pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana
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ocche laterali mastica Bruto e Cassio, tra<strong>di</strong>tori<br />
dell’impero. Quin<strong>di</strong> per un budello escono a rivedere<br />
le stelle.<br />
Il Purgatorio. Dante e Virgilio continuano il loro<br />
viaggio nel purgatorio, dove le anime espiano la colpa,<br />
prima <strong>di</strong> andare in para<strong>di</strong>so. Il purgatorio è una<br />
montagna altissima, che si trova agli antipo<strong>di</strong> <strong>di</strong> Gerusalemme.<br />
I due poeti incontrano le anime che sulla<br />
spiaggia del purgatorio aspettano il momento in cui<br />
possono salire alle cornici loro destinate dalla giustizia<br />
<strong>di</strong>vina. Qui espiano i loro peccati. Via via che si<br />
sale il monte, il peccato, dalla superbia alla lussuria,<br />
<strong>di</strong>venta sempre più leggero. Infine in cima al purgatorio,<br />
nel para<strong>di</strong>so terrestre, Virgilio scompare e Dante<br />
incontra Beatrice (simbolo della fede), che gli farà da<br />
guida per tutto il para<strong>di</strong>so. Qui il poeta si purifica<br />
immergendosi nell’Eunoè, e <strong>di</strong>venta pronto a salire<br />
alle stelle.<br />
Il Para<strong>di</strong>so. Dante e Beatrice lasciano la terra e passano<br />
<strong>di</strong> cielo in cielo, dove il poeta incontra i beati,<br />
che hanno lasciato la loro sede – la can<strong>di</strong>da rosa – per<br />
venire da lui. Il poeta incontra l’imperatore Giustiniano,<br />
che condanna i guelfi come i ghibellini, il trisavolo<br />
Cacciaguida, che scioglie le profezie che erano state<br />
fatte al poeta nel corso del viaggio e che in<strong>di</strong>ca il<br />
senso del suo viaggio ultraterreno. Infine incontra san<br />
Bernardo (simbolo della fede mistica). Questi invoca<br />
la Vergine Maria che interceda presso Dio affinché il<br />
poeta possa vedere il fine <strong>di</strong> tutti i suoi desideri. Dante,<br />
ormai giunto alla fine del viaggio, si sprofonda<br />
nell’essenza <strong>di</strong>vina, quell’Amore che muove il sole e<br />
le altre stelle.<br />
Commento<br />
1. Con la Divina comme<strong>di</strong>a Dante attua le tesi formulate<br />
nel De vulgari eloquentia (1303-05), arricchisce<br />
il linguaggio e la terminologia, forgiando nuove parole<br />
e facendo dell’opera un vocabolario <strong>di</strong> ben 27.734<br />
parole. Nelle sue opere l’amico Guido Cavalcanti ne<br />
usa poco più <strong>di</strong> 800. In questo modo egli trasforma il<br />
<strong>di</strong>aletto fiorentino nella lingua nazionale e pone le basi<br />
per la lingua <strong>italiana</strong>. Poco dopo altri notevoli apporti<br />
arrivano da Francesco Petrarca (1304-1374) e<br />
Giovanni Boccaccio (1313-1375).<br />
2. L’opera compare con notevole ritardo rispetto ai<br />
poemi nazionali che appaiono nelle altre lingue neolatine,<br />
poiché in Italia il latino è più ra<strong>di</strong>cato nella cultura<br />
e nella realtà sociale: è la lingua degli intellettuali<br />
e la lingua ufficiale della Chiesa. Il Quattrocento lo<br />
ripropone come lingua ufficiale per gli intellettuali,<br />
che abbandonano il volgare. E resta lingua ufficiale<br />
della scienza fino a tutto il Settecento: il naturalista<br />
svedese Carl von Linné (1707-1778), latinizzato in<br />
Linneus, classifica gli esseri viventi in base a due termini<br />
latini, in<strong>di</strong>canti il genere e la specie (1751). La<br />
sua classificazione è ancora oggi vigente.<br />
Genesini, Appunti e <strong>versioni</strong> <strong>di</strong> Letteratura <strong>italiana</strong> 27