pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana
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CARLO GOLDONI (1707-1793)<br />
La vita. Carlo Goldoni nasce a Venezia nel 1707. Nel<br />
1723 entra nel Collegio papale “Ghisleri” <strong>di</strong> Pavia,<br />
dove frequenta i corsi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto; ma due anni dopo ne<br />
è cacciato per una satira contro 12 fanciulle della città.<br />
Negli anni seguenti segue il padre nel Friùli, a Gorizia<br />
e a Lubiana. Nel 1731, all’improvviso, il padre<br />
muore. Goldoni riprende gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto; nello<br />
stesso anno si laurea a Padova, quin<strong>di</strong> apre lo stu<strong>di</strong>o<br />
<strong>di</strong> avvocato a Venezia. Negli anni successivi, per non<br />
mantenere una incauta promessa <strong>di</strong> matrimonio, gira<br />
<strong>di</strong>verse città del Veneto e della Lombar<strong>di</strong>a, finché nel<br />
1734 ritorna a Venezia, dove scrive alcuni intermezzi<br />
per il Teatro veneziano <strong>di</strong> san Samuele, <strong>di</strong> cui aveva<br />
conosciuto il capocomico, Giuseppe Imer. Negli anni<br />
successivi accompagna la compagnia <strong>di</strong> Imer in <strong>di</strong>verse<br />
città italiane. A Genova conosce e sposa Nicoletta<br />
Conio. Nel 1737 è <strong>di</strong> nuovo a Venezia. Nel 1738 Goldoni<br />
incomincia ad attuare quella che egli chiama la<br />
“riforma del teatro” scrivendo interamente la parte del<br />
protagonista <strong>di</strong> Momolo cortesan; nel 1743 scrive interamente<br />
La donna <strong>di</strong> garbo. Lo stesso anno interrompe<br />
la collaborazione con la compagnia <strong>di</strong> Imer e,<br />
con la moglie e il fratello, lascia Venezia a causa dei<br />
debiti. Si reca prima a Rimini, poi a Firenze, quin<strong>di</strong> a<br />
Siena ed infine a Pisa, dove riprende ad esercitare,<br />
questa volta con successo, la professione <strong>di</strong> avvocato<br />
(1744-48). Nel 1748 ritorna a Venezia, e firma un<br />
contratto con la compagnia <strong>di</strong> Girolamo Medebach.<br />
Per la stagione teatrale 1750-51 scrive 16 comme<strong>di</strong>e<br />
nuove, tra cui Il teatro comico, che contiene la sua<br />
poetica, e La locan<strong>di</strong>era, la sua comme<strong>di</strong>a più bella.<br />
Scoppiano però anche aspre polemiche con l’abate<br />
Pietro Chiari ed altri scrittori <strong>di</strong> comme<strong>di</strong>e a causa<br />
della sua riforma del teatro tra<strong>di</strong>zionale. Tra il 1759 e<br />
il 1762 scrive alcune delle sue comme<strong>di</strong>e più belle:<br />
Gli innamorati, I rusteghi, La casa nova, la trilogia<br />
della villeggiatura. Nel 1761 accetta l’invito <strong>di</strong> andare<br />
a Parigi a <strong>di</strong>rigere per due anni la “Comé<strong>di</strong>e italiènne”,<br />
stanco delle polemiche suscitate dalla sua riforma<br />
del teatro. Si congeda dal suo pubblico scrivendo Una<br />
delle ultime sere <strong>di</strong> Carnovale (1762). A Parigi deve<br />
riprendere la lotta per imporre le sue idee. Scaduto il<br />
contratto, lascia la “Comé<strong>di</strong>e” e accetta l’incarico <strong>di</strong><br />
maestro d’italiano per una figlia <strong>di</strong> Luigi XV (1765).<br />
Diventa poi precettore fino al 1780, quando lascia<br />
Versailles. Continua però a percepire la pensione concessagli<br />
da Luigi XVI. Muore nel 1793.<br />
Le opere. Goldoni scrive 125 comme<strong>di</strong>e. Le più importanti<br />
sono Momolo cortesan (1738-39, la prima<br />
comme<strong>di</strong>a <strong>di</strong> carattere, <strong>di</strong> cui è scritta la parte del protagonista),<br />
La donna <strong>di</strong> garbo (1743, la prima comme<strong>di</strong>a<br />
interamente scritta), la Vedova scaltra (1748),<br />
la Famiglia dell’antiquario (1749), che appartengono<br />
alla prima fase dell’attività goldoniana; le 16 comme<strong>di</strong>e<br />
nuove della stagione 1750-51 (tra cui Il teatro<br />
comico, la Bottega del caffè, il Bugiardo, I pettegolezzi<br />
delle donne), La locan<strong>di</strong>era (1752), il Campiel-<br />
Genesini, Appunti e <strong>versioni</strong> <strong>di</strong> Letteratura <strong>italiana</strong> 113<br />
lo (1756), Gl’innamorati (1759), i Rusteghi (1760),<br />
la Casa nova (1760), la trilogia della villeggiatura<br />
(Le smanie della villeggiatura, Le avventure della villeggiatura,<br />
Il ritorno dalla villeggiatura) (1761), le<br />
Baruffe chiozzotte (1762) e Sior Todero brontolon<br />
(1762), che appartengono al periodo della maturità; il<br />
Ventaglio (1765) e il Burbero benefico (1771), che<br />
appartengono al periodo parigino. Scrive anche i Mémoires<br />
(1787), una affettuosa e ironica autobiografia.<br />
La “riforma del teatro”. Goldoni si propone consapevolmente<br />
<strong>di</strong> attuare la “riforma del teatro”. Prima <strong>di</strong><br />
lui c’era la comme<strong>di</strong>a dell’arte, nella quale gli attori<br />
indossavano le maschere, improvvisavano su un canovaccio<br />
e, spesso, ricorrevano a lazzi e a battute volgari,<br />
per mantenere viva l’attenzione degli spettatori.<br />
Goldoni vuole sostituire alla comme<strong>di</strong>a dell’arte una<br />
comme<strong>di</strong>a completamente <strong>di</strong>versa, che si ispirasse al<br />
gran “libro del Mondo”.<br />
I criteri che egli applica sono tre:<br />
a) la rinuncia del meraviglioso, in nome <strong>di</strong> una rappresentazione<br />
semplice e naturale;<br />
b) la centralità del personaggio, cioè del carattere,<br />
sull’intreccio; e infine<br />
c) la verosimiglianza della trama e dei caratteri.<br />
I personaggi perciò cessano <strong>di</strong> essere stilizzati e abbandonano<br />
anche le maschere.<br />
La riforma della comme<strong>di</strong>a tra<strong>di</strong>zionale è fatta un po’<br />
alla volta, per fare accettare più facilmente le nuove<br />
idee. La comme<strong>di</strong>a goldoniana stabilisce un nuovo<br />
rapporto – un rapporto morale – con il pubblico: essa<br />
rappresenta quadri <strong>di</strong> vita quoti<strong>di</strong>ana, in cui il pubblico<br />
si riconosca; e vuole fornire ideali, che il pubblico<br />
possa con<strong>di</strong>videre e praticare. Essa insomma intende<br />
essere utile ed avere uno scopo morale. Perciò, con<br />
mano leggera, Goldoni propone il valore dell’onestà,<br />
del risparmio, del lavoro, del matrimonio, del rispetto<br />
verso i genitori, del buon senso ecc. In tutto ciò si vede<br />
la formazione a contatto con la realtà e non semplicemente<br />
letteraria, e gli ideali razionalistici del<br />
tempo (anche se non ancora illuministici), che egli cala<br />
nelle sue opere.<br />
Le comme<strong>di</strong>e <strong>di</strong> Goldoni non sono rigide: nelle prime<br />
egli dà importanza alla figura del mercante, in quanto<br />
socialmente positiva. Però nel corso degli anni, quando<br />
questa figura cessa <strong>di</strong> essere socialmente e idealmente<br />
significativa, passa a tessere l’elogio della piccola<br />
borghesia, e a criticare l’aristocrazia, che aveva<br />
cessato <strong>di</strong> svolgere una funzione sociale ed economica<br />
positiva. Molte comme<strong>di</strong>e poi sono prive dei protagonisti<br />
in senso tra<strong>di</strong>zionale, che sono sostituiti dalla<br />
centralità della situazione e dalla coralità degli interventi<br />
<strong>di</strong> tutti i personaggi.<br />
Goldoni affronta anche il problema della lingua: egli<br />
scrive comme<strong>di</strong>e in <strong>di</strong>aletto veneziano, ma anche in<br />
italiano, a seconda del pubblico che le deve vedere.<br />
Oltre a ciò egli adatta le sue comme<strong>di</strong>e sugli attori che<br />
le devono recitare e sul pubblico che va a vederle. Egli<br />
introduce ulteriori mo<strong>di</strong>fiche quando dal testo recitato<br />
in teatro passa al testo che deve essere soltanto<br />
letto.