Vol.XXXVII, Suppl. 1 - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia
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isuLtati dEL riVEstiMEnto con traBEcuLar MEtaL<br />
nELLo stELo fEMoraLE s67<br />
introduZionE<br />
Gli steli protesici femorali non cementati dell’anca hanno<br />
avuto nel corso <strong>di</strong> questi 20 anni una continua evoluzione<br />
per quanto riguarda i materiali, la morfologia, i<br />
rivestimenti e le <strong>di</strong>mensioni per migliorare la fi ssazione e<br />
preservare il patrimonio osseo con il fi ne <strong>di</strong> aumentare<br />
la stabilità dell’impianto a lungo termine 1 . I materiali <strong>di</strong><br />
rivestimento svolgono un ruolo importante per migliorare<br />
la fi ssazione primaria e l’osteointegrazione attraverso<br />
l’aumento della superfi cie <strong>di</strong> contatto osso-protesi. Per aumentare<br />
la porosità delle superfi cie <strong>di</strong> rivestimento delle<br />
componenti protesiche sono state sintetizzate sfere o fi li<br />
metallici o spruzzate (plasma spray) particelle <strong>di</strong> metallo<br />
(titanio) o <strong>di</strong> composti ceramici come l’idrossiapatite ed<br />
il tricalcio-fosfato. L’idrossiapatite è stata ampiamente utilizzata<br />
come rivestimento prossimale negli steli protesici<br />
per le sue capacità osteoconducenti ed i risultati clinici e<br />
ra<strong>di</strong>ografi ci a lungo termine (> 10 anni) hanno <strong>di</strong>mostrato<br />
un suo positivo effetto sull’osteointegrazione e sulla funzionalità<br />
articolare con riduzione dell’incidenza del dolore<br />
<strong>di</strong> coscia 2 3 . L’apposizione <strong>di</strong> materiali <strong>di</strong> rivestimento sulle<br />
componenti protesiche può rappresentare una possibile<br />
causa <strong>di</strong> osteolisi in quanto una loro separazione o delaminazione<br />
determina la formazione <strong>di</strong> detriti che possono<br />
favorire l’usura del polietilene 4 . L’ingegneria biome<strong>di</strong>ca<br />
ha successivamente stu<strong>di</strong>ato e realizzato materiali <strong>di</strong> rivestimento<br />
con una microstruttura porosa (trabecular metal,<br />
trabecular titanio) per evitare l’apposizione <strong>di</strong> altri metalli<br />
5 . Dal 1997 ha trovato varie applicazioni nella chirurgia<br />
ortope<strong>di</strong>ca un nuovo biomateriale il tantalio che per le sue<br />
caratteristiche fi siche e meccaniche può essere impiegato<br />
sia come componente monoblocco sia come rivestimento<br />
nella chirurgia protesica dell’anca, del ginocchio e della<br />
spalla 6 . Attraverso un processo <strong>di</strong> polimerizzazione si realizza<br />
una struttura trabecolare che raggiunge l’80% del<br />
suo volume e che presenta un modulo d’elasticità (3 GPa)<br />
simile a quello dell’osso spongioso (1,2 GPa). Gli stu<strong>di</strong><br />
sperimentali hanno evidenziato che le sue caratteristiche<br />
fi siche e biomeccaniche determinano un elevato coeffi -<br />
ciente <strong>di</strong> frizione osso-protesi che aumenta la stabilità<br />
primaria delle componenti protesiche ed una elevata capacità<br />
osteoconduttiva con osteointegrazione superiore al<br />
90% della superfi cie protesica 7 . Nelle artroprotesi d’anca<br />
i risultati ra<strong>di</strong>ografi ci a <strong>di</strong>stanza delle componenti acetabolari<br />
in trabecular metal hanno evidenziato un’alta<br />
percentuale <strong>di</strong> osteointegrazione anche negli interventi <strong>di</strong><br />
revisione dove la qualità ossea risultava compromessa 8 .<br />
Nel 2005 è stato realizzato uno stelo femorale in lega<br />
<strong>di</strong> titanio con rivestimento prossimale in trabecular metal<br />
con il fi ne <strong>di</strong> migliorare la fi ssazione primaria metafi saria<br />
e ridurre lo stress-shiel<strong>di</strong>ng. Abbiamo pertanto condotto<br />
uno stu<strong>di</strong>o multicentrico prospettico su questo innovativo<br />
stelo femorale per valutare se il rivestimento in trabecular<br />
metal comporti un reale miglioramento dei risultati clinici<br />
e ra<strong>di</strong>ografi ci nei pazienti operati <strong>di</strong> artroprotesi d’anca.<br />
MatEriaLi E MEto<strong>di</strong><br />
Lo stelo protesico femorale Trabecular Metal Primary<br />
(TMP, Zimmer, Inc, Warsaw, USA) è costituito da una lega<br />
<strong>di</strong> titanio (Ti-6Al-4V) con un rivestimento prossimale in<br />
tantalio applicato secondo un processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusion bon<strong>di</strong>ng.<br />
Il <strong>di</strong>segno dello stelo presenta una sezione conica<br />
prossimale con un angolo A/P <strong>di</strong> 14° ed una porzione<br />
<strong>di</strong>stale a superfi cie liscia con un cono <strong>di</strong> 3°. La sezione<br />
prossimale trapezoidale realizza un ottimo riempimento<br />
e stabilizzazione dello stelo nel femore prossimale per<br />
favorire la trasmissione delle sollecitazioni meccaniche e<br />
ridurre il rischio <strong>di</strong> stress-shiel<strong>di</strong>ng. Nel periodo <strong>di</strong>cembre<br />
2006-<strong>di</strong>cembre 2008 sono stati impiantati 182 steli TMP<br />
in 171 pazienti. L’età me<strong>di</strong>a era <strong>di</strong> 68,5 anni (min. 26,<br />
max. 92). Le donne erano 97 (57%) ed i maschi 74<br />
(43%). La patologie primitive prevalenti erano l’artrosi in<br />
128 anche (70%), fratture collo femore (21%) ed osteonecrosi<br />
(9%). La morfologia e la qualità ossea del femore<br />
prossimale è stata valutata secondo la classifi cazione<br />
<strong>di</strong> Dorr 9 identifi cando 81 anche <strong>di</strong> tipo A (44%), 45 <strong>di</strong><br />
tipo B (25%) e 56 <strong>di</strong> tipo C (31%). La tecnica chirurgica<br />
d’impianto dello stelo prevede <strong>di</strong> eseguire l’osteotomia<br />
del collo più orizzontale (25°) per preservare maggior<br />
osso a livello del calcar con il fi ne <strong>di</strong> aumentare la superfi<br />
cie prossimale contatto osso-tantalio e quin<strong>di</strong> migliorare<br />
la stabilità rotatoria e la fi ssazione biologica secondaria.<br />
Le artroprotesi impiantate erano tutte non cementate con<br />
l’impiego <strong>di</strong> una componente cotiloidea non cementata<br />
ed accoppiamento articolare metallo-polietilene nel 68%,<br />
metallo-metallo nel 24% e ceramica-polietilene nell’8%.<br />
Nel post-operatorio ai pazienti è stato concesso un carico<br />
progressivo con l’ausilio <strong>di</strong> 2 stampelle per 6 settimane.<br />
Considerato l’aspetto multicentrico dello stu<strong>di</strong>o, è stata<br />
pre<strong>di</strong>sposta una scheda <strong>di</strong> valutazione clinica e ra<strong>di</strong>ografi<br />
ca specifi ca che ha consentito una raccolta omogenea<br />
dei dati clinici e ra<strong>di</strong>ografi ci pre- e postoperatori. La<br />
valutazione clinica è stata eseguita secondo i parametri<br />
dell’Harris Hip Score (HHS) 10 prendendo in considerazione<br />
i punteggi preoperatori, a 3-6-12 mesi e successivamente<br />
annualmente. La valutazione ra<strong>di</strong>ografi ca è stata svolta<br />
analizzando negli esami ra<strong>di</strong>ografi ci nelle proiezioni A/P<br />
e L/L a 3- 6-12 mesi e successivamente annualmente la<br />
posizione dello stelo, il riempimento del canale femorale<br />
ed il rimodellamento osso. La posizione dello stelo è stata<br />
defi nita in base all’angolo formato tra l’asse longitu<strong>di</strong>nale<br />
del canale femorale e l’asse dello stelo secondo il metodo<br />
descritto da Martell 11 . L’affondamento dello stelo è stato<br />
valutato prendendo in considerazione la <strong>di</strong>stanza tra i<br />
margini superiori del rivestimento in trabecular metal ed<br />
il piccolo trocantere. Il riempimento del canale femorale