pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana
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(1586), Canzonette (1591) e Scherzi e canzonette morali<br />
(1599).<br />
Riso <strong>di</strong> bella donna<br />
1. O belle rose rosse, che non sbocciate al mattino tra<br />
le spine; ma, ministre del <strong>di</strong>o Amore, custo<strong>di</strong>te bei tesori<br />
<strong>di</strong> bei denti:<br />
2. Dite, o rose preziose ed amorose; <strong>di</strong>te, perché, se io<br />
fisso i miei occhi nello sguardo vivo e ardente [della<br />
mia donna], voi subito vi sciogliete in un bel sorriso?<br />
3. Lo fate forse per confortare la mia vita, che non<br />
può sopportare l’ira [della mia donna]? Oppure lo fate<br />
perché siete liete nel vedere che sto per morire<br />
d’amore?<br />
4. O belle rose, sia pure crudeltà o sia pietà la causa<br />
che vi spinge a sorridere, io voglio <strong>di</strong>re in nuovi mo<strong>di</strong><br />
le vostre lo<strong>di</strong>, ma continuate a sorridere.<br />
5. Se il bel ruscello, se la bella brezza in mezzo<br />
all’erba <strong>di</strong> mattina vagano mormorando; se il prato<br />
fiorito si fa bello, noi <strong>di</strong>ciamo che la terra sorride.<br />
6. Quando un venticello per suo piacere agita appena<br />
appena le onde limpide, così che la linea dell’acqua<br />
sulla spiaggia si muove appena, noi <strong>di</strong>ciamo che il<br />
mare sorride.<br />
7. Se in mezzo al rosso, se in mezzo al bianco del cielo<br />
l’alba si veste <strong>di</strong> un velo dorato; e se essa ruota<br />
nell’azzurra volta del cielo, noi <strong>di</strong>ciamo che il cielo<br />
sorride.<br />
8. È proprio vero: quando è felice, il mondo sorride;<br />
quando è felice, il cielo sorride. È proprio vero. Essi<br />
però non sanno fare poi un sorriso così grazioso come<br />
sapete fare voi.<br />
Riassunto. Il poeta canta il sorriso della sua donna,<br />
che ha le labbra rosse come le rose e che, sorridendo,<br />
mostra i suoi denti can<strong>di</strong><strong>di</strong>. Egli lo vuole cantare in<br />
mo<strong>di</strong> nuovi. E <strong>di</strong>ce: quando la brezza vaga tra i fiori<br />
del prato, noi <strong>di</strong>ciamo che la terra sorride. Quando il<br />
venticello agita appena appena le onde, noi <strong>di</strong>ciamo<br />
che il mare sorride. Quando l’aurora si veste <strong>di</strong> un velo<br />
dorato, noi <strong>di</strong>ciamo che il cielo sorride. Ma né terra,<br />
né mare, né cielo sanno fare un sorriso bello come<br />
quello della sua donna.<br />
Commento<br />
1. La canzonetta unisce grazia classicheggiante e metafore<br />
blandamente barocche: le labbra rosse della<br />
donna del poeta che sono paragonate alla natura con<br />
limpide immagini. La leggerezza delle immagini e la<br />
musicalità dei versi sono ottenute anche sostituendo<br />
l’endecasillabo con versi più brevi.<br />
2. L’iperbole barocca è trasformata in grazia musicale:<br />
né terra, né mare, né cielo sanno fare un sorriso<br />
bello come quello della sua donna.<br />
3. L’immagine della donna, proposta da Chiabrera,<br />
continua a trasformare e ad arricchire l’immagine e le<br />
funzioni della figura femminile, che erano state cantate<br />
dall’intera tra<strong>di</strong>zione letteraria, dalla Scuola siciliana<br />
ai poeti comico-realistici, dal Dolce stil novo a Petrarca<br />
e ai petrarchisti, dall’Umanesimo al Manieri-<br />
106<br />
smo, dal Barocco al classicismo del Seicento (e poi<br />
all’Arca<strong>di</strong>a del Settecento).