pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana
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sere negativa: un cavaliere non può usare violenza a<br />
una donna. Nastagio lo <strong>di</strong>mostra chiaramente, poiché<br />
non usa violenza verso la donna che ama e perché<br />
cerca <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere l’altra donna dalla violenza del cavaliere.<br />
In altre novelle però, come quelle tragiche<br />
della quarta giornata, Boccaccio mostra che anche i<br />
nobili sono capaci <strong>di</strong> usare violenza sulle donne. La<br />
realtà – egli riconosce – è spesso <strong>di</strong>versa da quello<br />
che dovrebbe essere o da come vorremmo che fosse.<br />
6. La donna amata da Guido degli Anastagi ha poco<br />
cervello: si accontenta <strong>di</strong> respingere Guido e <strong>di</strong> godere<br />
per la sua morte. Non si accorge nemmeno che ciò<br />
è peccato. Così senza volere finisce all’inferno. Lei si<br />
comporta come si sta comportando la figlia <strong>di</strong> Paolo<br />
Traversaro, ma non è fortunata come quest’ultima,<br />
perché Guido non riesce ad aggirare le sue resistenze<br />
ed anzi si uccide. Eppure le due donne sono uguali:<br />
giovanissime, bellissime e perciò viziatissime. La società<br />
le spinge a curare la bellezza e a mostrarla; non<br />
si preoccupa invece <strong>di</strong> dare loro una educazione affettiva<br />
e sentimentale. Poi però le condanna, le colpevolizza<br />
o le punisce. Dovrebbero cedere al più presto ai<br />
desideri maschili e mettere in secondo piano le loro<br />
esigenze, la loro immaturità e la loro sessualità. La<br />
prima finisce all’inferno e poi deve espiare un’orribile<br />
punizione. La seconda è più fortunata, perché incontra<br />
Nastagio, che le vuole bene e che si rifiuta <strong>di</strong> trattarla<br />
come una donna-oggetto. Ciò la sottrae all’ideologia<br />
ed ai valori dominanti, che vogliono la donna succuba<br />
all’uomo.<br />
7. Dopo aver visto la caccia infernale, le donne <strong>di</strong><br />
Ravenna cedono più facilmente alle richieste maschili<br />
nel timore <strong>di</strong> finire all’inferno. Ci potrebbe essere<br />
un’altra possibilità: con il pretesto del timore <strong>di</strong> finire<br />
all’inferno, esse sod<strong>di</strong>sfano le loro esigenze femminili<br />
e strumentalizzano l’uomo. Questa seconda ipotesi è<br />
assai remota: la conclusione della novella è troppo rapida<br />
per capire come stanno le cose; ed anche per capire<br />
se è soltanto ironica e maliziosa. Tutto il racconto<br />
però evita il termine violenza e tutto ciò che essa implica:<br />
le donne non sono costrette con la forza a cedere<br />
ai desideri maschili. Guido punisce la donna, ma<br />
perché lo vuole la giustizia <strong>di</strong>vina; Nastagio spaventa<br />
la ragazza, ma non usa altre armi per fare pressioni su<br />
<strong>di</strong> lei. Boccaccio non si preoccupa mai delle specifiche<br />
esigenze affettive e psicologiche delle donne.<br />
8. Boccaccio rovescia le conclusioni <strong>di</strong> un motivo tipicamente<br />
me<strong>di</strong>oevale, la caccia infernale: la paura<br />
dell’inferno viene utilizzata non per spingere l’ascoltatore<br />
verso una vita senza peccato, ma a rendere più<br />
<strong>di</strong>sponibili le donne alle richieste maschili. Il timore<br />
dell’inferno non spinge l’uomo verso il para<strong>di</strong>so, come<br />
succede contemporaneamente nelle pre<strong>di</strong>che <strong>di</strong><br />
Jacopo Passavanti (1302ca.-1357); lo spinge con più<br />
forza verso i piaceri ed i valori terreni. D’altra parte<br />
proprio la caccia infernale è l’argomento <strong>di</strong> una pre<strong>di</strong>ca<br />
del frate: Il carbonaio <strong>di</strong> Niversa. Il contesto è <strong>di</strong>verso:<br />
religioso e trascendente nella pre<strong>di</strong>ca; laico e<br />
terreno nella novella. E la conclusione è ugualmente<br />
<strong>di</strong>versa: la pre<strong>di</strong>ca esorta l’ascoltatore a pregare, a fare<br />
le elemosine e a far <strong>di</strong>re messe; la novella invece<br />
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esorta ad una vita più lussuriosa. Anche il pubblico è<br />
<strong>di</strong>verso: il popolo minuto da una parte; la nobiltà e la<br />
borghesia dall’altra.<br />
9. Il confronto tra la novella <strong>di</strong> Boccaccio e la pre<strong>di</strong>ca<br />
<strong>di</strong> Passavanti è anzi molto istruttivo, perché mostra<br />
sia come i due autori vedono la realtà (ma anche con<br />
quali valori e con quali scopi la vedono e la valutano),<br />
sia come si svolge la <strong>di</strong>namica della trama. Nel laico e<br />
filonobiliare Boccaccio il protagonista è il giovane,<br />
nobile e ricchissimo Nastagio, che attivamente sfrutta<br />
la caccia infernale per piegare la volontà della donna<br />
che ama. Nel religioso Passavanti il protagonista è il<br />
carbonaio (che per primo assiste alla caccia infernale<br />
e con cui si identifica il pubblico), ma anche il conte<br />
(che rappresenta la regola, la legge e l’autorità), ma<br />
anche il cavaliere (che si pone al centro del racconto e<br />
dà gli insegnamenti morali). Il carbonaio è passivo; il<br />
conte è <strong>di</strong>scretamente attivo; il cavaliere in vita è passivo<br />
e subisce l’iniziativa della donna; in morte soffre<br />
insieme con la donna. La donna, e soltanto la donna<br />
sembra attiva: prende il cavaliere come amante, uccide<br />
il marito per peccare meglio, si pente a tempo debito<br />
per evitare l’inferno. Il cavaliere si fa strumentalizzare<br />
per sod<strong>di</strong>sfare i desideri della donna, e non se ne<br />
accorge nemmeno. Nella novella la donna è bella,<br />
passiva ed oggetto <strong>di</strong> desiderio e <strong>di</strong> piacere maschile.<br />
Nella pre<strong>di</strong>ca essa invece è la tentatrice, che può portare<br />
l’uomo alla per<strong>di</strong>zione eterna, ed è affamata <strong>di</strong><br />
sesso. Essa però è anche silenziosa – le regole sociale<br />
la costringono a tacere e a subire –, ma è più intelligente<br />
dell’uomo, che piega ai suoi desideri e alla sua<br />
volontà. Boccaccio pone all’inferno i due amanti, perché<br />
non è interessato al problema della salvezza<br />
dell’anima; Passavanti invece li pone in purgatorio,<br />
perché vuol <strong>di</strong>re al suo pubblico che la salvezza<br />
dell’anima è <strong>di</strong>fficile ma possibile, anche se non al<br />
primo tentativo. L’amore della novella è un amorepiacere,<br />
è il gioco in cui si cimentano i giovani; quello<br />
della pre<strong>di</strong>ca è una semplice sod<strong>di</strong>sfazione sessuale.<br />
10. Nastagio è uno dei giovani del Decameron. Altri<br />
sono Andreuccio da Perugia (II, 5) e Federigo degli<br />
Alberighi (V, 9). Rispetto agli altri egli rappresenta<br />
l’ideale perfetto <strong>di</strong> nobiltà <strong>di</strong> lunga data e <strong>di</strong> ricchezza<br />
sovrabbondante, <strong>di</strong> vita de<strong>di</strong>ta ai pranzi, alle feste ed<br />
al culto della bellezza femminile. Egli è anche coraggioso,<br />
pronto <strong>di</strong> mente e capace <strong>di</strong> sfruttare l’occasione<br />
favorevole. Andreuccio invece proviene da una<br />
famiglia non nobile, senza tra<strong>di</strong>zioni educative, che<br />
ha raggiunto da poco la ricchezza. Non è stupido, è<br />
soltanto inesperto; e promette <strong>di</strong> imparare dall’esperienza<br />
della vita. Federigo invece è il nobile <strong>di</strong> misurata<br />
ricchezza, senza amici e senza parenti che si preoccupino<br />
per lui. Si innamora della persona sbagliata,<br />
una donna sposata, che corteggia senza successo e<br />
sempre allo stesso modo, senza cambiare la strategia<br />
che si è <strong>di</strong>mostrata incapace <strong>di</strong> dare risultati. Per questa<br />
donna si rovina. Ritorna in possesso della ricchezza<br />
per motivi in<strong>di</strong>pendenti dalle sue capacità e dalla<br />
sua intelligenza. Oltre a questi giovani nel Decameron<br />
ci sono personaggi <strong>di</strong> mezza età, come Geri Spina e<br />
Cisti fornaio (VI, 2), Currado Gianfigliazzi (VI, 4) e