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pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana

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UGO FOSCOLO (1778-1827)<br />

La vita. Ugo Foscolo nasce nel 1778 a Zante, un’isola<br />

della Grecia. Nel 1792 raggiunge la madre a Venezia.<br />

Qui ha la sua formazione letteraria. Nel 1795 entra nel<br />

salotto <strong>di</strong> Isabella Teotocchi Albrizzi e conosce i<br />

maggiori intellettuali della città. Nel 1797 si arruola<br />

come volontario nell’esercito <strong>di</strong> Napoleone, schierandosi<br />

su posizioni filofrancesi e repubblicano-democratiche.<br />

Ma è deluso quando Napoleone cede Venezia<br />

all’impero asburgico (1797). Esprime la delusione<br />

nel romanzo autobiografico Le ultime lettere <strong>di</strong> Jacopo<br />

Ortis (1798). Tra il 1797 e il 1798 è a Milano, dove<br />

collabora al “Monitore Italiano”, un giornale voluto<br />

dal governo, ma ben presto soppresso per le critiche<br />

mosse alla politica napoleonica. L’anno successivo<br />

si arruola come volontario nella Guar<strong>di</strong>a nazionale<br />

<strong>di</strong> Bologna, per combattere contro gli eserciti <strong>di</strong> Russia<br />

e dell’impero, che avevano attaccato la Repubblica<br />

Cisalpina. Dopo la vittoria napoleonica <strong>di</strong> Marengo<br />

torna a Milano. Nel 1799 scrive l’ode A Luigia Pallavicini<br />

caduta da cavallo, de<strong>di</strong>cata alla nobildonna genovese<br />

che si era ferita cadendo da cavallo. Nel 1800<br />

incontra Isabellla Roncioni, <strong>di</strong> cui si innamora infelicemente<br />

(la donna è già promessa sposa). L’anno seguente<br />

si suicida il fratello Gian Dionigi (il “fratello<br />

Giovanni” del sonetto) (1801). Poco dopo, a Milano,<br />

ha una relazione tumultuosa con la contessa Antonietta<br />

Fagnani Arese. Ad essa il poeta de<strong>di</strong>ca l’ode<br />

All’amica risanata (1802-03). In questi anni scrive un<br />

gruppo <strong>di</strong> sonetti (1802-03). Tra il 1804 e il 1806 è<br />

sulla Manica, in vista <strong>di</strong> una invasione francese<br />

dell’Inghilterra che poi non si farà. Qui ha una figlia,<br />

Floriana, da Sophie Hamilton. Ritorna a Milano, dove<br />

scrive il carme De’ Sepolcri (1807), la sua opera più<br />

famosa. Tra il 1807 e il 1811 ha una vita amorosa<br />

molto intensa: ama la contessa Marzia Martinengo<br />

Cesaresco, la contessina Francesca Giovio, Maddalena<br />

Bignami, Lucietta Frappolli. Nel 1812 si congeda<br />

dall’esercito e si trasferisce a Firenze, dove frequenta<br />

il salotto della contessa D’Albany, la compagna <strong>di</strong><br />

Vittorio Alfieri. In questi anni inizia il poemetto Le<br />

grazie, che rimane incompiuto. Alla notizia delle<br />

sconfitte napoleoniche, ritorna a Milano e riprende<br />

l’uniforme. Caduto Napoleone (1815), l’impero asburgico<br />

gli offre l’incarico <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigere un giornale <strong>di</strong><br />

cultura. Egli rifiuta, per non dare l’esempio agli altri<br />

intellettuali <strong>di</strong> essersi piegato al nuovo regime. Quin<strong>di</strong><br />

va in volontario esilio prima in Svizzera, poi (1817) a<br />

Londra. Qui sperpera in cattivi investimenti l’ere<strong>di</strong>tà<br />

della figlia. Muore in <strong>di</strong>fficoltà economiche nel 1827.<br />

Nel 1871 il suo corpo viene trasportato nella Chiesa<br />

<strong>di</strong> Santa Croce a Firenze e sepolto accanto ai gran<strong>di</strong><br />

italiani, che egli aveva cantato.<br />

Le opere. Foscolo scrive l’ode A Napoleone liberatore<br />

(1797), il romanzo autobiografico Le ultime lettere<br />

<strong>di</strong> Jacopo Ortis (1798, 1802, 1816), le due o<strong>di</strong> A Luigia<br />

Pallavicini caduta da cavallo (1802) e All’amica<br />

risanata (1802-03), un gruppo <strong>di</strong> sonetti (1802-03), il<br />

Genesini, Appunti e <strong>versioni</strong> <strong>di</strong> Letteratura <strong>italiana</strong> 127<br />

carme De’ Sepolcri (1807), il poemetto neoclassico<br />

Le Grazie (1808-22, incompiuto) e alcuni scritti <strong>di</strong><br />

critica letteraria.<br />

La poetica. Foscolo fonde variamente Neoclassicismo<br />

e Romanticismo. Nelle due o<strong>di</strong> e nel poemetto Le<br />

Grazie egli propone l’ideale classico e neoclassico<br />

della bellezza rasserenatrice, che vince le passioni; nei<br />

sonetti e nel carme De’ Sepolcri legge invece gli ideali<br />

romantici <strong>di</strong> patria e <strong>di</strong> impegno civile da una prospettiva<br />

classica. La presenza della cultura classica è<br />

comunque centrale nella sua poesia, anche quando<br />

questa cultura è piegata per cantare ideali ad essa sostanzialmente<br />

estranei, come quelli derivati dalla Rivoluzione<br />

francese. Il Romanticismo <strong>di</strong> Foscolo è in<strong>di</strong>vidualistico,<br />

propone il culto dell’eroe e presenta<br />

una visione fortemente aristocratica e militaristica<br />

della vita: le tombe dei gran<strong>di</strong> del passato spingono<br />

l’uomo dal grande animo a compiere gran<strong>di</strong> imprese,<br />

che la poesia canta e tramanda ai posteri oltre l’oblio<br />

del tempo. Le gran<strong>di</strong> imprese desunte dal mondo greco<br />

sono imprese militari (la guerra tra greci e troiani,<br />

cantata da Omero, il quale fa argomento <strong>di</strong> poesia<br />

l’eroismo dei primi e il valore in <strong>di</strong>fesa della patria <strong>di</strong><br />

Ettore, condottiero dei secon<strong>di</strong>). Soltanto secondariamente<br />

egli canta imprese artistiche, scientifiche o civili<br />

(i gran<strong>di</strong> che sono sepolti in Santa Croce: l’uomo<br />

politico Machiavelli, l’artista Buonarroti e lo scienziato<br />

Galilei, a cui sono avvicinati i due poeti Dante e<br />

Petrarca. Nessun cenno è fatto a Napoleone Bonaparte,<br />

cantato come <strong>di</strong>ffusore degli ideali <strong>di</strong> libertà e <strong>di</strong><br />

patria nell’ode A Bonaparte liberatore del 1797, ma<br />

condannato come conquistatore e despota nella de<strong>di</strong>ca<br />

all’ode scritta nel 1799.<br />

La poesia <strong>di</strong> Foscolo canta quin<strong>di</strong> gli ideali <strong>di</strong> patria e<br />

<strong>di</strong> libertà, per la cui realizzazione si deve combattere<br />

nel presente. Tali ideali rimandano alla cultura classica<br />

del passato, interpretata in modo riduttivo, cioè soltanto<br />

in termini poetico-militaristici, e non adeguatamente<br />

rielaborata in funzione delle esigenze del presente<br />

e del futuro. I limiti ideologici e ideali<br />

dell’autore emergono imme<strong>di</strong>atamente se confrontati<br />

con le coeve prospettive politiche e culturali in<strong>di</strong>cate<br />

ed attuate da Alessandro Manzoni, che è soltanto <strong>di</strong><br />

pochi anni più giovane. Foscolo risulta ancora legato<br />

al Neoclassicismo settecentesco e a un Romanticismo<br />

in<strong>di</strong>vidualistico ed eroico; Manzoni apre la <strong>letteratura</strong><br />

all’impegno politico e civile, che si deve attuare con<br />

la fine dell’epopea napoleonica.<br />

Le ultime lettere <strong>di</strong> Jacopo Ortis (1798, 1802, 1816) è<br />

un romanzo epistolare a carattere autobiografico,<br />

scritto sul modello del romanzo goethiano I dolori del<br />

giovane Werther (1775-77).<br />

Riassunto. Il protagonista, Jacopo Ortis, invia delle<br />

lettere all’amico Lorenzo Alderani, che le raccoglie e<br />

poi le pubblica. Jacopo è un giovane romantico che ha<br />

due ideali: la patria e l’amore per Teresa, vissuti con<br />

passionalità romantica. Ambedue questi ideali vengono<br />

delusi: Napoleone consegna la Repubblica <strong>di</strong> Ve-

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