Vol.XXXVII, Suppl. 1 - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia
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usura dEi MatEriaLi<br />
fig. 5. Evidenza <strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong> corrosione a livello del<br />
cono morse e della giunzione metafisi stelo in una protesi<br />
modulare espiantata.<br />
a stelo in titanio. Successivamente sono stati documentati<br />
altri casi <strong>di</strong> fallimento ad un periodo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 2 anni, che<br />
hanno determinato l’abolizione <strong>di</strong> questo accoppiamento<br />
sostituito dall’introduzione <strong>di</strong> colli in Co-Cr29-Mo che non<br />
hanno evidenziato problemi degni <strong>di</strong> nota a breve termine.<br />
Il micromovimento all’interfaccia, favorito da impurità,<br />
come una sorta <strong>di</strong> “third body wear” (detriti ossei, sangue)<br />
sono all’origine <strong>di</strong> un meccanismo <strong>di</strong> usura <strong>di</strong> tipo<br />
“fretting” ovvero sfregamento, che determina la per<strong>di</strong>ta<br />
della superfi cie protettiva del materiale e quin<strong>di</strong> innesca<br />
ulteriori processi corrosivi <strong>di</strong> tipo “crevice”, corrosione in<br />
zone non normalmente sottoposte all’attacco ambientale,<br />
ed intergranulare, con <strong>di</strong>minuzione della resistenza sino<br />
alla defi nitiva rottura da fatica. L’obesità (> 100 kg), colli<br />
in varo e teste lunghe hanno <strong>di</strong>mostrato una maggiore<br />
suscettibilità a questa complicanza 25-27 .<br />
gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>aMEtri E usura<br />
A partire dagli anni 2000, anche grazie ai progressi in<br />
campo metallurgico, alla comparsa <strong>di</strong> polietileni reticolati<br />
ad elevata resistenza all’usura, si è progressivamente assistito<br />
all’impianto <strong>di</strong> accoppiamenti <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>ametri.<br />
Si è passati da testine <strong>di</strong> 28 mm. a impianti <strong>di</strong> 32, 36<br />
e 40 mm. sino anche a <strong>di</strong>ametri superiori per gli accoppiamenti<br />
metallo-metallo. È stato ampiamente <strong>di</strong>mostrato<br />
come ad un maggiore <strong>di</strong>ametro corrisponda una maggiore<br />
stabilità dell’impianto, con minori rischi <strong>di</strong> lussazione.<br />
Al tempo stesso, le teste <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, meglio ricostruiscono<br />
la geometria articolare, e grazie ad una maggiore<br />
“jumping <strong>di</strong>stance” consentono un maggiore arco<br />
<strong>di</strong> movimento (ROM) ritardando l’impingement tra collo e<br />
s79<br />
cotile/acetabolo 28-31 . Il limite posto nel passato ai gran<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>ametri è sempre stato l’aumento dell’usura volumetrica,<br />
che ne ha limitato l’utilizzo clinico. In realtà i risultati ottenuti<br />
nei simulatori e negli stu<strong>di</strong> clinici a breve termine hanno<br />
evidenziato, grazie ai moderni materiali <strong>di</strong> accoppiamento,<br />
una scarsa correlazione tra <strong>di</strong>ametro della testa e<br />
usura 32-36 . Nonostante ciò, gli attuali report clinici, sono<br />
ancora a breve termine e a volte contrastanti tra loro, e<br />
<strong>di</strong> conseguenza una certa cautela è tuttora consigliabile<br />
riguardo l’utilizzo <strong>di</strong> teste <strong>di</strong> grande <strong>di</strong>ametro 37 .<br />
accoppiaMEnti protEsici<br />
L’osteolisi è un fenomeno multifattoriale che <strong>di</strong>pende dalla<br />
tecnica chirurgica, dal design dell’impianto, dalle caratteristiche<br />
ed abitu<strong>di</strong>ni del paziente ed infi ne, dalla composizione<br />
del materiale. Gli accoppiamenti alternativi<br />
al classico metallo polietilene, introdotto negli anni ’60,<br />
quali il polietilene altamente reticolato, l’accoppiamento<br />
ceramica-ceramica e metallo-metallo sono stati introdotti<br />
nella pratica clinica per ridurre i fenomeni <strong>di</strong> usura ed<br />
osteolisi dopo impianti protesici <strong>di</strong> anca. Follow-up clinici<br />
a me<strong>di</strong>o termine confermano questa tendenza, ma<br />
non sono ancora <strong>di</strong>sponibili follow-up a lungo termine<br />
che confermino questa tendenza. I primi accoppiamenti<br />
metallo-polietilene utilizzarono polietilene ad elevato<br />
peso molecolare sterilizzato ai raggi gamma in aria e<br />
esposti ad ossido <strong>di</strong> etilene. Molti impianti, specie se con<br />
design corretto e ben impiantati, hanno <strong>di</strong>mostrato una<br />
durata elevata, anche 25-30 anni. Tenendo conto <strong>di</strong> questi<br />
risultati clinici, viene spontanea la domanda sul perché<br />
cambiare accoppiamenti. In realtà 30 anni fa le in<strong>di</strong>cazioni<br />
alla chirurgia protesica erano molto più restrittive<br />
e la selezione dei pazienti era molto più conservativa<br />
<strong>di</strong> oggi con pazienti <strong>di</strong> età molto più avanzata e con richieste<br />
funzionali molto minori. Accoppiamenti alternativi<br />
come il polietilene altamente reticolato, il metallo-metallo<br />
e la ceramica-ceramica sono attraenti perché riducono<br />
potenzialmente l’usura e quin<strong>di</strong>, l’osteolisi periprotesica<br />
e il loosening.<br />
L’utilizzo <strong>di</strong> polietilene altamente reticolato ha <strong>di</strong>mostrato,<br />
in Letteratura, una importante riduzione dell’usura lineare<br />
rispetto al polietilene convenzionale (0,007 mm/anno vs.<br />
0,174 mm/anno). La ricerca in ambito tribologico si è<br />
orientata negli anni verso la realizzazione <strong>di</strong> materiali ed<br />
accoppiamenti alternativi al metallo-polietilene per poterli<br />
utilizzare in pazienti più giovani e con elevata richiesta<br />
funzionale: tali impianti necessitano quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> elevata resistenza<br />
all’usura e <strong>di</strong> produrre detriti in scarsa quantità<br />
e reattività biologica. Di seguito descriveremo riassuntivamente<br />
le principali caratteristiche meccaniche dei <strong>di</strong>versi<br />
accoppiamenti maggiormente utilizzati in chirurgia protesica<br />
<strong>di</strong> anca, focalizzando l’attenzione su quelli alternativi<br />
al classico metallo-polietilene.