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Il Lapidario di Sankt Florian - Università degli Studi di Milano

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Commento all’e<strong>di</strong>zione<br />

“suscitare” (Lexer III, 725-728), quin<strong>di</strong> il secondo verso, nei due testimoni,<br />

trasmetteva un messaggio <strong>di</strong>verso. Non è più possibile, quin<strong>di</strong>,<br />

emendare il v. F 590 come in B, poiché non si può essere certi che il<br />

modello utilizzato da F fosse uguale a quello <strong>di</strong> B.<br />

vv. F 594-595. La rima è verchart : fart, che può essere giu<strong>di</strong>cata originale,<br />

o comunque più arcaica rispetto alla corrispondente rima in B<br />

597-598 verchert : vart, dove il verbo ha già subito il livellamento nel<br />

vocalismo ra<strong>di</strong>cale. La rima <strong>di</strong> F, invece, è perfetta grazie alla conservazione<br />

della forma <strong>di</strong> preterito con metafonia <strong>di</strong> ritorno.<br />

v. B 598 / F 595. Le due versioni del verso trasmettono espressioni simili<br />

che potrebbero avere significato <strong>di</strong>verso. In B la locuzione auf <strong>di</strong>ſer<br />

vart viene tradotta con un avverbio <strong>di</strong> tempo analogamente alle varie<br />

espressioni temporali con vart attestate nel periodo altotedesco me<strong>di</strong>o:<br />

an / ûf der vart significa “subito” e ûf <strong>di</strong>ese vart “questa volta” (Lexer<br />

III, 25). In F si legge invece jn aller ſtat fart: uno dei due sostantivi è<br />

superfluo. Se il modello <strong>di</strong> F avesse avuto jn aller ſtat, allora l’espressione<br />

sarebbe temporale come in B, con il significato <strong>di</strong> “in ogni<br />

momento”, ma poiché ſtat non rima con verchart, è più probabile che il<br />

copista abbia emendato ſtat in fart, <strong>di</strong>menticando <strong>di</strong> espungere la<br />

parola. Per <strong>di</strong>stinguere meglio le due versioni del testo, viene scelta per<br />

F una traduzione con una locuzione modale che si basa sull’espressione<br />

mat. in dehein vart con il significato <strong>di</strong> “in nessun modo” (Lexer III,<br />

25): è possibile che in F l’espressione jn aller fart avesse valore modale<br />

contrario, cioè “in ogni modo”.<br />

pp. 234-235.<br />

vv. B 612-614. Questi versi sono riportati in scriptio continua. <strong>Il</strong> copista<br />

li ha separati con il segno // e ha evidenziato la prima lettera <strong>di</strong> ciascun<br />

verso con un tratto verticale <strong>di</strong> inchiostro rosso (si ricor<strong>di</strong> che<br />

tutto il testo è decorato con una riga rossa verticale continua lungo il<br />

margine sinistro <strong>di</strong> ciascuna colonna).<br />

v. B 612 / F 609. In questo verso viene trasmessa la stessa lezione,<br />

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