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Il Lapidario di Sankt Florian - Università degli Studi di Milano

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<strong>Il</strong> <strong>Lapidario</strong> <strong>di</strong> <strong>Sankt</strong> <strong>Florian</strong><br />

presenta l’errore nel co<strong>di</strong>ce. In genere l’estensore del testo cancella parole<br />

o lettere superflue tracciandovi sopra delle righe, oppure aggiunge<br />

in interlinea lettere mancanti a parole trascritte in forma errata;<br />

– sud<strong>di</strong>visione delle parole: nell’apparato viene in<strong>di</strong>cata l’effettiva lezione<br />

del manoscritto;<br />

– errore evidente <strong>di</strong> trascrizione: nell’e<strong>di</strong>zione viene data la forma corretta,<br />

preceduta dal segno “°” per segnalare la <strong>di</strong>fferenza con il manoscritto;<br />

nell’apparato viene in<strong>di</strong>cata anche la forma errata, che, se è necessario,<br />

viene accompagnata da un commento all’emendamento. Nel<br />

caso in cui in una parola manchi palesemente una lettera, questa viene<br />

aggiunta tra parentesi quadre [ ], senza ulteriore segnalazione in apparato.<br />

Tra gli errori riscontrati, alcuni sono stati causati dalla confusione<br />

tra le lettere, dalla omissione del segno abbreviativo o dall’inversione<br />

della sequenza <strong>di</strong> suoni; per omeoteleuto o per anafora si sono verificate<br />

iterazioni e <strong>di</strong>ttografie (che vengono espunte, se non sono già state cancellate<br />

dal copista), mentre la vicinanza <strong>di</strong> elementi linguistici simili ha<br />

provocato aplografie.<br />

– errore <strong>di</strong> trasmissione: l’apparato critico riporta sia la lezione trasmessa<br />

che un breve commento alle motivazioni che hanno condotto a<br />

un determinato emendamento congetturale. Gli errori più frequenti sono<br />

le omissioni (le parole mancanti vengono in<strong>di</strong>cate con le parentesi uncinate<br />

< >) e la erronea interpretazione morfologica o semantica <strong>di</strong> alcuni<br />

termini, che ha indotto il copista a trascrivere la parola in una forma ortografica<br />

ambigua: l’emendamento consiste, se possibile, nel sostituire la<br />

lezione dubbia <strong>di</strong> un testimone con quella giu<strong>di</strong>cata migliore dell’altro<br />

co<strong>di</strong>ce. Le correzioni tratte dall’altro manoscritto sono precedute dalla<br />

sigla del co<strong>di</strong>ce ( (B) oppure (F) ), e le parole integrate vengono lasciate<br />

nella forma ortografica del manoscritto da cui sono tratte. 77 Quando<br />

dalla collazione risulta evidente la mancanza <strong>di</strong> uno o più versi in uno dei<br />

due testimoni, tale omissione viene segnalata me<strong>di</strong>ante una linea tratteggiata.<br />

– lacune dovute al deterioramento del supporto cartaceo: il co<strong>di</strong>ce B<br />

presenta una vistosa macchia <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà nella parte superiore, a causa<br />

della quale si è scolorito l’inchiostro rendendo <strong>di</strong>fficoltosa la lettura dei<br />

77 Tranne geiſt (F 586); cfr. nota al verso.

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