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Vol.XXXVII, Suppl. 1 - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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s152<br />

Il razionale biologico è, tuttavia, il medesimo, cioè quello<br />

<strong>di</strong> promuovere la rigenerazione del tessuto cartilagineo<br />

ad opera dei fattori <strong>di</strong> crescita contenuti negli alfa-granuli<br />

delle piastrine <strong>di</strong> cui è ricco il P.R.P. Alcuni <strong>di</strong> questi fattori<br />

<strong>di</strong> crescita sono maggiormente implicati nella <strong>di</strong>fferenziazione<br />

cellulare in senso condrogenico, nell’aumento<br />

della proliferazione e della produzione <strong>di</strong> matrice e proteoglicani.<br />

Per esempio, il Transforming Growth Factor-β<br />

(TGF-β) è uno dei più importanti fattori coinvolti nel processo<br />

<strong>di</strong> rigenerazione cartilaginea: infatti esso aumenta<br />

l’espressione del fenotipo condrale, la <strong>di</strong>fferenziazione <strong>di</strong><br />

cellule staminali mesenchimali in senso condrogenico e la<br />

deposizione <strong>di</strong> matrice, <strong>di</strong>minuisce l’effetto soppressivo<br />

della sintesi <strong>di</strong> proteoglicani da parte <strong>di</strong> me<strong>di</strong>atori infi ammatori<br />

quali l’Interleuchina-1 (IL-1) 5 6 . Altri fattori invece,<br />

come citochine, chemochine e altre proteine, sono variamente<br />

coinvolti nella rigenerazione tissutale per le loro<br />

capacità <strong>di</strong> infl uenzare il comportamento <strong>di</strong> altre cellule<br />

modulando l’infi ammazione, l’angiogenesi, la chemiotassi<br />

e l’attivazione dei leucociti, come il Vascular Endothelial<br />

Growth Factor (VEGF) e l’Insulin-like Growth Factor<br />

(IGF-1). Tutti questi fattori sono implicati nel metabolismo<br />

e nella rigenerazione del tessuto cartilagineo con azione<br />

condroinduttiva, da soli o ancor più interagendo sinergicamente<br />

7 .<br />

Il PRP è un metodo che consente <strong>di</strong> ottenere un concentrato<br />

<strong>di</strong> piastrine e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> crescita autologhi<br />

e <strong>di</strong> molte altre molecole bioattive in esse contenuti: può,<br />

quin<strong>di</strong>, potenzialmente accelerare la riparazione delle lesioni,<br />

<strong>di</strong>minuire la reazione infi ammatoria e promuovere<br />

la rigenerazione piuttosto che la semplice riparazione dei<br />

tessuti danneggiati 8-10 . Inoltre, la sua somministrazione<br />

sotto forma <strong>di</strong> gel piastrinico garantisce un supporto adesivo<br />

che permette <strong>di</strong> avere la liberazione <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> crescita<br />

<strong>di</strong>rettamente a contatto del sito della lesione creando<br />

un microambiente potenzialmente ottimale per favorire i<br />

processi riparativi.<br />

utiLiZZo dEL prp nELLa patoLogia articoLarE posttrauMatica<br />

In letteratura non vi sono attualmente pubblicazioni che<br />

ben chiariscano l’applicazione ed il ruolo dei fattori <strong>di</strong><br />

crescita piastrinici nel trattamento delle condropatie posttraumatiche.<br />

Eccezione è quella del case report, pubblicato nel 2003,<br />

da Sanchez et al. 11 concernente l’applicazione <strong>di</strong> P.R.G.F.<br />

(“Preparation rich in growth factors”) nel trattamento artroscopico<br />

<strong>di</strong> una grossa avulsione cartilaginea (> 2 cm 2 )<br />

localizzata a livello del con<strong>di</strong>lo femorale me<strong>di</strong>ale in un<br />

giocatore <strong>di</strong> calcio do<strong>di</strong>cenne.<br />

Il paziente è stato trattato con tecnica artroscopica: dopo<br />

aver adeguatamente preparato il letto dove ricollocare il<br />

frammento avulso, rimuovendo il sottile strato cicatriziale<br />

g. fiLardo Et aL.<br />

che si era nel frattempo formato, tale frammento cartilagineo<br />

è stato riposizionato in situ e fi ssato tramite 5 pins<br />

riassorbibili. Successivamente, impiegando un fi lo <strong>di</strong> Kirschner<br />

<strong>di</strong> 2 mm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro si è provveduto a creare un<br />

foro nel centro del frammento riposizionato in sede. Si è<br />

proceduto successivamente a riempire tale foro con 2 ml<br />

<strong>di</strong> P.R.G.F., che è stato anche iniettato a livello dell’interfaccia<br />

tra il frammento cartilagineo e i margini del letto<br />

della lesione appositamente preparato. Nel post-operatorio<br />

è stata imposta al paziente deambulazione senza<br />

carico per 4 settimane e la fi sioterapia è stata iniziata<br />

dopo 2 settimane.<br />

I risultati clinici sono stati eccellenti con un pieno recupero<br />

funzionale, una ripresa dell’attività sportiva già dopo 18<br />

settimane dalla procedura chirurgica ed un ritorno ai livelli<br />

precedenti all’infortunio poche settimane dopo. Anche<br />

i controlli in risonanza magnetica hanno evidenziato una<br />

quasi perfetta reintegrazione del frammento avulso all’interno<br />

del tessuto cartilagineo circostante.<br />

L’impiego del P.R.G.F. potrebbe avere contribuito al processo<br />

<strong>di</strong> guarigione della lesione fornendo uno stimolo<br />

biologico tramite il rilascio <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> crescita in situ ed<br />

uno stimolo fi sico grazie alla formazione <strong>di</strong> un gel in grado<br />

<strong>di</strong> supportare il processo <strong>di</strong> ripristino della continuità<br />

del tessuto cartilagineo.<br />

L’utiLiZZo dEL prp nELLa patoLogia dEgEnEratiVa<br />

Se da un lato i riscontri nella letteratura circa l’uso del<br />

P.R.P. nelle condropatie post-traumatiche sono ancora <strong>di</strong><br />

modesto rilievo, dall’altro l’applicazione dei fattori <strong>di</strong> crescita<br />

piastrinici nella patologia degenerativa è supportata<br />

dai risultati ottenuti in una serie <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> piuttosto interessanti.<br />

Nel 2008 Sanchez et al. 12 hanno pubblicato i risultati<br />

del loro stu<strong>di</strong>o retrospettivo osservazionale effettuato su<br />

60 pazienti, 30 dei quali trattati con P.R.G.F. ed altri 30<br />

trattati con acido ialuronico (HA). I pazienti <strong>di</strong> entrambi<br />

i gruppi sono stati trattati con un ciclo <strong>di</strong> tre infi ltrazioni<br />

a cadenza settimanale. Per la valutazione basale ed al<br />

follow-up a 5 settimane è stato usato il WOMAC score,<br />

con particolare enfasi per le sottoscale concernenti la “rigi<strong>di</strong>tà”,<br />

il “dolore” e la “funzionalità” del ginocchio.<br />

I risultati si sono rivelati piuttosto incoraggianti, anche se<br />

il breve follow-up rappresenta sicuramente uno dei limiti<br />

dello stu<strong>di</strong>o; in particolare la terapia con P.R.G.F. ha <strong>di</strong>mostrato<br />

migliore effi cacia nel controllare il dolore rispetto<br />

alle infi ltrazioni con HA.<br />

Nel 2010 il gruppo <strong>di</strong> Sampson 13 ha pubblicato i risultati<br />

ottenuti trattando 14 pazienti (12 uomini e 2 donne) affetti<br />

da gonartrosi primaria o secondaria con un ciclo <strong>di</strong> tre<br />

infi ltrazioni <strong>di</strong> P.R.P. ad intervallo <strong>di</strong> circa un mese tra le<br />

singole infi ltrazioni. I criteri <strong>di</strong> inclusione erano la presenza<br />

<strong>di</strong> segni clinici e ra<strong>di</strong>ografi ci <strong>di</strong> gonartrosi in pazienti

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