Vol.XXXVII, Suppl. 1 - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia
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s92<br />
precedentemente commercializzato dalla DePuy (Delta<br />
3.2), risultava più effi cace <strong>di</strong> quello con aggancio a molle<br />
attualmente <strong>di</strong>sponibile per la Delta XTEND, peraltro<br />
molto pratico in fase <strong>di</strong> impianto, in quanto quest’ultimo<br />
si sgancia dallo stelo e si danneggia quando si utilizza il<br />
sistema <strong>di</strong> estrazione con l’energia necessaria per ottenere<br />
lo scopo.<br />
Una volta rimosso lo stelo, trattandosi <strong>di</strong> un componente<br />
a superfi cie lucida, il manto <strong>di</strong> cemento, se ben ancorato<br />
all’osso, rimane stabile e integro, cosa che in un caso <strong>di</strong><br />
errato posizionamento (stelo troppo affondato con conseguente<br />
lussazione) ha permesso <strong>di</strong> utilizzare uno stelo più<br />
piccolo in posizione più craniale, con tecnica cemento su<br />
cemento (Figg. 3, 4).<br />
La rimozione del cemento richiede un adeguato strumentario<br />
e la necessaria pazienza, ma, se il manto non si<br />
estende troppo <strong>di</strong>stalmente e il tappo è <strong>di</strong> spessore contenuto,<br />
si tratta <strong>di</strong> un tempo molto più agevole e molto<br />
meno frustrante rispetto alla rimozione <strong>di</strong> uno stelo non<br />
cementato e solidamente ancorato.<br />
Per quanto attiene all’ultimo punto, relativo ai possibili<br />
fig. 3. In questo paziente lo stelo era stato impiantato con<br />
affondamento eccessivo, con conseguente instabilità per<br />
scarsa tensione.<br />
n. iVaLdo Et aL.<br />
danni in fase <strong>di</strong> cementazione, questo vale essenzialmente<br />
per gli steli lunghi, e pertanto per i casi <strong>di</strong> revisione.<br />
La struttura a rischio è soprattutto il nervo ra<strong>di</strong>ale, che può<br />
essere danneggiato a seguito della fuoriuscita del cemento,<br />
eventualità resa possibile dall’incontinenza della <strong>di</strong>afi -<br />
si per debolezza delle corticali o perforazioni verifi catesi<br />
nel corso della rimozione (Fig. 5).<br />
Nei casi a rischio vale senz’altro la pena <strong>di</strong> estendere<br />
<strong>di</strong>stalmente l’accesso ed isolare il ra<strong>di</strong>ale per tenerlo costantemente<br />
sotto controllo.<br />
Per la scelta del tipo <strong>di</strong> cemento ci orientiamo verso prodotti<br />
a bassa viscosità che permettono la <strong>di</strong>ffusione omogenea<br />
anche in canali omerali <strong>di</strong> piccolo <strong>di</strong>ametro.<br />
Di regola negli impianti primari, gravati nella nostra esperienza<br />
da un ridotto rischio <strong>di</strong> infezione,non utilizziamo<br />
cemento antibiotato, che invece riserviamo ai casi già<br />
operati in precedenza, anche per implicazioni me<strong>di</strong>co<br />
legali.<br />
Nel caso <strong>di</strong> protesi inversa impiantata per frattura fresca,<br />
in<strong>di</strong>cazione destinata ad subire un forte incremento ne-<br />
fig. 4. La revisione è stata effettuata con tecnica<br />
cemento su cemento impiantando lo stelo in posizione più<br />
craniale.