br />

Impagliazzo 2006 Capacitiva Pseudoartrosi 84<br />

Meani 2006 Ultrasuoni Pseudoartrosi infette 85<br />

quattro le meto<strong>di</strong>che hanno <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> essere effi caci<br />

con particolare evidenze a favore <strong>di</strong> quella induttiva (la<br />

stimolazione elettromagnetica). In ogni caso tutte le meto<strong>di</strong>che<br />

non possono essere utili se il trattamento ortope<strong>di</strong>co<br />

non è corretto e se è presente una <strong>di</strong>astasi fra i monconi<br />

<strong>di</strong> frattura superiore alla metà del <strong>di</strong>ametro del segmento<br />

scheletrico sede della mancata consolidazione 28 . Con<br />

sistemi fara<strong>di</strong>ci in <strong>di</strong>fferenti stu<strong>di</strong> è stata ottenuta una percentuale<br />

<strong>di</strong> guarigione variabile dal 66% al 90% dei pazienti<br />

29-33 . In stu<strong>di</strong> con serie <strong>di</strong> pazienti più ampie eseguiti<br />

utilizzando i sistemi induttivi, meno invasivi e più maneggevoli<br />

dei primi, la percentuale <strong>di</strong> successo si è attestata<br />

fra il 77 ed il 90% dei casi 34-37 . Con i sistemi capacitivi<br />

sono stati ottenuti risultati buoni ma meno brillanti rispetto<br />

a quelli ottenuti con i campi elettromagnetici pulsanti,<br />

essendo state rilevate percentuali <strong>di</strong> guarigione attorno<br />

al 70% 38-40 . Sia i sistemi induttivi che quelli capacitivi<br />

appaiono particolarmente in<strong>di</strong>cati in presenza <strong>di</strong> lesioni<br />

infette, tanto che l’infezione del tessuto osseo e dei tessuti<br />

molli circostanti non infl uisce sull’esito del trattamento 41 .<br />

Inoltre la meto<strong>di</strong>ca induttiva si è rivelata superiore alla<br />

chirurgia in presenza <strong>di</strong> infezione 42 . Quando ci si trovi<br />

<strong>di</strong> fronte ad un ritardo <strong>di</strong> consolidazione o <strong>di</strong> pseudoartrosi<br />

nonostante un trattamento ortope<strong>di</strong>co corretto sia dal<br />

punto <strong>di</strong> vista della stabilità meccanica che della buona<br />

riduzione del focolaio <strong>di</strong> frattura, la stimolazione biofi sica<br />

dovrebbe essere preferita in prima istanza ad altre soluzioni<br />

chirurgiche 43 44 .<br />

I CEMP e gli ultrasuoni trovano in<strong>di</strong>cazione nel trattamento<br />

delle fratture recenti in cui la sede, il tipo dell’eventuale<br />

esposizione, la morfologia della frattura e le con<strong>di</strong>zioni<br />

del paziente (malattie metaboliche, sistemiche, terapie,<br />

abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> vita, fumo) facciano prevedere delle <strong>di</strong>ffi coltà<br />

nella evoluzione del processo riparativo (fratture a rischio).<br />

Le “fratture a rischio” rappresentano il 20% <strong>di</strong> tutte<br />

le fratture e la probabilità che vadano incontro ad una<br />

mancata consolidazione sono alte (25-50%) per cui l’impiego<br />

della stimolazione biofi sica appare in<strong>di</strong>cato in virtù<br />

<strong>di</strong> un rapporto costo-benefi cio favorevole. Bisognerebbe<br />

comunque ricorrervi qualora si dovessero ravvisare le prime<br />

in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> un callo riparativo scarso o assente. Stu<strong>di</strong><br />

prospettici, randomizzati e in doppio cieco <strong>di</strong>mostrano<br />

s207<br />

che è possibile ridurre in “me<strong>di</strong>a” del 25-30% il tempo<br />

necessario alla consolidazione ossea e che la terapia biofi<br />

sica previene la lenta evoluzione <strong>di</strong> fratture che richiedono<br />

oltre 4 mesi per guarire 28 . La stimolazione elettrica ha<br />

accorciato i tempi me<strong>di</strong> <strong>di</strong> guarigione anche in presenza<br />

<strong>di</strong> fratture particolarmente complesse con esposizione<br />

dei frammenti e danno dei tessuti molli 44 . L’impiego <strong>di</strong><br />

un apparecchio gessato o <strong>di</strong> un fi ssatore esterno non ha<br />

interferito con la azione dei CEMP. La stimolazione con<br />

campi capacitivi si è rivelata utile nel trattamento delle<br />

fratture da stress dell’atleta con una percentuale <strong>di</strong> successo<br />

dell’88% 45 . Sempre a proposito <strong>di</strong> fratture fresche,<br />

in uno stu<strong>di</strong>o in doppio cieco i CEMP hanno velocizzato<br />

il processo <strong>di</strong> guarigione <strong>di</strong> osteotomie tibiali rispetto al<br />

gruppo <strong>di</strong> pazienti trattato chirurgicamente ma che non si<br />

era avvalso della stimolazione elettromagnetica 46 .<br />

I CEMP trovano anche in<strong>di</strong>cazione nel trattamento delle<br />

fratture articolari dove la <strong>di</strong>ffi coltà <strong>di</strong> ricostruzione delle<br />

superfi ci articolari è complicata dalla presenza del danno<br />

cartilagineo. I CEMP permettono un approccio terapeutico<br />

a questo tipo <strong>di</strong> fratture comprensivo sia delle problematiche<br />

a livello osseo che <strong>di</strong> quelle cartilaginee. I CEMP<br />

infatti esprimendo un effetto adenosino agonista per<br />

il recettore A2a riducono il danno determinato sull’ambiente<br />

articolare dalla reazione infi ammatoria andando<br />

a limitare gli effetti catabolici delle citochine proinfi ammatorie<br />

sulla cartilagine da un lato e inducendo dall’altro<br />

un aumento della sintesi dei proteoglicani 25 . I CEMP in<br />

stu<strong>di</strong> sperimentali e clinici hanno <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> favorire<br />

la guarigione dell’osso subcondrale, <strong>di</strong> poter prevenire la<br />

sclerosi dell’osso subcondrale e la degenerazione della<br />

cartilagine articolare opponendosi all’evoluzione artrosica<br />

47 48 .<br />

Le meto<strong>di</strong>che induttiva, capacitiva e fara<strong>di</strong>ca (questa ultima<br />

con impianto <strong>di</strong>retto <strong>di</strong> elettro<strong>di</strong>) vengono utilizzate<br />

con successo per favorire la fusione e la integrazione<br />

del trapianto osseo nelle artrodesi vertebrali. La meto<strong>di</strong>ca<br />

capacitiva in particolare si è rivelata particolarmente<br />

effi cace nell’aumentare la percentuale <strong>di</strong> guarigione<br />

in pazienti trattati con artrodesi vertebrale dal 65% del<br />

gruppo placebo all’84% nei pazienti invece sottoposti a<br />

stimolazione 8 .<br />

La meto<strong>di</strong>ca induttiva si è <strong>di</strong>mostrata particolarmente utile<br />

nel trattamento conservativo della necrosi avascolare<br />

femorale negli sta<strong>di</strong> I e II della classifi cazione <strong>di</strong> Ficat limitando<br />

signifi cativamente la progressione della malattia<br />

verso l’artrosi dell’anca e quin<strong>di</strong> il ricorso ad interventi<br />

chirurgici <strong>di</strong> protesizzazione dell’articolazione colpita 49 .<br />

Un ampio stu<strong>di</strong>o comparativo fra <strong>di</strong>versi trattamenti ortope<strong>di</strong>ci<br />

(core decompression e stimolazione con CEMP)<br />

paragonati con l’in<strong>di</strong>cazione al non carico ha <strong>di</strong>mostrato<br />

che la stimolazione elettromagnetica ottiene nel lungo periodo<br />

i migliori risultati 49 50 .

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