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Il Lapidario di Sankt Florian - Università degli Studi di Milano

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<strong>Il</strong> <strong>Lapidario</strong> <strong>di</strong> <strong>Sankt</strong> <strong>Florian</strong><br />

il radoppiamento della consonante successiva, 37 e non sempre sono precisi<br />

nella rappresentazione <strong>degli</strong> esiti <strong>di</strong> <strong>di</strong>ttongazione. Le rime del lapidario<br />

offrono solo un parziale contributo allo stu<strong>di</strong>o, poiché il testo presenta<br />

versi alquanto irregolari e <strong>di</strong> scarso valore poetico: sono numerose<br />

le rime imperfette nel vocalismo, sia dal punto <strong>di</strong> vista della quantità<br />

(etimologica) che della qualità, ed esse non fanno altro che alimentare i<br />

dubbi circa l’effettiva pronuncia dei suoni vocalici.<br />

I grafemi e rappresentano rispettivamente le vocali /a/ e /o/<br />

sia lunghe che brevi, 38 ma come <strong>di</strong>mostrano rime come ratt “rosso” : hat<br />

(F 40-41) o Ethiopia : eliotrapia (B 782-783), il grafema può corrispondere<br />

a /o/, mentre le forme chloren (B 723) e geſchoden (F 408)<br />

mostrano che può ricondurre ad /a/. Si tratta <strong>di</strong> una particolarità del<br />

bavarese centrale, dove le due vocali confluiscono in un unico suono interme<strong>di</strong>o<br />

tra [a] e [o]. 39 Nei due co<strong>di</strong>ci gli unici due casi <strong>di</strong> per /a/<br />

sono quelli appena citati; 40 la grafia per /o/, invece, è leggermente<br />

più frequente. Oltre ai casi sopra menzionati, sono da annoverare le<br />

forme laz “libero” (F 500), graſſe(r) (F 305 e 462), rabes “crudo” (F<br />

389), warin (B 683) e raſen “rosa” (B 701). <strong>Il</strong> fonema /a/ può essere<br />

espresso anche da , dove la <strong>di</strong>eresi ha valore meramente decorativo.<br />

In B lo si riscontra in ewängelien (v. 242), chlägen (v. 42) e in pämol (v.<br />

294), anche se in questo terzo caso la <strong>di</strong>eresi potrebbe essere stata tracciata<br />

in posizione arretrata rispetto a (cfr. pawmöl, F 198). Anche in F<br />

tale particolarità è spora<strong>di</strong>ca; la si incontra solo nella rima gär : gevär<br />

(vv. 116-117) e nel termine gräzz (nella rima imperfetta con nuzz, vv.<br />

333-334), dove tuttavia rappresenta /o/. <strong>Il</strong> grafema , che generalmente<br />

nei due co<strong>di</strong>ci in<strong>di</strong>ca la metafonia e svolge un ruolo morfologico<br />

nella coniugazione dei verbi e nella declinazione <strong>di</strong> nomi e aggettivi<br />

(tröſten, ſchön, pöſen, möcht, ecc.), si incontra spora<strong>di</strong>camente nel solo<br />

cod. F anche per rappresentare il fonema /o/, e precisamente in: mönedt<br />

37 L’unico termine in cui risulti la vocale lunga è l’avverbio ee in B (riga 26), che<br />

in F è scritto E tra due puntini (riga 14).<br />

38 Poiché le grafie e le rime non permettono <strong>di</strong> stabilire se una vocale è breve o se<br />

ha subito allungamento, d’ora in poi si parlerà solo <strong>di</strong> vocali /a/, /o/, ecc. senza<br />

<strong>di</strong>stinguere la breve dalla lunga, a meno che non vi sia un particolare motivo.<br />

39 Wiesinger (1971), p. 384. Per motivi tecnici e<strong>di</strong>toriali non è possibile stampare<br />

simboli fonetici speciali, anche se sarebbero più precisi nella descrizione della<br />

pronuncia del bavarese.<br />

40 Forse anche czol; cfr. nota al v. B 2.

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