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Il Lapidario di Sankt Florian - Università degli Studi di Milano

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<strong>Il</strong> <strong>Lapidario</strong> <strong>di</strong> <strong>Sankt</strong> <strong>Florian</strong><br />

minuscola, nell’e<strong>di</strong>zione si è scelto <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care con la lettera maiuscola<br />

solo l’inizio <strong>di</strong> strofa e <strong>di</strong> periodo, oltre che i nomi propri <strong>di</strong> persona, i<br />

toponimi e i nomina sacra. Nei due co<strong>di</strong>ci, l’inizio <strong>di</strong> ogni strofa è segnalato<br />

da una iniziale decorata o ingran<strong>di</strong>ta, che nell’e<strong>di</strong>zione è resa con<br />

una normale lettera maiuscola. Secondo la pratica manoscritta, l’iniziale<br />

decorata poteva essere seguita da una maiuscola, così come, all’interno<br />

della strofa, l’iniziale del verso poteva essere resa dalla stessa lettera<br />

tracciata due volte, prima come maiuscola e poi come minuscola. In questi<br />

casi si è seguito l’uso moderno: se tale lettera iniziale si trova<br />

all’inizio <strong>di</strong> strofa o <strong>di</strong> frase, è resa con una normale maiuscola, altrimenti<br />

con una minuscola. Nel caso <strong>di</strong> e <strong>di</strong> , queste vengono trasformate<br />

nei corrispondenti segni tipografici moderni e , e non in<br />

e .<br />

3. separazione delle parole<br />

Le parole sono state unite o separate secondo le regole del tedesco moderno.<br />

L’intervento riguarda principalmente gli avverbi formati dalle<br />

particelle “da” + preposizione, che a volte appaiono separate e a volte<br />

unite. In alcuni casi il copista stesso ha separato due parole me<strong>di</strong>ante una<br />

riga verticale: la correzione viene eseguita nell’e<strong>di</strong>zione. Tutti i morfemi<br />

o lessemi che vengono uniti o separati sono segnalati nell’apparato critico,<br />

in quanto a volte la scelta si basa sull’analisi sintattica e semantica<br />

<strong>degli</strong> elementi e costituisce solo una ipotesi <strong>di</strong> resa del testo.<br />

4. abbreviature<br />

In entrambi i co<strong>di</strong>ci sono utilizzate le stesse abbreviature, che vengono<br />

sciolte ponendo in corsivo le lettere integrate. Anche i segni abbreviativi<br />

sono gli stessi nei due manoscritti:<br />

– contrazione o troncamento <strong>di</strong> “n” o “m”, me<strong>di</strong>ante trattino sopra la<br />

vocale precedente, es. erchennē” = erchennen; “prīgt” = pringt; “ſaphirū”<br />

= ſaphirum; “darūb” = darumb;<br />

– troncamento della congiunzione “und” me<strong>di</strong>ante trattino posto sopra le<br />

prime due lettere per rappresentare la “d” mancante, es. “ūn” = und;<br />

– contrazione <strong>di</strong> “e” davanti a “n” o “l”, me<strong>di</strong>ante trattino posto sopra il<br />

nesso consonantico che si è venuto a formare, es. “red¯n” = reden,<br />

“him¯l” = himel;<br />

– contrazione o troncamento <strong>di</strong> “er”, “r” o “ri” me<strong>di</strong>ante il segno “ 9 ”, ge-

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