Vol.XXXVII, Suppl. 1 - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia
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L’utiLiZZo dEL titanio nELLa ostEosintEsi VErtEBraLE<br />
viene segnalata una estrema variabilità nei livelli sierici <strong>di</strong><br />
titanio nei vari pazienti. La causa <strong>di</strong> questa variabilità è<br />
sconosciuta ed è spiegabile in parte con una risposta biologica<br />
in<strong>di</strong>viduale del paziente all’impianto o ad una sua<br />
esposizione ambientale al titanio da fonte sconosciuta.<br />
Un interessante capitolo riguarda la possibilità, avanzata<br />
da alcuni Autori, che vi sia una correlazione fra le infezioni<br />
tar<strong>di</strong>ve (“late infection”) 19 o la comparsa <strong>di</strong> dolore<br />
tar<strong>di</strong>vo in sede <strong>di</strong> intervento (LOPS) 20 21 e la corrosione<br />
dei materiali o la reazione allergica al materiale, anche<br />
se altri non hanno confermato gli stessi dati 22 . È unanimemente<br />
riconosciuto che il titanio risulti meno allergizzante<br />
rispetto all’acciaio che presenta nichel e cromo nella propria<br />
struttura, alcuni dei maggiori elementi allergizzanti<br />
in natura. Inoltre e’ un dato costante, in letteratura, la<br />
presenza <strong>di</strong> una maggiore incidenza <strong>di</strong> infezioni tar<strong>di</strong>ve<br />
in presenza <strong>di</strong> impianti in acciaio rispetto a quelli in titanio<br />
22-25 . L’esperienza personale 26 conferma questi dati:<br />
su 191 pazienti affetti da scoliosi e sottoposti ad intervento<br />
chirurgico per via posteriore e controllati ad un minimo<br />
<strong>di</strong> 38 mesi, è stata evidenziata una infezione tar<strong>di</strong>va in<br />
5 casi (2,6%) tutti trattati con acciaio (4 Isola Depuy ® e<br />
1 Legacy Medtronic ® ). Il dato potrebbe essere spiegato<br />
dalla maggiore resistenza alla corrosione, alla maggiore<br />
biocompatibilità e alla minore aderenza dei batteri negli<br />
impianti in titanio 27 .<br />
L’iMpiEgo dEL titanio nELLa pratica cLinica<br />
L’utilizzo del titanio in chirurgia vertebrale è stato principalmente<br />
dettato dalla necessità <strong>di</strong> ridurre gli artefatti<br />
nelle indagini ra<strong>di</strong>o<strong>di</strong>agnostiche (TAC ed RMN).<br />
La necessità <strong>di</strong> esplorare le strutture nervose nel postoperatorio,<br />
in pazienti portatori <strong>di</strong> strutture metalliche,<br />
ha spinto all’impiego <strong>di</strong> materiali amagnetici, come il<br />
titanio, che presentano minori <strong>di</strong>storsioni <strong>di</strong> immagine rispetto<br />
all’acciaio 28-30 . Per ridurre gli artefatti che possono<br />
infi ciare l’effi cacia dell’esame, non è suffi ciente che<br />
la strumentazione sia in titanio ma molto <strong>di</strong>pende dalle<br />
modalità <strong>di</strong> esecuzione dell’esame stesso. Nella TAC,<br />
l’impiego <strong>di</strong> alte dosi (140 kVp) consente <strong>di</strong> eseguire un<br />
esame che permette <strong>di</strong> evidenziare non solo eventuali<br />
patologie ossee, il corretto posizionamento delle viti, la<br />
mobilizzazione dei mezzi <strong>di</strong> sintesi ma anche un loro<br />
ce<strong>di</strong>mento strutturale. Nella RMN per ridurre gli artefatti<br />
metallici molto <strong>di</strong>pende dalla possibilità <strong>di</strong> posizionare il<br />
paziente il più parallelo possibile al piano <strong>di</strong> incidenza<br />
del campo magnetico ed inoltre la migliore sequenza<br />
per ridurre gli artefatti è la Spin Eco (SE pulse) mentre<br />
le altre sequenze risultano più sensibili alla presenza <strong>di</strong><br />
metalli 31 . L’utilizzo in chirurgia vertebrale <strong>di</strong> una barra<br />
<strong>di</strong> osteosintesi impone la necessità che questa sia sottoposta<br />
a mo<strong>di</strong>fi che della forma dovendo seguire il profi lo<br />
sagittale della colonna vertebrale. È del tutto evidente<br />
s15<br />
quin<strong>di</strong> che le caratteristiche meccaniche <strong>di</strong> malleabilità,<br />
fl essibilità e resistenza alle mo<strong>di</strong>fi che risulta <strong>di</strong> importanza<br />
fondamentale nella scelta del materiale da impiegare.<br />
Il titanio, rispetto all’acciaio, risulta più sensibile alle<br />
mo<strong>di</strong>fi che <strong>di</strong> forma e alla presenza <strong>di</strong> irregolarità o <strong>di</strong>scontinuità<br />
sulla sua superfi cie riducendone la resistenza<br />
ai carichi in laboratorio. Il numero e le caratteristiche geometriche<br />
(estensione e profon<strong>di</strong>tà) delle <strong>di</strong>scontinuità <strong>di</strong><br />
superfi cie delle barre giocano un ruolo determinante nella<br />
riduzione dell’effi cacia meccanica dell’impianto. Per<br />
tale motivo Dick e Bourgeault nel 2001 10 e Lindsey et al.<br />
nel 2006 11 concludevano che l’impiego delle leghe <strong>di</strong> titanio<br />
era da raccomandare utilizzando, quanto più possibile,<br />
le barre pre-sagomate fornite in commercio. Ciò è<br />
possibile quando ci si trova nella necessità <strong>di</strong> una stabilizzazione<br />
corta lombare, ma nel trattamento delle deformità<br />
e in presenza <strong>di</strong> patologie a livello del passaggio<br />
dorso lombare che interessino più livelli, è imperativo il<br />
modellamento della barra non solo per il ripristino delle<br />
curve fi siologiche ma per consentire la connessione con<br />
le viti che non si trovano nello stesso piano e permettere<br />
la correzione della deformità. L’impiego <strong>di</strong> strumenti che<br />
consentono il modellamento delle barre (Frech bender)<br />
determina la formazione <strong>di</strong> schiacciamenti o intaccature<br />
più o meno profon<strong>di</strong> sulla superfi cie della barra (Fig. 2),<br />
spesso a più livelli, che potrebbero essere la causa <strong>di</strong><br />
eventuali ce<strong>di</strong>menti meccanici. Per tale motivo gli stessi<br />
Autori consigliano in questi casi l’impiego <strong>di</strong> strumentazioni<br />
in acciaio. Inoltre nel trattamento delle deformità<br />
quest’ultimo risulta più effi cace avendo una malleabilità<br />
maggiore ed un ritorno elastico minore consentendo anche<br />
il modellamento in situ delle barre con una effi cacia<br />
correttiva maggiore. Personalmente nelle strumentazioni<br />
vertebrali ho sempre impiegato il titanio tranne che nelle<br />
deformità dove per molti anni ho impiegato l’acciaio per<br />
i motivi sopra esposti e per la necessità <strong>di</strong> impiegare la<br />
fi ssazione sottolaminare. Da alcuni anni ho iniziato ad<br />
impiegare quasi esclusivamente viti e barre in titanio con<br />
l’eventuale associazione delle Universal clamps e nella<br />
revisione della casistica, cui risultati sono stato oggetto<br />
fig. 2. A. Modellamento delle barre in situ. B. Deformazione<br />
del metallo e formazione <strong>di</strong> intaccature sulle superficie della<br />
barra (Zimmer ® ).<br />
A<br />
B