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Il Lapidario di Sankt Florian - Università degli Studi di Milano

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Commento all’e<strong>di</strong>zione<br />

versi sono comunque regolarmente <strong>di</strong> numero pari, infatti in F, più<br />

avanti, manca un verso, corrispondente al v. B 220. È probabile che la<br />

versione più fedele all’originale sia quella <strong>di</strong> B, dove le rime corrispondono<br />

perfettamente, mentre in F la creazione <strong>di</strong> un verso in più<br />

interrompe la rima phein : ſchein, e con la caduta del verso successivo<br />

al 153 rende incompleta la rima con wïr<strong>di</strong>gchleich.<br />

pp. 132-133.<br />

vv. B 285-290 / F 187-194. I versi introducono un <strong>di</strong>scorso circa la capacità<br />

del berillo <strong>di</strong> accendere un fuoco tenendolo al sole e ponendogli<br />

vicino della paglia o un tizzone. In B la descrizione <strong>di</strong> questo fenomeno<br />

è chiaramente corrotta, infatti il v. B 286 sembra essere stato aggiunto<br />

solo per completare la rima <strong>di</strong>cendo, in modo molto generico, che tenendo<br />

la pietra contro il sole questa <strong>di</strong>venta luminosa. Come <strong>di</strong>mostra<br />

F con il v. 188, il <strong>di</strong>scorso doveva essere tutt’altro. I versi successivi, F<br />

189-190, mancanti in B, sono fuori posto: infatti si parla <strong>di</strong> “porvi<br />

dentro” dell’acqua, ma non si <strong>di</strong>ce in quale contenitore. È evidente<br />

quin<strong>di</strong> che anche in F sono venuti a mancare alcuni versi prima <strong>di</strong> questi.<br />

I vv. B 287-288 e F 191-192 proseguono il <strong>di</strong>scorso dei poteri<br />

dell’acqua. I vv. B 289-290 e F 193-194, invece, tornano al <strong>di</strong>scorso<br />

precedente relativo alla capacità della pietra <strong>di</strong> appiccare il fuoco.<br />

Poiché in entrambi i testimoni questa coppia <strong>di</strong> versi risulta spostata, la<br />

corruzione è sicuramente congiuntiva e ci fornisce una prova che sia B<br />

che F avevano un antigrafo comune già corrotto in questo passo.<br />

p. 135.<br />

v. F 200. A questo verso si incontra il termine viſt, che Lambel non è in<br />

grado <strong>di</strong> giustificare nella sua e<strong>di</strong>zione (p. 102). Si potrebbe trattare<br />

del termine tedesco Bofist “vescia”, un fungo che <strong>di</strong>ffonde una grande<br />

quantità <strong>di</strong> spore <strong>di</strong> colore scuro. In questa strofa questo sarebbe il secondo<br />

riferimento a un fungo (cfr. nota al v. F 188, p. 133).<br />

pp. 138-139.<br />

v. B 308 / F 214. <strong>Il</strong> termine gefueg può avere <strong>di</strong>versi significati, tra cui<br />

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