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Il Lapidario di Sankt Florian - Università degli Studi di Milano

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320<br />

<strong>Il</strong> <strong>Lapidario</strong> <strong>di</strong> <strong>Sankt</strong> <strong>Florian</strong><br />

quello <strong>di</strong> “quantità adeguata” (cfr. Lexer I, 696, dove vengono forniti<br />

esempi dell’uso <strong>di</strong> questo sostantivo con il significato <strong>di</strong> “passende<br />

Menge”, preceduto da possessivo). <strong>Il</strong> mat. gevuoc svolge anche la funzione<br />

<strong>di</strong> aggettivo-avverbio con il significato <strong>di</strong> “adeguato”, che potrebbe<br />

essere accettabile nel contesto: in questo caso il verso verrebbe<br />

tradotto come “e adeguatamente con castità”, oppure come “e con castità<br />

adeguata”, anche se resterebbe incerto il ruolo <strong>di</strong> ſein. <strong>Il</strong> corrispondente<br />

v. F 214 riporta la forma füg, che in qualità <strong>di</strong> aggettivo ha<br />

lo stesso valore della lezione gefueg <strong>di</strong> B (Lexer III, 555). Essendoci<br />

però in F il verbo “avere”, il termine è più probabilmente un sostantivo.<br />

Nella forma füg, senza prefisso, il sostantivo può appartenere a un ambito<br />

semantico ancora più ampio. Tra le varie possibilità, il significato<br />

<strong>di</strong> “vantaggio” sembra essere il più adatto al contesto, altrimenti si potrebbe<br />

tradurre con “decoro”, “convenienza”, “abilità”, “desiderio”,<br />

ecc. (Lexer III, 570s.).<br />

p. 143.<br />

v. F 236. <strong>Il</strong> verso è <strong>di</strong> significato oscuro e comunque non è attinente al<br />

contesto. Potrebbe trattarsi <strong>di</strong> una interpolazione: esso infatti manca<br />

nel cod. B, dove il v. 330 è stato adattato per farlo rimare con quello<br />

precedente e dove la mancanza anche del verso successivo fa sì che il<br />

numero dei versi e le rime siano comunque pari.<br />

v. F 238. <strong>Il</strong> verbo chleiben potrebbe corrispondere al mat. klîben<br />

“essere incollato”, oppure al mat. klieben “separare”. <strong>Il</strong> verbo klîben è<br />

intransitivo, e viene registrato come transitivo solo nell’area tedesca<br />

centrale con il valore <strong>di</strong> kleiben “fissare”, “rinforzare” (Lexer I, 1612 e<br />

1622). Nel testo il verbo è transitivo; appartenendo all’area tedesca superiore,<br />

è improbabile che chleiben corrisponda al kleiben dell’area tedesca<br />

centrale. Si tratta quin<strong>di</strong> probabilmente del transitivo klieben,<br />

“separare”, che potrebbe essere interpretato come “<strong>di</strong>stinguere”.<br />

pp. 144-145.<br />

v. B 337 / F 245. <strong>Il</strong> verso potrebbe essere completato aggiungendo<br />

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