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Il Lapidario di Sankt Florian - Università degli Studi di Milano

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Introduzione<br />

versi. In un caso non è stato possibile decifrare una parola (v. B 821):<br />

ogni lettera illeggibile è stata sostituita da un puntino. I puntini sono stati<br />

utilizzati anche al v. B 681, che inizia con uno spazio vuoto forse destinato<br />

a una parola mai scritta.<br />

L’apparato critico informa anche su altre particolarità dei due co<strong>di</strong>ci:<br />

in primo luogo le aggiunte interlineari e marginali, alle quali è dovuto ricorrere<br />

più volte il copista <strong>di</strong> B per completare i versi con le parole che<br />

non avevano trovato spazio sulla riga: queste vengono richiamate nel testo<br />

da particolari segni, generalmente “//” o “=”. Tali aggiunte sono inserite<br />

nel lapidario seguendo le in<strong>di</strong>cazioni del copista. Nello stesso co<strong>di</strong>ce<br />

si incontrano anche delle glosse marginali in latino o in tedesco vergate<br />

da altre mani, che essendo estranee al lapidario non vengono inserite nel<br />

testo, ma solo in<strong>di</strong>cate in apparato. In calce all’e<strong>di</strong>zione del co<strong>di</strong>ce F<br />

vengono commentati anche gli emendamenti proposti dal precedente<br />

e<strong>di</strong>tore del manoscritto, Hans Lambel.<br />

L’e<strong>di</strong>zione della preghiera latina, anch’essa trascritta fedelmente dai<br />

due co<strong>di</strong>ci, segue gli stessi criteri adottati per il testo tedesco: sono state<br />

sciolte le abbreviazioni, la punteggiatura e le maiuscole sono state uniformate<br />

secondo le regole moderne, e sono stati corretti solo gli errori<br />

più evidenti, segnalandoli in nota. A <strong>di</strong>fferenza del lapidario tedesco, non<br />

si è reputato necessario tradurre la preghiera in italiano.<br />

La traduzione italiana delle due copie del lapidario, proposta sotto<br />

l’e<strong>di</strong>zione, aderisce rigorosamente al testo e non ha alcun intento poetico:<br />

è una traduzione “<strong>di</strong> servizio”, che ha il solo scopo <strong>di</strong> esprimere i<br />

contenuti e <strong>di</strong> rendere evidenti le <strong>di</strong>fferenze lessicali e stilistiche <strong>di</strong> ciascuna<br />

versione: tali <strong>di</strong>vergenze sono in<strong>di</strong>cate in carattere corsivo. Nel<br />

caso in cui vari l’or<strong>di</strong>ne dei versi, per in<strong>di</strong>care queste <strong>di</strong>fferenze non<br />

viene utilizzato il corsivo, ma una numerazione a fianco dei versi interessati,<br />

che viene ripetuta sia nell’e<strong>di</strong>zione che nella traduzione. Se invece<br />

varia l’or<strong>di</strong>ne delle parole all’interno <strong>di</strong> un verso, gli elementi spostati rispetto<br />

all’altra versione sono in<strong>di</strong>cati da “ « » ” e sono seguiti dalla numerazione<br />

che ne in<strong>di</strong>ca la <strong>di</strong>versa collocazione nel verso. Quando la lingua<br />

italiana richiede integrazioni con parole mancanti nel testo-fonte, queste<br />

sono state in<strong>di</strong>cate tra parentesi quadre [ ]. Alcune proposte <strong>di</strong> traduzione<br />

sono state commentate in apposite note poste subito sotto la versione<br />

italiana. I nomi dei minerali sono stati tradotti se esiste una precisa<br />

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