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pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana

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toria totale, che comprende anche la vittoria ideologica:<br />

l’avversario abbandona le sue idee, che riconosce<br />

false, e si converte al cristianesimo.<br />

6. L’episo<strong>di</strong>o sembra appartenere già alla cultura tutta<br />

esteriore e spettacolare, intessuta <strong>di</strong> concettismi e <strong>di</strong><br />

figure retoriche, del Seicento. Tancre<strong>di</strong> dà con l’acqua<br />

la vita che ha tolto con la spada; quin<strong>di</strong> cade svenuto,<br />

pallido come la donna che è morta; la donna è morta,<br />

e pare che dorma. Il poeta stesso interviene nella vicenda,<br />

con i suoi giu<strong>di</strong>zi: “O misero, <strong>di</strong> che go<strong>di</strong>?”.<br />

Il giar<strong>di</strong>no della maga Armida. Armida abbandonata<br />

da Rinaldo (XVI, 9-19; 35-44, 47-60)<br />

9. Dopo che [Carlo e Ubaldo] lasciarono le vie intricate,<br />

il bel giar<strong>di</strong>no [<strong>di</strong> Armida] si aprì [ai loro occhi]<br />

con il suo lieto aspetto: in un solo sguardo offrì acque<br />

stagnanti, piccoli laghi, fiori vari e piante varie, erbe<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>verso tipo, collinette solatìe, valli ombrose, boschi<br />

e grotte. E ciò, che accresce la bellezza ed il pregio<br />

delle opere, [cioè] l’arte [della maga], autrice <strong>di</strong><br />

tutto, non appariva minimamente. 10. Ti sembrano (a<br />

tal punto l’artefatto è mescolato con lo spontaneo)<br />

completamente naturali sia gli ornamenti sia i luoghi.<br />

Sembra che l’arte della natura per <strong>di</strong>letto e quasi per<br />

scherzo imiti l’[arte umana] sua imitatrice. L’aria,<br />

come il resto, è opera della maga; l’aria, che rende gli<br />

alberi fioriti: il frutto [degli alberi] dura eterno con i<br />

fiori eterni e, mentre spunta l’uno (=il fiore), l’altro<br />

(=il frutto) matura. 11. Sullo stesso tronco, sulla stessa<br />

foglia, sopra il fico nascente invecchia il fico [maturo].<br />

Il pomo novello ed il pomo antico pendono dallo<br />

stesso ramo, l’uno con la scorza verde, l’altro con<br />

la scorza dorata. Lussureggiante, la vite contorta serpeggia<br />

verso l’alto e germoglia là dove il giar<strong>di</strong>no è<br />

più soleggiato. Qui [essa] ha l’uva acerba in fiori e<br />

qui ha l’uva [color] d’oro (=matura) e <strong>di</strong> piropo (=rosseggiante)<br />

e già gonfia <strong>di</strong> succo. 12. Tra le fronde<br />

ver<strong>di</strong> uccellini vezzosi accordano a gara i loro gorgheggi<br />

voluttuosi. L’aria mormora e fa sussurrare le<br />

foglie e le onde, che [essa] colpisce con <strong>di</strong>versa forza.<br />

Quando gli uccelli tacciono, [la brezza] risponde con<br />

un mormorio più alto; quando gli uccelli cantano, [essa]<br />

scuote più lievemente [le fronde]. Sia caso o arte,<br />

ora l’aria musicale accompagna, ora si alterna con i<br />

loro versi. 13. Fra gli altri [uccelli] vola un [pappagallo],<br />

che ha le piume cosparse <strong>di</strong> vari colori ed il becco<br />

purpureo. Muove la lingua in modo così vario e <strong>di</strong>stribuisce<br />

la voce in modo così articolato, che riproduce<br />

il nostro linguaggio. Lì esso continuò a parlare<br />

con arte tanto a lungo, che fu un mirabile pro<strong>di</strong>gio.<br />

Gli altri [uccelli] tacquero, intenti ad ascoltarlo, ed i<br />

venti fermarono i loro sussurri nell’aria. 14. “Deh,<br />

guarda” egli cantò, “la rosa, modesta e pudìca, spuntare<br />

dal suo verde boccio. Ancora mezzo aperta e<br />

mezzo nascosta, quanto meno si mostra, tanto più è<br />

bella. Ecco poi, ormai sicura <strong>di</strong> sé, <strong>di</strong>spiega il proprio<br />

seno nudo. Ecco poi illangui<strong>di</strong>sce, e non appare più la<br />

stessa, non appare più quella che prima fu desiderata<br />

da mille fanciulle e da mille amanti. 15. [Come la rosa],<br />

il verde fiore [della giovinezza] se ne va con il<br />

Genesini, Appunti e <strong>versioni</strong> <strong>di</strong> Letteratura <strong>italiana</strong> 95<br />

trascorrere dei giorni della nostra vita mortale. E, se<br />

anche aprile (=la giovinezza) fa ritorno, essa (=la rosa<br />

e la giovinezza) non rifiorisce né rinver<strong>di</strong>sce mai più.<br />

Cogliamo la rosa nel bel mattino <strong>di</strong> questo giorno, che<br />

ben presto perde il suo fulgore [perché volge alla sera].<br />

Cogliamo la rosa dell’amore ed amiamo ora,<br />

quando si può amare ed essere riamati.” 16. [Poi] tacque.<br />

Ed il coro degli uccelli all’unisono, quasi per approvare,<br />

riprende subito il canto. Le colombe raddoppiano<br />

i loro baci ed ogni animale ripensa nuovamente<br />

all’amore. Pare che la dura quercia ed il casto alloro e<br />

tutta la grande e frondosa famiglia degli alberi; pare<br />

che la terra e l’acqua formino ed esalino dolcissimi<br />

sentimenti e sospiri d’amore. 17. I due amici (=Carlo<br />

e Ubaldo) vanno [per il sentiero] in mezzo ad una melo<strong>di</strong>a<br />

così tenera, in mezzo ad una bellezza così affascinante<br />

ed attraente; e, con forza e costanza, resistono<br />

alle lusinghe del piacere. Ecco, tra fronde e fronde,<br />

il loro sguardo penetra in avanti e vede (o gli pare <strong>di</strong><br />

vedere), ecco infine vede con certezza l’amante e<br />

l’amata (=Rinaldo e Armida): egli è in grembo alla<br />

donna, ella è in grembo all’erbetta. 18. Ella ha la veste<br />

aperta sul petto e sparge al vento estivo i capelli<br />

<strong>di</strong>sciolti. Ha un’espressione languida e tenera e, brillando,<br />

le sue stille <strong>di</strong> sudore fanno più acceso il suo<br />

volto infiammato: come un raggio [brilla] nell’onda,<br />

[così] un sorriso tremulo ed eccitante le scintilla negli<br />

occhi umi<strong>di</strong>. China il capo su <strong>di</strong> lui, ed egli le posa il<br />

capo nel grembo morbido e solleva il volto verso<br />

quello <strong>di</strong> lei. 19. E, pascolando avidamente in lei i<br />

suoi occhi famelici, si consuma e si strugge. Ella si<br />

inchina, e spesso ora beve dagli occhi, ora succhia<br />

dalle labbra i dolci baci. A quel punto egli si sente sospirare<br />

così profondamente, che pensa: “Ora la mia<br />

anima fugge e, pellegrina, si trasferisce dentro <strong>di</strong> lei”.<br />

I due guerrieri guardano dal loro nascon<strong>di</strong>glio gli atti<br />

d’amore [dei due innamorati].<br />

[Quando la maga si allontana, essi si avvicinano a Rinaldo<br />

e gli mettono davanti lo scudo incantato. Vedendo<br />

il suo aspetto effeminato, Rinaldo si vergogna<br />

della sua passione per Armida e decide imme<strong>di</strong>atamente<br />

<strong>di</strong> abbandonare la donna e <strong>di</strong> seguire i due<br />

guerrieri. Armida però se ne accorge prima del previsto.]<br />

35. [...] Intanto Armida vide giacere morto il feroce<br />

custode della porta regale [del giar<strong>di</strong>no]. Prima sospettò,<br />

poi si accorse che il suo caro Rinaldo si preparava<br />

ad andarsene. E lo vide (ahi vista crudele!) in fuga<br />

e <strong>di</strong> fretta volgere le spalle alla dolce <strong>di</strong>mora. 36.<br />

Voleva gridare: “O crudele, dove lasci me sola?”, ma<br />

il dolore le impedì <strong>di</strong> parlare, così che la parola flebile<br />

tornò in<strong>di</strong>etro più amara a riecheggiare sul cuore. O<br />

misera! Una forza e un sapere, maggiore dei suoi, ora<br />

le rubano i suoi <strong>di</strong>letti. Ella lo comprende e invano<br />

cerca <strong>di</strong> trattenerlo, invano cerca <strong>di</strong> usare le sue arti.<br />

37. Tutte le empie formule magiche mai pronunciate<br />

con bocca immonda da una maga della Tessaglia; ciò<br />

che può arrestare il moto dei corpi celesti e trar fuori<br />

le ombre dalla profonda prigione [degli inferi]: ella<br />

sapeva bene tutto questo, eppure non può ottenere<br />

nemmeno che l’inferno risponda alle sue parole. La-

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