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pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana

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modo (=il comportamento) <strong>di</strong> colui che non cessa <strong>di</strong><br />

amarla; né questa è la prima volta che lo sente lamentarsi;<br />

ma, dura e fredda come una colonna, non si abbassa<br />

ad averne pietà; come colei che ha tutto il mondo<br />

a sdegno e non le pare che alcuno sia degno <strong>di</strong> lei.<br />

[La donna cerca <strong>di</strong> approfittare dell’insperato incontro:<br />

esce dal cespuglio e chiede aiuto. Sacripante è<br />

ben <strong>di</strong>sposto ad aiutarla. Cerca però <strong>di</strong> cogliere l’occasione<br />

favorevole per violentarla. Il suo proposito è<br />

però vanificato dall’arrivo <strong>di</strong> un cavaliere (è Bradamante)<br />

che lo sbalza da cavallo e poi prosegue per la<br />

sua strada. Dopo la brutta figura il guerriero pagano<br />

non ha più il coraggio <strong>di</strong> riprendere lo stupro interrotto...]<br />

Commento<br />

1. Ariosto racconta una storia favolosa, che avviene in<br />

luoghi lontani, e verosimile, perché i protagonisti hanno<br />

la stessa psicologia, la stessa mentalità, le stesse<br />

debolezze e le stesse reazioni degli ascoltatori. Gli<br />

uomini – reali o immaginari che siano – sono sempre<br />

gli stessi e si comportano sempre allo stesso modo. Il<br />

velo della finzione oltre tutto è costantemente strappato<br />

dall’ironia e dalle intrusioni che lo scrittore fa nel<br />

corso del racconto. Tanto vale allora <strong>di</strong>vertirsi, essere<br />

indulgenti e accettare gli uomini come sono: i moralisti<br />

non servono a nulla, perché non cambiano nulla.<br />

Fra’ Gerolamo Savonarola viene travolto dalle forze<br />

che fustiga e muore bruciato vivo sul rogo (1498).<br />

2. Angelica è una delle figure centrali del poema: è<br />

bella, bionda, figlia del re del Catai, fa innamorare <strong>di</strong><br />

sé tutti i guerrieri, sia cristiani sia pagani, ma non si<br />

concede a nessuno, poiché preferisce farsi desiderare<br />

da tutti. Per essa tutti i guerrieri sono <strong>di</strong>sposti a <strong>di</strong>menticare<br />

la patria, la guerra, l’onore, e ad inseguirla.<br />

Non si preoccupa delle responsabilità legate al fatto <strong>di</strong><br />

essere l’erede al trono; si lascia invece trascinare dai<br />

suoi desideri femminili, per de<strong>di</strong>carsi all’eterno gioco<br />

dell’amore, che lega l’uomo e la donna. Essa rifiuta<br />

l’amore <strong>di</strong> Orlando, il più forte pala<strong>di</strong>no dell’esercito<br />

cristiano; tale rifiuto provoca la pazzia del pala<strong>di</strong>no.<br />

Fugge, senza pensarci e senza preoccuparsi, in mezzo<br />

alla foresta, perché sa <strong>di</strong> poter dominare sempre gli<br />

avvenimenti con la sua femminilità. La vita le riserva<br />

però un destino paradossale: si innamora non del<br />

guerriero forte e virile, ma <strong>di</strong> uno sconosciuto fante,<br />

che essa trova ferito e che non fa niente per farla innamorare.<br />

Eppure con questo oscuro fante si sente felice<br />

e realizzata: egli non chiede e non può chiedere<br />

nulla, perché è ferito a morte; è lei che può dare, che<br />

può concedersi, che può rendersi utile, che può riportare<br />

alla vita e che può donare amore affettivo (ed anche<br />

fisico). Nessun guerriero aveva capito né poteva<br />

capire la sua psicologia o, altrimenti, il suo punto debole.<br />

3. Sacripante è uno dei tanti guerrieri innamorati <strong>di</strong><br />

Angelica. Per essa ha lasciato il suo regno ed è venuto<br />

in Francia. Ha un’unica ossessione: amare per primo<br />

la donna. E, credendo che qualcun altro sia arrivato<br />

per primo, si affligge (ma poi si chiede perché si deve<br />

affliggere), me<strong>di</strong>ta il suici<strong>di</strong>o (che però non ha alcuna<br />

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intenzione <strong>di</strong> attuare), si augura <strong>di</strong> morire e si chiede<br />

se non l’ama più. Il guerriero pagano è un po’ patetico<br />

e un po’ troppo riflessivo: agire non è il suo forte. Di<br />

lì a poco gli succede un’ occasione che – come lo<br />

stesso Ariosto sottolinea con forza – non gli poteva<br />

capitare in mille anni: incontra da solo, in un bosco, la<br />

donna che ama, la quale gli chiede pure aiuto. È il<br />

colpo <strong>di</strong> fortuna (egli cerca <strong>di</strong> approfittarne e si prepara<br />

a violentare la donna), che però è imme<strong>di</strong>atamente<br />

seguito da un colpo <strong>di</strong> sfortuna (i suoi propositi <strong>di</strong><br />

violenza sono resi vani dall’arrivo <strong>di</strong> Bradamante, che<br />

lo sbalza da cavallo e gli fa fare brutta figura davanti<br />

ad Angelica).<br />

4. Sacripante e la sua superficialità affettiva sono<br />

l’immagine costante che in tutto il poema Ariosto dà<br />

dell’uomo. Agli occhi del pagano, ma anche <strong>di</strong> tutti<br />

gli altri guerrieri che inseguono Angelica, la donna è<br />

soltanto una preda da concupire e da possedere.<br />

D’altra parte la donna accetta il gioco, e cerca <strong>di</strong> approfittare<br />

<strong>di</strong> Sacripante. In ambito femminile il comportamento<br />

equivalente a quello maschile è espresso<br />

dalla maga Alcina, che non perde tempo in preamboli<br />

e sistematicamente abusa degli uomini <strong>di</strong> cui si innamora.<br />

La normalità e la ragionevolezza sono invece<br />

espresse da Bradamante, la donna guerriera e monogama,<br />

tenace e paziente, che insegue il suo bel Ruggiero<br />

per tutto il poema e alla fine lo sposa.<br />

5. Per quanto riguarda la <strong>di</strong>alettica tra i sessi Ariosto<br />

però riserva nel corso del poema infinite altre sorprese,<br />

come la storia boccaccesca raccontata da un oste al<br />

guerriero pagano Rodomonte (XXVIII, 1-74): tra<strong>di</strong>ti<br />

dalle loro mogli, il re longobardo Astolfo e l’amico<br />

romano Fausto Latini vanno in giro per il mondo alla<br />

ricerca <strong>di</strong> una donna fedele; ma non la trovano; e alla<br />

fine decidono <strong>di</strong> ritornare dalle loro mogli e <strong>di</strong> non<br />

preoccuparsi più dei loro tra<strong>di</strong>menti.<br />

6. La riscoperta della donna e della bellezza femminile,<br />

iniziata dopo il Mille con la Scuola siciliana, continuata<br />

dal Dolce stil novo alla fine del Duecento, da<br />

Petrarca e da Boccaccio nel Trecento, quin<strong>di</strong> dagli<br />

umanisti nel Quattrocento, è svolta con nuove e<br />

splen<strong>di</strong>de immagini dalle parole che il poeta mette in<br />

bocca a Sacripante: la donna è come una rosa, che<br />

mostra la sua bellezza sopra il suo stelo; tutti la ammirano<br />

e tutti si innamorano <strong>di</strong> lei, finché non si dona al<br />

suo unico innamorato.<br />

Il castello del mago Atlante (IV, 15-40)<br />

15. Il mago non impiegò molto tempo ad uscire dal<br />

castello, non appena sentì il suono del corno e la voce<br />

<strong>di</strong> Bradamante. Il cavallo alato per l’aria lo porta contro<br />

costei, che sembra un uomo feroce. La donna<br />

all’inizio si fa coraggio, poiché vede che colui poco le<br />

può nuocere: non porta lancia, né spada, né mazza,<br />

che possa forare o rompere la sua corazza. 16. Nella<br />

mano sinistra aveva soltanto lo scudo, tutto coperto<br />

con un drappo rosso; nella destra aveva un libro, leggendo<br />

il quale faceva nascere gran<strong>di</strong> pro<strong>di</strong>gi, perché<br />

talvolta la lancia sembrava correre, e a più <strong>di</strong> un guerriero<br />

aveva fatto batter le ciglia <strong>di</strong> meraviglia, talvolta

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