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Il Lapidario di Sankt Florian - Università degli Studi di Milano

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Introduzione<br />

ecc.), ma mentre in B prevale , in F prevale . All’interno e in<br />

fine <strong>di</strong> parola l’affricata è resa sempre con (ſwarczer, ſwiczt,<br />

wurczen, hicz, hercz, ecc.) in entrambi i co<strong>di</strong>ci.<br />

La fricativa palato-alveolare /∫/ viene resa da B sempre come in<br />

posizione prevocalica, dopo /l/, /n/ e /r/, prima <strong>di</strong> /t/ e /r/ e in posizione<br />

finale (ſchon, ſchawen, falſchait, menſchen, chirſch, wäſcht, geſchriben,<br />

friſch, ecc.). 26 <strong>Il</strong> copista <strong>di</strong> F osserva gli stessi usi grafici <strong>di</strong> B tranne<br />

quando il suono /∫/ è preceduto da /r/: in tal caso la grafia è (hyerſenhoren,<br />

v. 400, kïrſ, v. 71, e Chi[r]ſ , v. 387). In entrambi i co<strong>di</strong>ci, la<br />

grafia rappresenta il fonema /∫/ anche quando questo è seguito da /l/,<br />

/m/, /n/, /p/, /t/ e /w/ (ſlaff, ſmerczen, erſniczen, ſpat, ſtain, ſwarcz, ecc.).<br />

In F si incontra una volta schicher (v. 166) con grafia al posto <strong>di</strong><br />

: si tratta <strong>di</strong> una rara variante attestata nel primo tedesco protomoderno,<br />

dovuta forse all’influsso della grafia della seconda parte del termine.<br />

27 Una caratteristica <strong>di</strong> F che può essere segnalata in questa sede è<br />

il verbo modale sollen, che in F viene coniugato 14 volte come ſol e 22<br />

volte come ſchol (oltre a un ſold, v. 166, e a un ſcholt, v. 208). In B invece<br />

la grafia regolare è ſol; una volta sola si incontra ſcholt (v. 233).<br />

La resa grafica <strong>di</strong> liquide e nasali è abbastanza simile nei due co<strong>di</strong>ci.<br />

All’inizio <strong>di</strong> parola i grafemi che rappresentano le liquide sono regolarmente<br />

e , mentre nelle altre posizioni vi possono essere oscillazioni<br />

tra la grafia semplice e quella doppia. All’interno <strong>di</strong> parola, in entrambi<br />

i co<strong>di</strong>ci la laterale compare come dopo consonante (glas,<br />

chlar, plaich, ecc.), e in posizione intervocalica corrisponde a mat.<br />

/l/ e corrisponde a mat. /ll/. Le eccezioni sono poche: in B walen,<br />

v. 255 ~ wallent, v. 776; in F alem, v. 282 ~ allem, v. 208 e kriſtalen, v.<br />

742 ~ kriſtallen, v. 324. In posizione preconsonantica, nel cod. B si<br />

trova solo (geſtalt, hold, als, ecc.), mentre nel cod. F si può trovare<br />

anche se segue /f/, /s/ o /t/ (hilft, v. 94 ~ hillft, v. 158; il participio<br />

preterito geſtalt, v. 206 ~ geſtallt, v. 260; als ~ alls, alz ~ allz, ecc.). In<br />

fine <strong>di</strong> parola in B prevale , con sole quattro eccezioni: all (una volta<br />

al, v. 719), criſtall (tre volte), ſüll (v. 64) e well (il verbo “volere” appare<br />

sempre con con vocale ra<strong>di</strong>cale /e/, e sempre con con vocale<br />

ra<strong>di</strong>cale /i/, cfr. er well, v. 135 ~ wil er, v. 707). Anche in F prevale<br />

26 A <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quanto sostengono Reichmann e Wegera (RW, p. 118), la grafia<br />

, come in hirſch e chirſch, si impone ben prima del XVI sec.: il cod. B è datato<br />

1444 e non vi sono già più oscillazioni.<br />

27 RW, p. 118.<br />

19

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