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Vol.XXXVII, Suppl. 1 - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

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Lo stELo cEMEntato nELL’artroprotEsi inVErsa <strong>di</strong> spaLLa<br />

fig. 5. Fuoriuscita del cemento dalla <strong>di</strong>afisi con rischio per<br />

il nervo ra<strong>di</strong>ale.<br />

fig. 6. Frattura a 4 frammenti dell’omero prossimale in<br />

paziente <strong>di</strong> 78 anni.<br />

s93<br />

gli anni a venire, la soluzione solitamente più pratica è<br />

quella ibrida costituita da uno stelo cementato nella parte<br />

<strong>di</strong>stale, per garantire la stabilità e l’accuratezza del<br />

posizionamento, e metafi si non cementata per ricostruire<br />

le tuberosità intorno ad essa con buona stabilità iniziale<br />

e osteointegrazione secondaria (Figg. 6-8). Con lo stelo<br />

non cementato Delta XTEND si tratta <strong>di</strong> una soluzione<br />

possibile e sicura, anche se, al momento, non ci risulta<br />

prevista dall’azienda costruttrice.<br />

La sola limitazione è legata alle <strong>di</strong>mensioni dello stelo, <strong>di</strong><br />

cui la versione non cementata ha come taglia minima la<br />

10, che potrebbe risultare troppo grande in soggetti <strong>di</strong><br />

piccola corporatura.<br />

fig. 7. Il rivestimento prossimale <strong>di</strong> idrossiapatite dello stelo<br />

favorisce la stabilità e l’integrazione delle tuberosità.<br />

fig. 8. Rx post operatorio del caso precedente con buona<br />

ricostruzione finale.

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