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Il Lapidario di Sankt Florian - Università degli Studi di Milano

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Introduzione<br />

rato un elemento congiuntivo dei due co<strong>di</strong>ci. Tra le caratteristiche bavaresi<br />

ben presenti nei due testimoni del lapidario è da segnalare il suffisso<br />

mat. -lîch, attestato sempre nella variante <strong>di</strong>ttongata -leich (weiſleich,<br />

freÿleich, fröleichkait, götleicher, ecc.), con un’unica eccezione in B,<br />

haimlich (v. 851). Altra particolarità del bavarese presente nei due co<strong>di</strong>ci<br />

è la contrazione, nella coniugazione verbale soprattutto se segue<br />

dentale, del nesso mat. /-egi-/ > /-ei-/ (scritto come il <strong>di</strong>ttongo originario<br />

/ei/), come si riscontra nei numerosi casi della forma trait del<br />

verbo tragen alla terza persona singolare in<strong>di</strong>cativo presente in entrambi i<br />

co<strong>di</strong>ci. Allo stesso modo si contrae il nesso /-agi-/ nel participio preterito<br />

del verbo sagen, che può dare esito sia <strong>di</strong> /-ei-/ che <strong>di</strong> /-ai-/: 55 nei<br />

due co<strong>di</strong>ci la grafia è in F (geſait, v. 438) e in B (geſaÿt, v.<br />

528), quin<strong>di</strong> con il probabile valore <strong>di</strong> /-ei-/. In un altro verbo la stessa<br />

oscillazione nell’esito della contrazione si registra anche a livello grafico,<br />

ponendo dei dubbi circa l’in<strong>di</strong>viduazione della forma <strong>di</strong> base: in B si incontrano<br />

lait ~ leit ~ leÿt; in F gelait ~ lait ~ leit, che si potrebbero ricondurre<br />

al verbo ligen o al verbo leiten. 56<br />

La <strong>di</strong>ttongazione <strong>di</strong> mat. /u:/ segue un’evoluzione simile a quella <strong>di</strong><br />

mat. /i:/. Inizialmente l’esito è /ou/, che verso l’età moderna si apre ad<br />

/ao/; in bavarese, invece, l’esito è aperto già dal XIII sec. 57 In questo<br />

caso il <strong>di</strong>ttongo /ao/ viene a coincidere anche in bavarese con l’apertura<br />

del <strong>di</strong>ttongo originario /ou/, e la grafia è comunque (e varianti):<br />

essa è la più frequente nei due co<strong>di</strong>ci, anche se in B è utilizzata per<br />

un’ampia gamma <strong>di</strong> termini (laub, gehauen, rauch, ecc.) e in F solo in<br />

sei parole: auch, augen, aus e auf (anche come prefissi), gepraucht e<br />

auſſeren. Una variante ben attestata è , che prevale nei nessi mat.<br />

/ouw/, come in fraw e ſchawen, ma che si può riscontrare anche come<br />

semplice alternativa ad , come in pawm, hawpt, ſchawer, ecc. In F<br />

il <strong>di</strong>ttongo /ao/ può essere espresso anche da (laẅff, haẅs, taẅff,<br />

ecc.), ma esso più comunemente rappresenta l’esito <strong>di</strong> metafonia secondaria<br />

<strong>di</strong> /ao/, che si evolve a /oe/ (raẅche, kraẅtter, ecc.). In un caso il <strong>di</strong>ttongo<br />

metafonizzato viene rappresentato anche da (chräwt(t)er, B<br />

riga 8 e F 172). Le stesse varianti con <strong>di</strong>eresi possono in<strong>di</strong>care anche<br />

l’esito <strong>di</strong> <strong>di</strong>ttongazione <strong>di</strong> mat. /ü:/, che si evolve a /oe/ come la forma<br />

metafonizzata <strong>di</strong> /ao/. In entrambi i co<strong>di</strong>ci tale <strong>di</strong>ttongo è in<strong>di</strong>cato da<br />

55 Mettke (1993 7 ), p. 129s.<br />

56 Cfr. anche commento al v. B 226.<br />

57 RW, p. 59.<br />

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