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Il Lapidario di Sankt Florian - Università degli Studi di Milano

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<strong>Il</strong> <strong>Lapidario</strong> <strong>di</strong> <strong>Sankt</strong> <strong>Florian</strong><br />

soprattutto in testi turingi del XIV-XV sec.; questo potrebbe essere in<strong>di</strong>cativo<br />

<strong>di</strong> un influsso bavarese nord-orientale del testimone F o del suo<br />

modello).<br />

pp. 228-229.<br />

vv. B 587-588 / F 584-585. Per l’interpretazione <strong>di</strong> übel come attributo,<br />

cfr. nota al v. B 516, p. 211. In questi versi la rima è behüt : wuët in B e<br />

wehüett : wüetten in F. I vv. B 223-224 / F 156-157 (pp. 102 e 125)<br />

sono molto simili, ma la rima è behuëtten : wüetten in B e wehüetten :<br />

wüetten in F. La frase als vns Got vor ſchol wehüetten (F 156), e le varianti<br />

attestate in questi versi, è evidentemente un riempitivo per completare<br />

la rima con wüetten. Ai vv. F 584-585, invece, la rima è imperfetta,<br />

forse per una corruzione del primo dei due versi, dove il verbo<br />

compare nella forma coniugata wehüett invece che all’infinito wehüetten,<br />

necessario per rimare con wüetten. È possibile che la corruzione<br />

del verso B 587 / F 584 fosse già presente in uno sta<strong>di</strong>o precedente<br />

della trasmissione con<strong>di</strong>viso dai due testimoni, con la <strong>di</strong>fferenza<br />

che in F la rima rimane imperfetta, mentre in B il sostantivo viene mo<strong>di</strong>ficato<br />

per ripristinare la rima. Infatti nella designazione <strong>di</strong> particolari<br />

malattie (epilessia, frenesia, rabbia, ecc.), è frequentemente attestato<br />

nel tedesco protomoderno il verbo sostantivato wüetten, (Baufeld,<br />

p. 253, Grimm XIV/II, 2495), e non il femminile wuët, che nel cod. B è<br />

evidentemente un adattamento da wüetten, come <strong>di</strong>mostra l’articolo<br />

neutro, non sostituito da quello femminile.<br />

pp. 230-231.<br />

vv. F 590-591. Questi versi potrebbero essere emendati secondo la versione<br />

<strong>di</strong> B, poiché è improbabile che la rima fosse wegen : wegen, anche<br />

se il primo è un verbo forte e il secondo debole, e i due verbi forse<br />

erano sentiti come <strong>di</strong>versi. La <strong>di</strong>fferenza con B si giustificherebbe con<br />

un caso <strong>di</strong> omeoteleuto: il primo wegen sarebbe errato e da emendare<br />

in legen, come in B 593. Tuttavia si deve notare che in F il verbo con<br />

cui termina il secondo verso è wegen, mentre in B abbiamo erwëgen. <strong>Il</strong><br />

verbo wegen, senza prefisso er-, non è attestato con il significato <strong>di</strong><br />

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