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Vol.XXXVII, Suppl. 1 - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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s72<br />

agosto2011;37(suppl.1):72-75<br />

iL cotiLE EMisfErico in tritaniuM<br />

the hemispheric cup tritanium<br />

riassunto<br />

La fissazione <strong>di</strong> una componente acetabolare non cementata<br />

in una protesi totale d’anca <strong>di</strong>pende da un’iniziale stabilità<br />

meccanica, primaria, che deve essere ottenuta al momento del<br />

posizionamento dell’impianto e dalla successiva fissazione secondaria.<br />

Negli ultimi anni, la ricerca ha sviluppato materiali a struttura<br />

tri<strong>di</strong>mensionale, in modo da incrementare la porosità, il coefficiente<br />

<strong>di</strong> attrito ed il modulo elastico.<br />

Tra i nuovi materiali spicca il tritanium, le cui caratteristiche<br />

principali sono: coefficiente <strong>di</strong> frizione pari a 1,01, modulo <strong>di</strong><br />

elasticità pari a 4 Gpa, elevata porosità, <strong>di</strong>mensione dei pori<br />

compresa tra 311 a 546 microns.<br />

Nel periodo compreso tra novembre 2009 e <strong>di</strong>cembre 2010,<br />

presso la Clinica Ortope<strong>di</strong>ca e Traumatologica dell’Università<br />

dell’Insubria, sono stati eseguiti 141 interventi chirurgici <strong>di</strong> artroprotesi<br />

<strong>di</strong> anca utilizzando una componente acetabolare in<br />

tritanium (Stryker ® , USA).<br />

Ad un follow-up me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 12 mesi, non abbiamo riscontrato<br />

alcuna mobilizzazione asettica della componente acetabolari.<br />

L’utilizzo <strong>di</strong> viti <strong>di</strong> fissaggio acetabolare solo nel 21% dei casi<br />

rappresenta la conferma che un elevato coefficiente <strong>di</strong> attrito<br />

del materiale sia uno dei fattori chiave nell’ottenimento <strong>di</strong> una<br />

ottima stabilità meccanica primaria.<br />

La brevità del follow-up non ci permette <strong>di</strong> trarre conclusioni in<br />

merito alla stabilità secondaria.<br />

parole chiave: Artroprotesi d’anca, fissazione primaria, fissazione<br />

biologica, titanio trabecolare<br />

summary<br />

The uncemented fixation of a acetabular component in a total<br />

hip prosthesis has been used for more than two decades. It depends<br />

on a primary initial mechanical stability, which should<br />

be obtained at the time of implant placement and a subsequent<br />

secondary stability represented by new bone apposition over<br />

the surface of biomaterials.<br />

Actually, the research is oriented towards materials similar to<br />

tri<strong>di</strong>mensional “scaffold”, in order to increase the porosity, the<br />

p. chEruBino, f. d’angELo, t. Binda, a. fagEtti,<br />

M. puricELLi<br />

Istituto <strong>di</strong> Clinica Ortope<strong>di</strong>ca e Traumatologica,<br />

Università dell’Insubria<br />

In<strong>di</strong>rizzo per la corrispondenza:<br />

Fabio D’Angelo<br />

Istituto <strong>di</strong> Clinica Ortope<strong>di</strong>ca e Traumatologica,<br />

Università dell’Insubria<br />

Viale Borri 57, 21100 Varese<br />

Tel. 0332-278824 - Fax 0332-278825<br />

E-mail: fabio.dangelo@uninsubria.it<br />

coefficient of friction and the elasticity. Materials such trabecolar<br />

tritanium has been introduced. Its main features are: coefficient<br />

of friction equal to 1.01, modulus of elasticity of 4 Gpa, high<br />

porosity, pore size between 311 to 546 microns.<br />

During the period between November 2009 and December<br />

2010, 141 hip replacement using a Tritanium acetabular component<br />

(Stryker ®, USA) were performed at the Department of<br />

orthopae<strong>di</strong>cs and traumatology of the University of Insubria. At<br />

a mean follow-up of 12 months none of the cups was revised<br />

for aseptic loosening.<br />

The use of acetabular fixation screws in only 21% of the cases<br />

is a confirm that a high coefficient of friction of the material is a<br />

key factor in obtaining a good mechanical stability.<br />

The short follow-up does not allow us to draw conclusions about<br />

the secondary stability.<br />

Key words: Hip arthroplasty, primary fixation, biologic fixation,<br />

trabecular titanium<br />

introduZionE<br />

La fissazione non cementata <strong>di</strong> una componente acetabolare<br />

in una protesi totale d’anca è usata da oltre due<br />

deca<strong>di</strong> e <strong>di</strong>pende da un’iniziale stabilità meccanica, primaria,<br />

che va ricercata al momento del posizionamento<br />

dell’impianto e dalla fissazione secondaria dovuta alla<br />

successiva osteointegrazione.<br />

Ne consegue che nella realizzazione <strong>di</strong> un nuovo impianto<br />

acetabolare la scelta della morfologia, il biomateriale<br />

scelto e le finiture <strong>di</strong> superficie influenzano sia la stabilità<br />

primaria che quella biologica.<br />

Prendendo in considerazione la stabilità primaria questa<br />

è strettamente correlata a svariati fattori che influenzano<br />

la tecnica chirurgica:<br />

• <strong>di</strong>segno della coppa: il design emisferico e quello<br />

emi-ellissoidale (in cui il <strong>di</strong>ametro equatoriale è lievemente<br />

maggiore rispetto a quello polare) sono la<br />

forma ideale per i cotili non cementati in quanto si<br />

adattano all’anatomia dell’acetabolo e permettono<br />

una fisiologica ripartizione dei carichi;<br />

• sovra<strong>di</strong>mensionamento della coppa rispetto all’ultima<br />

fresa utilizzata: tale fattore è identificato con il termine<br />

<strong>di</strong> press-fit ed in<strong>di</strong>ca una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> precarico<br />

tra osso e impianto. Con questo meccanismo, sfruttando<br />

la risposta elastica dell’acetabolo, si ottiene la<br />

trasmissione <strong>di</strong> forze compressive sul bordo acetabolare,<br />

scaricando la parete del fondo.<br />

Con il termine <strong>di</strong> osteointegrazione si intende il contatto<br />

<strong>di</strong>retto tra osso e impianto; esso è strettamente correlato<br />

con il materiale utilizzato e la sua finitura <strong>di</strong> superficie.<br />

Questa può oscillare tra una microporosità (3-10 micron)<br />

ad una macrorugosità (50-300 micron), determinando in<br />

linea teorica una <strong>di</strong>fferente apposizione ossea: nel primo<br />

caso si realizzerebbe una crescita <strong>di</strong> tessuto osseo sull’impianto<br />

(bone ongrowth) nel secondo invece all’interno <strong>di</strong><br />

esso (bone ingrowth). Considerando la componente acetabolare<br />

il ricorso a delle strutture con una porosità ma-

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