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pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana

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6. Forse, se io avessi le ali, per volare sopra le nuvole<br />

e contare le stelle ad una ad una, o se come il tuono<br />

potessi andare <strong>di</strong> colle in colle, sarei più felice, o mio<br />

dolce gregge, sarei più felice, o can<strong>di</strong>da luna. O forse<br />

il mio pensiero, guardando alla sorte degli altri esseri,<br />

si allontana dal vero: forse in qualsiasi forma, in qualsiasi<br />

con<strong>di</strong>zione, dentro un covile come dentro una<br />

culla, è funesto per chi nasce il giorno della nascita.<br />

Riassunto. 1. Il pastore si rivolge alla luna e le chiede<br />

che cosa fa in cielo: sorge alla sera, contempla le<br />

steppe deserte, quin<strong>di</strong> tramonta. La sua vita assomiglia<br />

a quella della luna: si alza all’alba, conduce il<br />

gregge al pascolo, quin<strong>di</strong>, alla sera, ritorna; non ha<br />

altra speranza. Che senso ha quin<strong>di</strong> la vita della luna?<br />

e che senso ha la sua vita? 2. Un vecchietto incanutito<br />

affronta mille <strong>di</strong>fficoltà, senza mai fermarsi, finché<br />

giunge là dove fu rivolta la sua grande fatica: l’abisso<br />

orrendo della morte, precipitando nel quale <strong>di</strong>mentica<br />

tutto. 3. L’uomo nasce nel dolore e prova tormenti per<br />

prima cosa. I genitori passano il tempo a consolarlo <strong>di</strong><br />

essere nato. Ma allora perché mettere al mondo chi<br />

poi dev’essere consolato <strong>di</strong> essere vivo? Se la vita è<br />

una sventura, perché la sopportiamo? Questa è la con<strong>di</strong>zione<br />

umana. 4. La luna forse comprende il senso<br />

della vita umana. Forse comprende perché l’uomo<br />

viene meno alla consueta compagnia. Forse vede il<br />

senso delle cose, il motivo per cui il tempo trascorre.<br />

Forse sa perché ci sono le stagioni. Spesso, quando la<br />

guarda, si chiede: a quale scopo ci sono tante stelle?<br />

che cosa significa questa solitu<strong>di</strong>ne? ed egli chi è? Ma<br />

non sa trovar nessuno scopo all’universo, né agli esseri<br />

viventi, né alle continue trasformazioni della materia.<br />

Ma essa certamente conosce tutto. Il pastore invece<br />

può <strong>di</strong>re soltanto questo: forse qualcuno trae vantaggio<br />

dal movimento degli astri e dalla sua fragilità.<br />

Per lui invece la vita è un male. 5. Il gregge invece<br />

non conosce la propria infelicità; ed egli lo invi<strong>di</strong>a.<br />

Non soffre e, se soffre, <strong>di</strong>mentica subito gli affanni.<br />

Non prova te<strong>di</strong>o. Riposa contento la maggior parte<br />

dell’anno. Il pastore invece si annoia. Eppure non desidera<br />

nulla e, per ora, non ha motivo <strong>di</strong> lamentarsi.<br />

Non sa se il gregge è felice; egli lo è poco. Ma non si<br />

lamenta solo <strong>di</strong> questo. Se il gregge potesse parlare,<br />

gli chiederebbe: perché ogni animale se sta in ozio si<br />

sente sod<strong>di</strong>sfatto, mentre egli è assalito dalla noia? 6.<br />

O forse, se avesse le ali per volare sopra le nuvole,<br />

sarebbe più felice. O forse si sbaglia: dovunque, in un<br />

covile come in una culla, è funesto per chi nasce il<br />

giorno della nascita.<br />

Commento<br />

1. Anche qui il poeta parla alla luna, ma fa un <strong>di</strong>scorso<br />

molto più vasto, che comprende il tema del dolore<br />

umano e universale, il tema del senso dell’universo e<br />

della vita umana, il rifiuto della morte e l’attaccamento<br />

ad oltranza alla vita.<br />

2. La visione del mondo proviene dalle concezioni atee<br />

e materialistiche formulate dall’Illuminismo francese,<br />

che porta alle estreme conseguenze il meccanicismo<br />

e l’empirismo della scienza moderna. Il poeta<br />

Genesini, Appunti e <strong>versioni</strong> <strong>di</strong> Letteratura <strong>italiana</strong> 137<br />

però si preoccupa più della con<strong>di</strong>zione umana e del<br />

dolore che accomuna tutti gli esseri viventi nel loro<br />

rapporto con la natura, piuttosto che delle polemiche<br />

contro le religioni positive e contro gli effetti negativi<br />

della vita sociale. Rousseau era un riformatore sociale<br />

e un rivoluzionario; Leopar<strong>di</strong> è un filosofo ed un poeta,<br />

con una scarsissima fiducia verso tutte le ideologie,<br />

laiche e religiose, che promettono <strong>di</strong> fare uscire<br />

l’uomo dalla sua con<strong>di</strong>zione umana <strong>di</strong> dolore, e <strong>di</strong><br />

fargli raggiungere la felicità, costantemente insi<strong>di</strong>ata<br />

dalla sofferenza.<br />

3. E come filosofo egli si chiede, qui come altrove,<br />

perché l’uomo continua a voler vivere, se la vita è<br />

sventura, se non può avere la felicità e se non può evitare<br />

il dolore. Ma la ragione umana non è capace <strong>di</strong><br />

rispondere a queste domande. Forse la luna conosce le<br />

risposte, ma non le <strong>di</strong>ce al pastore.<br />

4. La morte non viene affatto desiderata, neanche se<br />

la vita è dolore: essa è vista come un abisso orrido e<br />

tremendo, nel quale l’uomo <strong>di</strong>mentica tutto, e quin<strong>di</strong><br />

si annichilisce. Per il poeta vivere significa acquisire<br />

ed essere un patrimonio <strong>di</strong> ricor<strong>di</strong>, che con la morte si<br />

<strong>di</strong>sperdono. Vivere però significa anche avere una<br />

“solita ed affettuosa compagnia <strong>di</strong> affetti”, che si interrompono<br />

drammaticamente con la morte. Egli è<br />

quin<strong>di</strong> legato ad oltranza alla vita, anche se la vita è<br />

costantemente dolore.<br />

5. Nell’i<strong>di</strong>llio compare anche il tema del te<strong>di</strong>o, la noia<br />

che colpisce il pastore quando guarda le pecore. Gli<br />

animali invece passano il tempo tranquillamente, sotto<br />

l’ombra delle piante, al riparo dalla calura, e sembrano<br />

immuni dalla noia. Sembrano anche capaci <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>menticare subito il dolore, appena è passato. Il tae<strong>di</strong>um<br />

vitae è un motivo già presente nella poesia romana.<br />

Il poeta però lo trasforma in una domanda filosofica<br />

sulla con<strong>di</strong>zione umana.<br />

6. I pastori e la vita pastorale, costantemente idealizzati,<br />

sono un filo conduttore della <strong>letteratura</strong> <strong>italiana</strong>:<br />

dall’Umanesimo del Quattrocento, all’episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

Erminia fra i pastori della Gerusalemme liberata <strong>di</strong><br />

Torquato Tasso, ai pastori dell’Arca<strong>di</strong>a. Anche Gabriele<br />

D’Annunzio canta i suoi pastori. Leopar<strong>di</strong> trasforma<br />

l’elogio tra<strong>di</strong>zionale della vita pastorale, nella<br />

quale il poeta intendeva evadere, in un momento <strong>di</strong><br />

riflessione filosofia e poetica sull’uomo, sul dolore<br />

che attraversa la vita umana e sulla morte che costituisce<br />

il male supremo.<br />

7. Le domande che il poeta-pastore rivolge alla luna<br />

restano senza risposte, perché l’autore professa una<br />

visione atea e materialistica della vita, che lascia aperti<br />

e senza risposta problemi come il senso del dolore,<br />

il senso della vita umana, il senso dell’universo. Nel<br />

Dialogo della Natura e <strong>di</strong> un Islandese (1824)<br />

l’autore propone questa risposta: la nascita e la morte<br />

sono necessarie affinché il ciclo della natura continui;<br />

altrimenti, se si toglie la morte (e quin<strong>di</strong> il dolore e la<br />

<strong>di</strong>struzione), si toglie anche la nascita; ed il ciclo si<br />

interrompe. Negli stessi anni Foscolo è sulle stesse<br />

posizioni; Manzoni invece propone risposte legate alla<br />

sua fede religiosa.

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