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Vol.XXXVII, Suppl. 1 - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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scaffoLds nELLE LEsioni ostEo-cartiLaginEE trauMatichE:<br />

stato dELL’artE s169<br />

L’etiologia del danno osteo-condrale, e della conseguente<br />

osteoartrosi, riconosce <strong>di</strong>verse cause. Il tessuto osteo-condrale,<br />

infatti, può andare incontro a degenerazione per<br />

una sofferenza degli strati cartilaginei superfi ciali, esponendosi<br />

ad un ambiente, quello articolare, non consono<br />

e sovraccaricando la giunzione osteo-condrale; oppure,<br />

come già spiegato, vi può essere degenerazione dello<br />

strato profondo in assenza <strong>di</strong> una precedente lesione dello<br />

strato superfi ciale 3 .<br />

Una delle possibili cause <strong>di</strong> danno condrale <strong>di</strong>retto è costituito<br />

dal continuo microtraumatismo cui la cartilagine<br />

è sottoposta; infatti, le forze compressive esercitate sulla<br />

superfi cie articolare sono assorbite proprio a questo livello<br />

4 . Ciò provoca una rottura delle fi bre collageniche<br />

trasversali al tidemark stesso, provocando slaminamento<br />

e scollamento dei due strati, profondo e calcifi co e conseguentemente<br />

la degenerazione cartilaginea. Inoltre,<br />

anche alterazioni dell’osso subcondrale possono infl uenzare<br />

negativamente l’omeostasi della cartilagine articolare,<br />

pre<strong>di</strong>sponendola allo sviluppo <strong>di</strong> degenerazione 5 ; le<br />

cause <strong>di</strong> sofferenza ossea possono essere <strong>di</strong>verse, dalla<br />

presenza <strong>di</strong> cisti ossee, <strong>di</strong> edema della spongiosa, o <strong>di</strong><br />

necrosi. Questi meccanismi sono alla base dello sviluppo<br />

del danno osteo-condrale nei pazienti affetti da osteocondrite<br />

<strong>di</strong>ssecante.<br />

La degenerazione invece dello strato superfi ciale causa<br />

un sovraccarico sugli strati più profon<strong>di</strong> della cartilagine<br />

che non sono in grado <strong>di</strong> svolgere a pieno la loro funzione.<br />

Si ha pertanto una alterata trasmissione delle forze a<br />

livello profondo, che a lungo deteriora gli strati sottostanti<br />

ed è causa <strong>di</strong> alterazioni dell’osso subcondrale. In questa<br />

situazione viene ridotta la funzione <strong>di</strong> ammortizzatore<br />

esercitata dal tessuto cartilagineo, con un maggior<br />

sovraccarico a livello osseo. L’osso subcondrale infatti<br />

reagisce a questi stimoli con un ispessimento dello strato<br />

corticale subcondrale, fenomeno che a volte viene erroneamente<br />

interpretato come un ispessimento del tidemark.<br />

Quello che è stato osservato è in realtà appunto un ispessimento<br />

dello stato corticale, con conseguente riduzione<br />

dello strato calcifi co 6 . Questo è quanto avviene in riposta<br />

a microtraumatismi ripetuti, ovvero che raggiungano in<br />

modo ripetuto la soglia <strong>di</strong> sopportazione al carico del<br />

tessuto cartilagineo senza però mai superarla. Diversa<br />

è invece la risposta biologica del tessuto cartilagineo e<br />

dell’osso sub condrale ad un trauma <strong>di</strong>retto che superi<br />

questa soglia. In questi casi si ha una lesione <strong>di</strong>retta a<br />

tutto spessore del tessuto cartilagineo, associata a lesione<br />

dello strato corticale subcondrale con coinvolgimento<br />

dell’osso trabecolare sottostante riccamente vascolarizzato.<br />

Si ha quin<strong>di</strong> una rottura dei vasi subcondrali con un<br />

sanguinamento in sede <strong>di</strong> lesione. In seguito al trauma<br />

si ha quin<strong>di</strong> la formazione <strong>di</strong> un coagulo che attiva la<br />

cascata pro-infi ammatoria, reclutando cellule del sistema<br />

immunitario e cellule staminali <strong>di</strong> origine mesenchimali.<br />

Già dopo alcuni giorni è possibile assistere a questo fenomeno.<br />

All’interno del coagulo primario formatosi nella<br />

sede <strong>di</strong> lesione osteo-condrale le cellule mesenchimali iniziano<br />

a <strong>di</strong>fferenziarsi prevalentemente in senso fi broblastoide<br />

e condrale. Tali cellule iniziano, sotto lo stimolo <strong>di</strong><br />

fattori <strong>di</strong> crescita presenti a livello articolare, a deporre<br />

una matrice condrale non <strong>di</strong> tipo ialino ma <strong>di</strong> tipo misto,<br />

fi bro-condrale; in tale tessuto è rilevabile infatti non solo<br />

la presenza <strong>di</strong> collagene <strong>di</strong> tipo II, tipico della cartilagine<br />

articolare ma anche <strong>di</strong> tipo I, tipico del tessuto fi broso. In<br />

tale tessuto, defi nito pertanto <strong>di</strong> natura fi bro-cartilaginea,<br />

vengono sì secreti i componenti tipici della cartilagine articolare,<br />

come glicosaminoglicani ed acido ialuronico ma<br />

in quantità inferiore ed in maniera non organizzata come<br />

nel tessuto ialino sano. Risulta pertanto evidente come il<br />

tessuto fi brocartilagineo sia dotato <strong>di</strong> caratteristiche biologiche<br />

<strong>di</strong>fferenti e proprietà biomeccaniche inferiori rispetto<br />

al tessuto ialino. Inoltre, tale tessuto tende col tempo<br />

a collassare e non è in grado <strong>di</strong> aderire al tessuto ialino<br />

perilesionale. A livello osseo invece la lesione primaria<br />

tende a riparare in maniera effi cace, ma l’assenza <strong>di</strong> uno<br />

strato cartilagineo sovrastante funzionale si traduce in un<br />

ispessimento e in una sclerotizzazione dello strato superfi<br />

ciale subcondrale.<br />

Fattori che infl uenzano la risposta biologica al danno<br />

condrale sono senza dubbio l’età del paziente, la <strong>di</strong>mensione<br />

della lesione ed il carico cui è sottoposta; infatti, nel<br />

giovane si ha un tessuto ripartivo migliore sia per la maggior<br />

vascolarizzazione che per la maggior produzione<br />

<strong>di</strong> componenti della matrice extracellulare; inoltre, lesioni<br />

più piccole e sottoposte a minor stress meccanico sono<br />

quelle che meglio riparano 7 .<br />

stato dELL’artE nEL trattaMEnto E scaffoLds<br />

L’avanzamento delle conoscenze in questi ultimi anni sulle<br />

interazioni fra osso subcondrale e cartilagine articolare<br />

ha sicuramente con<strong>di</strong>zionato il trattamento delle lesioni<br />

in questa sede. L’approccio clinico al trattamento delle<br />

lesioni osteo-condrali è ra<strong>di</strong>calmente cambiato grazie<br />

all’avvento <strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> ingegneria tissutale sempre più<br />

sofi sticate.<br />

Come illustrato in Tabella I, accanto a tecniche tra<strong>di</strong>zionali<br />

per la riparazione del danno condrale ed osteo-condrale,<br />

quali le tecniche <strong>di</strong> stimolazione midollare o le tecniche<br />

che prevedono il trapianto <strong>di</strong> tessuti autologhi o allogenici,<br />

si sono sviluppate tecniche <strong>di</strong> ingegneria tissutale che<br />

prevedono l’impianto <strong>di</strong> scaffold in grado <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzare<br />

la <strong>di</strong>fferenziazione del tessuto riparativo verso un fenotipo<br />

più simile alla cartilagine ialina sana 8 .<br />

Fra le tecniche tra<strong>di</strong>zionali per la riparazione <strong>di</strong> un <strong>di</strong>fetto<br />

cartilagineo a tutto spessore con conseguente esposizione<br />

dello strato osseo sottostante ricor<strong>di</strong>amo le tecniche <strong>di</strong> sti-

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