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pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana

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3. Rosso Malpelo è legato al padre, l’unica persona<br />

che provi affetto per lui. La madre e la sorella si preoccupano<br />

soltanto del misero salario che può portare a<br />

casa, pensano a se stesse, e lo abbandonano senza<br />

problemi, quando mastro Misciu muore. Rosso Malpelo<br />

interpreta la “maschera sociale” che gli altri lavoratori<br />

della miniera gli attaccano addosso, quella <strong>di</strong><br />

essere cattivo in quanto ha i capelli rossi, e perciò responsabile<br />

<strong>di</strong> tutti gli incidenti che succedevano nella<br />

miniera. Egli accetta <strong>di</strong> interpretare questo ruolo, perché<br />

è l’unico modo per evitare l’emarginazione sociale,<br />

per avere una identità riconosciuta nel gruppo in<br />

cui vive e per prendersi in qualche modo la rivincita.<br />

Nella miniera non esisteva alcuna forma <strong>di</strong> prevenzione<br />

degli incidenti. Gli operai non vedono ciò e preferiscono<br />

– è più semplice – incolpare <strong>di</strong> tutto il ragazzino,<br />

che non respingeva le accuse (e, <strong>di</strong>ce il proverbio,<br />

chi tace acconsente) e che era un facile capro<br />

espiatorio, che non reagiva alle loro percosse.<br />

3.1. Rosso Malpelo <strong>di</strong>venta amico <strong>di</strong> Ranocchio, un<br />

altro ragazzo sfortunato come lui, e lo prende sotto la<br />

sua protezione: gli insegna che cosa deve fare per <strong>di</strong>fendersi<br />

dalle violenze degli altri lavoratori. Ranocchio<br />

è l’unico ragazzo della sua età che conosce; i ragazzi<br />

del paese la domenica lo cacciano e gli tirano<br />

sassi, così egli è costretto ad andarsene da solo nella<br />

sciara. Egli riflette sulla vita dell’asino bigio, che<br />

muore per gli sforzi e per le battute. E trae la conclusione<br />

che nella vita o si batte o si è battuti; ed anche<br />

l’asino, se avesse potuto farlo, avrebbe battuto chi lo<br />

bastonava. Eppure esso, da morto, serve ancora a<br />

sfamare le cagne del vicinato. Per il ragazzo la violenza<br />

serve soltanto a <strong>di</strong>fendersi dalla violenza altrui.<br />

Suo padre non era violento, ed è stato emarginato. Gli<br />

altri lavoratori si sono assuefatti alla violenza e<br />

l’hanno incorporata nel loro animo: la usano quando<br />

possono, cioè con i più deboli <strong>di</strong> loro, non con il padrone<br />

che, potendoli licenziare, è più forte.<br />

3.2. Rosso Malpelo, proprio perché doveva avere una<br />

vita <strong>di</strong>versa in quanto ragazzino, percepisce la violenza<br />

dei rapporti sociali, e reagisce manifestando un<br />

sentimento <strong>di</strong> affetto e <strong>di</strong> protezione verso Ranocchio,<br />

ancora più in<strong>di</strong>feso, perché <strong>di</strong> salute fragile. Nessun<br />

altro – né la famiglia, né i compagni <strong>di</strong> lavoro, né il<br />

proprietario della miniera, né l’ingegnere, né i paesani,<br />

né gli altri ragazzini – percepisce né tanto meno si<br />

oppone a tale violenza. L’unico momento <strong>di</strong> gioia che<br />

il ragazzo prova è quando può indossare i pantaloni<br />

del padre, adattati per lui, e può ammirare le scarpe<br />

del padre, che poteva mettere quando sarebbe <strong>di</strong>venuto<br />

più grande. Nell’ultima versione della novella<br />

(1897) egli li dona a Ranocchio, per farlo stare più<br />

caldo.<br />

3.3. Il ragazzo invi<strong>di</strong>a lavori più prestigiosi del suo: il<br />

muratore ed il carrettiere. Non vede altri lavori oltre a<br />

questi. Quarant’anni dopo Luigi Pirandello, un altro<br />

siciliano, descrive una storia simile alla sua: Ciàula<br />

scopre la luna (1896).<br />

3.4. La fine <strong>di</strong> Malpelo è dovuta a tre circostanze: a)<br />

la morte del padre; b) il conseguente abbandono della<br />

casa e <strong>di</strong> lui da parte della madre e della sorella; c) la<br />

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morte <strong>di</strong> Ranocchio, l’unico suo amico. Così egli accetta<br />

il suo destino, accetta che gli altri lo costringano<br />

ad andare ad esplorare la galleria che porta in pianura.<br />

Gli altri minatori hanno famiglia, lui no. Senza<br />

nessun motivo per vivere, egli cerca la morte. Porta<br />

con se tutti i suoi averi, il suo corredo funebre, come<br />

si trova nelle tombe antiche. Li porta con sé per morire.<br />

Lo fa in silenzio e appartato dagli occhi <strong>di</strong> tutti.<br />

4. Ranocchio è socialmente emarginato come Malpelo,<br />

ma meno <strong>di</strong> Malpelo: faceva un lavoro più prestigioso,<br />

il muratore, prima dell’incidente che lo declassa<br />

e lo costringe ad andare a lavorare nella miniera.<br />

Oltre a ciò vive in un ambiente familiare riscaldato<br />

dall’affetto della madre. L’incidente sul lavoro avviene<br />

senz’altro perché i datori <strong>di</strong> lavoro non si preoccupavano<br />

della sicurezza dei lavoratori, sia il capomastro<br />

<strong>di</strong> Ranocchio, sia il proprietario della miniera. Da<br />

parte loro gli operai e i minatori non prendevano nessuna<br />

precauzione per evitare gli incidenti... Peraltro<br />

rompersi una gamba non è la fine del mondo, perché<br />

si può guarire, soprattutto se si è giovani. Ma nel caso<br />

<strong>di</strong> Ranocchio le cose non vanno così: resta zoppo. Ciò<br />

gli fa perdere il lavoro e lo precipita a fare un lavoro<br />

meno prestigioso e più insalubre, finché la fatica e la<br />

denutrizione lo portano alla morte. Egli è comunque<br />

l’unico amico <strong>di</strong> Malpelo, anzi suscita in Malpelo un<br />

sentimento <strong>di</strong> protezione. Egli <strong>di</strong>venta il primo e<br />

l’ultimo confidente del ragazzo dei capelli Rossi.<br />

4.1. Oltre a Ranocchio alla miniera c’è un altro minatore<br />

che ha una gamba rovinata. Anch’egli è finito<br />

nella miniera, ma è riuscito a sopravvivere a quella<br />

vita e a <strong>di</strong>ventare adulto. Come gli esseri umani anche<br />

gli animali fanno la stessa fine: quando non servono<br />

più, gli asini finiscono nella miniera. E sono fortunati,<br />

perché così evitano <strong>di</strong> finire al macello. La sorte <strong>di</strong><br />

uomini e bestie è la stessa.<br />

5. I lavoratori della miniera deridono mastro Misciu;<br />

non intervengono con alcun consiglio, quando vedono<br />

che ha fatto un cattivo affare; non si preoccupano <strong>di</strong><br />

estrarre il suo corpo, quando vedono che occorrono<br />

molti giorni <strong>di</strong> lavoro per trasportare la sabbia che lo<br />

ricopre; non manifestano né affetto né simpatia né<br />

protezione verso Rosso Malpelo, che è un bambino,<br />

anzi ne approfittano per maltrattarlo. Alla fine mandano<br />

il ragazzino ad esplorare la galleria, con la motivazione<br />

che essi hanno famiglia, lui no. Non fanno<br />

collette per la famiglia <strong>di</strong> mastro Misciu, anzi chiedono<br />

al ragazzino se vende loro gli attrezzi del padre.<br />

Gli operai non sono soltanto violenti nei confronti dei<br />

più deboli e sottomessi davanti al padrone che li può<br />

licenziare a suo arbitrio; sono anche stupi<strong>di</strong> ed egoisti<br />

in modo miope. Non si preoccupano né della sicurezza<br />

del loro lavoro nella miniera, né <strong>di</strong> aiutarsi reciprocamente,<br />

né <strong>di</strong> organizzare il lavoro in modo da evitare<br />

o almeno da ridurre gli incidenti. Non provano alcun<br />

senso <strong>di</strong> solidarietà nei confronti dei più deboli<br />

(eppure anche loro, o prima o poi, per un incidente o<br />

per la vecchiaia potevano trovarsi nella stessa con<strong>di</strong>zione),<br />

e riversano sugli inferiori quella violenza che<br />

è piovuta addosso ad essi. Sono incapaci <strong>di</strong> riflettere<br />

sulla loro con<strong>di</strong>zione per cercare in qualche modo <strong>di</strong>

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