pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana
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Commento<br />
1. Il Congresso <strong>di</strong> Vienna (1815) aveva ristrutturato<br />
l’Europa, dopo la caduta <strong>di</strong> Napoleone, in base ai due<br />
principi <strong>di</strong> legittimità (ritornano sul trono gli antichi<br />
sovrani o i loro successori) e <strong>di</strong> equilibrio (nessuno<br />
Stato deve essere tanto potente da minacciare gli altri;<br />
perciò la Francia sconfitta non perde alcun territorio).<br />
Ciò facendo, <strong>di</strong>mentica i popoli, che ormai sono infiammati<br />
dagli ideali <strong>di</strong> libertà nazionale e <strong>di</strong> in<strong>di</strong>pendenza.<br />
I popoli insorgono nel 1820-21, nel 1830-31,<br />
quin<strong>di</strong> nel 1848.<br />
2. Manzoni ritiene che la guerra <strong>di</strong> liberazione dall’oppressione<br />
straniera sia uno sbocco inevitabile del<br />
processo storico e che si debba concludere con la vittoria.<br />
Questa fiducia nello sviluppo storico non lo porta<br />
però ad atteggiamenti passivi <strong>di</strong> attesa che la vittoria<br />
venga da sola. Molto realisticamente egli nota che<br />
invano gli italiani hanno atteso dalle Alpi e dal mare<br />
un liberatore; perciò, se vogliono veramente porre fine<br />
all’oppressione straniera, devono conquistare la<br />
libertà con il proprio sangue e con le proprie armi.<br />
3. A questo impegno patriotico e a questa scelta <strong>di</strong><br />
raggiungere l’in<strong>di</strong>pendenza con le armi non si oppone<br />
la fede cristiana, che il poeta ha riacquistato nel 1810.<br />
Egli è convinto che Dio stia con gli oppressi e non<br />
con gli oppressori; ma gli oppressi non devono aspettare<br />
passivamente l’aiuto <strong>di</strong>vino, devono agire ed impugnare<br />
le armi e conquistare con il sangue la loro libertà.<br />
La lotta <strong>di</strong> liberazione sembra anzi voluta dallo<br />
stesso Dio, che vuole tutti i popoli liberi.<br />
4. Il poeta in due versi riesce a dare una straor<strong>di</strong>naria<br />
definizione <strong>di</strong> patria e <strong>di</strong> nazione: “[una gente che sarà]<br />
tutta unita per le armi, la lingua, la fede, le memorie,<br />
il sangue e i sentimenti”. Un popolo, una nazione,<br />
quin<strong>di</strong> esiste perché ha unità <strong>di</strong> esercito, <strong>di</strong> lingua, <strong>di</strong><br />
fede religiosa, <strong>di</strong> memorie storiche, <strong>di</strong> sacrifici e <strong>di</strong><br />
sentimenti.<br />
5. Il patriotismo <strong>di</strong> Manzoni si può confrontare con il<br />
patriotismo (astratto e) romantico <strong>di</strong> Foscolo: Manzoni<br />
pensa a come concretamente deve essere una nazione,<br />
la ra<strong>di</strong>ca nel passato ma in vista <strong>di</strong> una sua realizzazione<br />
nel futuro. Foscolo parla <strong>di</strong> patria, ma pensa<br />
ad una patria mitica e ideale, costituita dalla Grecia<br />
classica e dalla sua cultura; egli si proietta in quel<br />
passato, <strong>di</strong>menticando <strong>di</strong> programmare il futuro. Il<br />
primo invita ad esaminare razionalmente il problema<br />
dell’unità dell’Italia, ad impugnare le armi, a combattere<br />
e a morire per unificare la patria. Il secondo parla<br />
<strong>di</strong> “amorosi sensi” che uniscono i vivi ai morti, <strong>di</strong><br />
tombe dei gran<strong>di</strong> che spingono il forte animo a compiere<br />
gran<strong>di</strong> imprese, e celebra la poesia che canta ancora<br />
le imprese accadute sotto le mura <strong>di</strong> Troia oltre<br />
tre millenni prima.<br />
Nel Cinque maggio (1821) Manzoni esprime la sua<br />
valutazione su Napoleone come politico e su Napoleone<br />
come uomo. Tale valutazione è inserita in una visione<br />
provvidenziale della storia: Napoleone è l’uomo<br />
della Provvidenza, è lo strumento che Dio ha usato<br />
per <strong>di</strong>ffondere gli ideali <strong>di</strong> patria, <strong>di</strong> libertà, <strong>di</strong> fraternità<br />
e <strong>di</strong> uguaglianza. Manzoni dà quin<strong>di</strong> una valuta-<br />
Genesini, Appunti e <strong>versioni</strong> <strong>di</strong> Letteratura <strong>italiana</strong> 147<br />
zione estremamente positiva <strong>di</strong> Napoleone politico. Si<br />
augura poi che Napoleone come uomo sia stato toccato<br />
dalla fede e si sia convertito: la solitu<strong>di</strong>ne e la <strong>di</strong>sperazione<br />
nell’isola <strong>di</strong> Sant’Elena lo avrebbero condotto<br />
a percorrere “i sentieri della speranza”, che ignorano<br />
la sua gloria terrena, e a Dio, che supera tutti<br />
i desideri umani. L’ode, tradotta da Goethe, ha una<br />
gran<strong>di</strong>ssima <strong>di</strong>ffusione in tutta Europa.<br />
Cinque maggio (1821)<br />
1. È morto. Come la salma, esalato l’ultimo respiro,<br />
giacque inerte, privata <strong>di</strong> uno spirito così grande, così<br />
la terra è colpita e stupefatta per l’improvvisa notizia,<br />
2. muta, pensando all’ultimo istante dell’uomo mandato<br />
dal destino; né sa quando un altro uomo così<br />
straor<strong>di</strong>nario verrà a calpestare la sua polvere insanguinata.<br />
3. Il mio genio poetico lo vide sfolgorante sul<br />
trono, e tacque; quando, con avvicendarsi rapido, egli<br />
cadde, risorse e giacque [definitivamente sconfitto],<br />
non ha mescolato la sua voce al frastuono [<strong>di</strong> osanna e<br />
<strong>di</strong> vituperi] <strong>di</strong> mille altre voci: 4. non macchiato <strong>di</strong><br />
adulazione servile [per il potente] né <strong>di</strong> oltraggio codardo<br />
[per il caduto], si alza ora, pieno <strong>di</strong> commozione,<br />
all’improvvisa scomparsa <strong>di</strong> un uomo così grande;<br />
e scioglie sul suo sepolcro una canzone che forse non<br />
morrà. 5. Dalle Alpi alle pirami<strong>di</strong>, dal Manzanarre<br />
(=Spagna) al Reno (=Germania), il fulmine (=l’effetto<br />
pratico dell’azione) <strong>di</strong> quell’uomo sicuro [<strong>di</strong> sé e fiducioso<br />
nella sorte] teneva <strong>di</strong>etro al lampo (=l’ideazione<br />
dei piani militari); scoppiò dalla Sicilia al Don<br />
(=Russia), dall’uno all’altro mare. 6. Fu vera gloria?<br />
Ai posteri [spetta] il <strong>di</strong>fficile giu<strong>di</strong>zio: noi chiniamo il<br />
capo davanti a Dio, il quale volle lasciare in lui un segno<br />
più grande della sua potenza creatrice. 7. La gioia<br />
tempestosa e trepidante <strong>di</strong> un sogno ambizioso, l’ansia<br />
<strong>di</strong> un cuore che, insofferente [<strong>di</strong> ricevere or<strong>di</strong>ni],<br />
esegue [gli or<strong>di</strong>ni altrui], pensando a [conseguire per<br />
sé i]l potere; e lo raggiunge, e ottiene una ricompensa<br />
che era follia sperare; 8. tutto egli provò: la gloria più<br />
grande dopo il pericolo, la fuga e la vittoria, la reggia<br />
ed il triste esilio: due volte fu nella polvere (=sconfitto),<br />
due volte fu sull’altare (=celebrato trionfalmente).<br />
9. Egli impose la sua volontà: due secoli, armati<br />
l’uno contro l’altro, sottomessi a lui si volsero, come<br />
per aspettare il loro destino; egli impose il silenzio, e<br />
come arbitro si sedette in mezzo a loro. 10. E [poi]<br />
scomparve [dalla scena politica e dalla storia], e trascorse<br />
i giorni nell’ozio nella piccola isola [<strong>di</strong> Sant’Elena],<br />
fatto segno <strong>di</strong> un’invi<strong>di</strong>a smisurata e <strong>di</strong> una<br />
compassione profonda, <strong>di</strong> un o<strong>di</strong>o inestinguibile e <strong>di</strong><br />
un amore indomito. 11. Come l’onda si abbatte e pesa<br />
sul capo del naufrago – l’onda sulla quale soltanto<br />
poco prima lo sguardo del misero scorreva alto e proteso<br />
a <strong>di</strong>scernere invano appro<strong>di</strong> lontani –; 12. così su<br />
quell’uomo si abbatté il peso dei ricor<strong>di</strong>! Oh quante<br />
volte intraprese a narrare <strong>di</strong> se stesso ai posteri, e sulle<br />
pagine eterne cadde la mano stanca! 13. Oh quante<br />
volte, al tramonto silenzioso <strong>di</strong> un giorno trascorso<br />
nell’inerzia, abbassati gli occhi sfolgoranti, le braccia<br />
conserte sul petto, stette [immobile], e fu assalito dal