pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana
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L’ARCADIA (1690-1750)<br />
L’Arca<strong>di</strong>a sorge a Roma nel 1690 ad opera <strong>di</strong> un<br />
gruppo <strong>di</strong> letterati che si riuniva intorno all’ex regina<br />
<strong>di</strong> Svevia, Cristina, che si era trasferita a Roma dopo<br />
la conversione al cattolicesimo. I più importanti dei<br />
14 membri fondatori sono: Gian Vincenzo Gravina<br />
(1664-1718), Giovan Mario Crescimbeni (1664-<br />
1718), Giambattista Zappi (1667-1719) e Vincenzo<br />
Leonio. Essa però accoglie ben presto i maggiori intellettuali<br />
italiani come Ludovico Antonio Muratori<br />
(1672-1750), Francesco Re<strong>di</strong> (1626-1698), Lorenzo<br />
Magalotti (1637-1712), Francesco Lèmene (1634-<br />
1704). Grazie ad una accurata organizzazione essa si<br />
<strong>di</strong>ffonde in tutta Italia. La sede romana però mantiene<br />
sempre un’importanza centrale.<br />
L’Arca<strong>di</strong>a vuole reagire agli eccessi e al cattivo gusto<br />
del Barocco e riportare la poesia al classicismo e al<br />
petrarchismo tra<strong>di</strong>zionali. Recupera però anche esperienze<br />
secentesche come la poesia classicheggiante <strong>di</strong><br />
Gabriello Chiabrera (1552-1638). Il nome dell’Accademia<br />
deriva dall’Arca<strong>di</strong>a, una regione della Grecia<br />
abitata da pastori. Essa pratica un complesso cerimoniale<br />
classicheggiante, che investe ogni aspetto della<br />
vita dell’Accademia. Gli iscritti assumono soprannomi<br />
greci, chiamano le donne che cantano con altri soprannomi<br />
greci (Amarilli, Clori, Filli), scelgono come<br />
insegna la siringa del <strong>di</strong>o Pan e nominano come<br />
protettore Gesù Bambino in quanto è nato in mezzo ai<br />
pastori.<br />
Fin dagli inizi l’Accademia è <strong>di</strong>visa in due tendenze:<br />
a) quella che fa capo a Gravina, che vuole laicizzare<br />
la cultura e svolgere un programma <strong>di</strong> rinnovamento<br />
poetico e culturale; e b) quella che fa capo al canonico<br />
Crescimbeni, legato alla Curia romana, che propone<br />
una cultura moderata ed aggraziata, capace <strong>di</strong> riportare<br />
la cultura sotto il controllo della Chiesa. La vittoria<br />
del programma moderato spinge Gravina ed altri arca<strong>di</strong><br />
come Pietro Metastasio (1698-1782) e Paolo<br />
Rolli (1687-1765) ad uscire dall’Arca<strong>di</strong>a e a fondare<br />
l’Accademia dei Quiriti (1711). Grazie ai finanziamenti<br />
della Curia romana, l’Arca<strong>di</strong>a riesce ad attuare<br />
un’imponente e capillare rete organizzativa costituita<br />
dalle colonie, che fonda anche in zone tra<strong>di</strong>zionalmente<br />
lontane dalla vita culturale. Proprio queste colonie<br />
permettono <strong>di</strong> unificare la cultura <strong>italiana</strong>. In tal<br />
modo la Chiesa ritorna a fare sentire la sua presenza<br />
<strong>di</strong> guida all’interno della cultura, mantenendo i <strong>di</strong>battiti<br />
nell’alveo <strong>di</strong> problematiche strettamente letterarie<br />
e favorendo la produzione <strong>di</strong> canzonette innocue e<br />
cantabili, <strong>di</strong> i<strong>di</strong>lli campestri e <strong>di</strong> quadretti galanti.<br />
L’Arca<strong>di</strong>a è su posizioni culturali moderate e produce<br />
una poesia d’evasione e sentimentale, che non conosce<br />
né il dramma né la passione e che evita gli aspetti<br />
realistici della vita quoti<strong>di</strong>ana. Essa tuttavia riesce<br />
anche a dare contributi positivi: rinnova il linguaggio<br />
poetico, che <strong>di</strong>venta facile, melo<strong>di</strong>oso e cantabile.<br />
Rinnova la metrica, sperimentando soprattutto versi<br />
brevi (dai quaternari ai settenari), e nuovi componimenti<br />
(in particolare la canzonetta, le o<strong>di</strong> e le o<strong>di</strong>cine<br />
Genesini, Appunti e <strong>versioni</strong> <strong>di</strong> Letteratura <strong>italiana</strong> 107<br />
anacreontiche), che si ispirano alla poesia greca e latina.<br />
Il rinnovamento del linguaggio poetico si farà sentire<br />
anche in poeti dell’Ottocento come Ugo Foscolo,<br />
Giacomo Leopar<strong>di</strong> e Alessandro Manzoni, fino a Giosue<br />
Carducci.