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pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana

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6. L’i<strong>di</strong>llio contiene la duplice immagine <strong>di</strong> una natura<br />

che dovrebbe essere madre e rendere felici gli uomini<br />

come gli animali; e poi si rivela come una matrigna,<br />

in<strong>di</strong>fferente ai dolori e agli affanni che <strong>di</strong>stribuisce<br />

agli esseri viventi. C’è però una <strong>di</strong>fferenza tra<br />

uomini e animali da una parte e il poeta dall’altra: i<br />

primi sono in<strong>di</strong>fferenti e <strong>di</strong>menticano subito gli affanni<br />

che la natura manda; il poeta invece, e soltanto lui,<br />

se la prende e rimprovera aspramente la natura per il<br />

modo in cui si comporta verso gli esseri viventi. A<br />

quanto pare, ai primi va bene anche così: è inutile<br />

prendersela se non si possono cambiare le cose. Al<br />

poeta invece i dolori e gli affanni non piacciono affatto<br />

e riversa il suo sarcasmo sulla natura, che accusa <strong>di</strong><br />

avere fatto e <strong>di</strong> non avere mantenuto le sue promesse<br />

<strong>di</strong> gioia e <strong>di</strong> felicità.<br />

7. In questo i<strong>di</strong>llio il poeta definisce la felicità non<br />

come qualcosa <strong>di</strong> positivo, ma come semplice pausa<br />

tra due dolori.<br />

8. Il temporale come simbolo del dolore è eccessivo:<br />

la natura sembra ritornare a nuova vita quando è cessato,<br />

e lo stesso poeta non riesce a nascondere il piacere<br />

e lo stupore che prova davanti al paesaggio rinfrescato<br />

dalla pioggia e alla vita <strong>di</strong> uomini e <strong>di</strong> animali,<br />

che riprende.<br />

9. Il tema della morte è presente negli stessi termini<br />

anche in A Silvia e nel Canto notturno <strong>di</strong> un pastore<br />

errante dell’Asia: l’uomo Leopar<strong>di</strong> come, a suo avviso,<br />

gli uomini in genere la vogliono fuggire ad ogni<br />

costo e continuare a vivere, anche se la vita è un continuo<br />

dolore.<br />

Il sabato del villaggio (1829)<br />

1. La fanciulla viene dai campi con il suo fascio<br />

d’erba, al tramonto del sole; e reca in mano un mazzetto<br />

<strong>di</strong> rose e <strong>di</strong> viole, con le quali (com’è solita fare)<br />

si prepara ad ornarsi il corpetto ed i capelli domani,<br />

giorno <strong>di</strong> festa. La vecchietta siede con le vicine sulla<br />

scala a filare, con il viso rivolto là dove finisce il giorno;<br />

e parla della sua giovinezza, quando nei giorni <strong>di</strong><br />

festa ella si adornava e, ancora sana e snella, era solita<br />

danzare la sera con coloro che ebbe come compagni<br />

della sua età più bella. Ormai tutta l’aria imbruna; il<br />

cielo sereno <strong>di</strong>venta d’un azzurro cupo, le ombre<br />

scendono dai colli e dalle case, mentre sorge la luna<br />

nuova. Ora la campana annuncia la festa che viene; e<br />

a quel suono <strong>di</strong>resti che il cuore si riconforta. I fanciulli,<br />

gridando a gruppi sulla piazza e saltando qua e<br />

là, fanno un rumore gradevole. E intanto il conta<strong>di</strong>no,<br />

fischiando, ritorna alla sua modesta mensa, e pensa tra<br />

sé e sé al giorno del suo riposo.<br />

2. Poi, quando ovunque sono spente le luci e tutto il<br />

paese tace, si ode il martello picchiare, si ode la sega<br />

del falegname, che è ancora sveglio con la lucerna accesa<br />

nella bottega chiusa, e si dà da fare per terminare<br />

il lavoro prima dell’alba.<br />

3. Il sabato dei sette è il giorno più gra<strong>di</strong>to, perché<br />

porta speranze e gioia. Domani le ore porteranno tristezza<br />

e noia [perché le speranze non si sono realizza-<br />

Genesini, Appunti e <strong>versioni</strong> <strong>di</strong> Letteratura <strong>italiana</strong> 139<br />

te], e ciascuno con il pensiero farà ritorno al lavoro<br />

consueto.<br />

4. O fanciullo spensierato, la giovinezza è come un<br />

giorno pieno <strong>di</strong> allegria, un giorno chiaro e sereno,<br />

che precede la festa della tua vita (=la maturità). Sii<br />

felice, o fanciullo mio, perché la giovinezza è una situazione<br />

dolcissima, è un periodo lieto. Non ti voglio<br />

<strong>di</strong>re nient’altro; ma non provare <strong>di</strong>spiacere se ti sembra<br />

che la tua festa (=la maturità) impieghi troppo<br />

tempo a giungere.<br />

Riassunto. Il poeta descrive il sabato del suo paese: la<br />

fanciulla ritorna dai campi con un mazzo <strong>di</strong> fiori, con<br />

cui si farà bella il giorno dopo; la vecchietta siede con<br />

le vicine e, filando, ricorda il tempo felice della sua<br />

giovinezza. Intanto scende la sera. I ragazzi giocano<br />

sulla piazza del paese, mentre il conta<strong>di</strong>no ritorna a<br />

casa, pensando che il giorno dopo potrà riposare. Poi<br />

scende la notte ed il silenzio avvolge tutto il paese.<br />

Soltanto il falegname è ancora sveglio: cerca <strong>di</strong> finire<br />

il lavoro prima dell’alba. A questo punto il poeta<br />

svolge alcune riflessioni: il sabato è il giorno più bello<br />

della settimana, perché porta speranze e gioia; la domenica<br />

invece sarà triste e noiosa, perché le speranze<br />

non si realizzano. Quin<strong>di</strong> fa un paragone: la giovinezza<br />

è come il sabato, ed è il più bel tempo della vita<br />

perché porta speranze e gioia; la maturità è come la<br />

domenica, ed è triste e noiosa perché le speranze non<br />

si realizzano. Così il poeta può concludere invitando<br />

il ragazzino a non aver fretta <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare adulto: la<br />

felicità è il periodo che sta vivendo, è l’attesa della<br />

maturità; invece la maturità sarà infelice, perché le<br />

speranze non si realizzeranno.<br />

Commento<br />

1. L’i<strong>di</strong>llio ha una struttura estremamente or<strong>di</strong>nata: a)<br />

la descrizione del sabato in paese e la gioia che esso<br />

porta a tutti; b) il contrasto tra le gioie e le speranze<br />

del sabato e la tristezza e la noia della domenica; c) il<br />

paragone della giovinezza e della maturità con il sabato<br />

e la domenica; infine d) l’invito a godere il presente,<br />

perché la felicità non giunge con la maturità della<br />

vita, ma è il presente stesso, è la giovinezza, è l’attesa<br />

della maturità. Perciò il garzoncello non deve avere<br />

nessuna fretta <strong>di</strong> crescere: la maturità porta soltanto<br />

delusioni e prelude alla vecchiaia e alla morte.<br />

2. Anche in questo i<strong>di</strong>llio il poeta si sofferma a descrivere<br />

con grande partecipazione la natura: il sole<br />

che tramonta, l’aria che imbruna, il cielo che <strong>di</strong>venta<br />

d’un azzurro cupo, il sorgere della luna nuova, il silenzio<br />

notturno. E quin<strong>di</strong> l’ambiente paesano: la fanciulla<br />

che ritorna dai campi, la vecchietta che fila e<br />

che ricorda i bei tempi della sua giovinezza, i fanciulli<br />

che giocano, il conta<strong>di</strong>no che ritorna a casa stanco ma<br />

felice, il falegname che vuole finire il lavoro prima<br />

dell’alba.<br />

3. Dopo la parte descrittiva c’è la parte riflessiva, che<br />

presenta la vita in termini sereni. I toni pessimistici<br />

sono completamente assenti. Il sabato è più bello della<br />

domenica perché porta speranze e gioia; la domenica<br />

invece sarà una delusione, perché porta tristezza e

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