20.06.2013 Views

pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana

pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana

pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

mo<strong>di</strong>ficarla, <strong>di</strong> ribellarsi, <strong>di</strong> riservarsi un ambito, per<br />

quanto piccolo, in cui praticare l’amicizia, la solidarietà,<br />

la <strong>di</strong>fesa della propria umanità e dei propri interessi<br />

economici grazie al fatto <strong>di</strong> stare uniti. Non sono<br />

“sindacalizzati” né “sindacalizzabili”, né hanno alcuna<br />

coscienza <strong>di</strong> classe.<br />

6. La stessa in<strong>di</strong>fferenza e la stessa <strong>di</strong>sumanità sono<br />

espresse dal padrone della miniera e dai compaesani<br />

<strong>di</strong> mastro Misciu e <strong>di</strong> suo figlio. Tutti sono chiusi in<br />

una gabbia <strong>di</strong> egoismo, dalla quale non riescono ad<br />

uscire nemmeno davanti alla morte <strong>di</strong> un padre <strong>di</strong> famiglia.<br />

Lo stesso ingegnere, che per motivi <strong>di</strong> formazione<br />

culturale doveva avere un comportamento più<br />

aperto, se ne ritorna a teatro, quando vede che non si<br />

può fare più niente né per salvare né per recuperare il<br />

corpo <strong>di</strong> mastro Misciu. Ad<strong>di</strong>rittura gli operai pensano<br />

che sia stato Rosso Malpelo a causare la morte del<br />

padre: non erano mai riusciti a vedere l’affetto che legava<br />

padre e figlio. Forse essi e i loro figli si comportavano<br />

<strong>di</strong>versamente da mastro Misciu e da Rosso<br />

Malpelo?<br />

7. L’evaso viene alla miniera per nascondersi. Ma non<br />

resiste a quella vita: dopo 15 giorni se ne va, affermando<br />

che la vita in prigione è migliore <strong>di</strong> quella. Un<br />

<strong>di</strong>scorso chiarissimo, che però non fa riflettere gli altri<br />

minatori: non hanno esperienza <strong>di</strong> vita né sanno riflettere.<br />

8. Nella società umana c’è una gerarchia <strong>di</strong> violenza,<br />

e tale violenza si trasmette anche nei rapporti dell’uomo<br />

con gli animali. L’asino grigio la subisce fin dopo<br />

la morte. In vita era stato declassato a lavorare nella<br />

miniera (l’altra alternativa era <strong>di</strong> finire al mattatoio).<br />

Qui muore <strong>di</strong> stenti e <strong>di</strong> fatica. Il suo corpo, gettato<br />

senza pietà nella sciara, subisce la violenza degli altri<br />

animali, che lo <strong>di</strong>vorano. Eppure in questo modo esso<br />

si rende ancora utile.<br />

9. Nella novella c’è un grande assente, la cui assenza<br />

è colpevole: è lo Stato unitario, che con le tasse e con<br />

la leva obbligatoria ha peggiorato le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita<br />

della popolazione meri<strong>di</strong>onale. In cambio non ha dato<br />

alcun servizio, né giustizia sociale – la terra ai conta<strong>di</strong>ni<br />

–, né sviluppo economico, né un minimo <strong>di</strong> protezione<br />

alle classi meno abbienti. Esso è ancora assente<br />

a 20 anni dall’unità d’Italia. Verga però sottolinea<br />

le con<strong>di</strong>zioni durissime della popolazione, ma non critica<br />

né attacca mai lo Stato italiano, anzi plaude la repressione<br />

milanese del 1898. Lo scrittore crede ingenuamente<br />

a una delle tesi più care alla classe dominante,<br />

sia <strong>di</strong> Destra che <strong>di</strong> Sinistra, che le proteste popolari<br />

(legittime o illegittime che fossero) andavano<br />

represse perché minacciavano l’unità nazionale. Per<br />

questo motivo sono ammazzati i briganti siciliani<br />

(1862-63) e 45 anni dopo a Milano si spara sulla folla<br />

inerme che chiede il pane (1898). Grazie a questa tesi<br />

<strong>di</strong> comodo, assolutamente infondata, la classe <strong>di</strong>rigente<br />

<strong>di</strong>ssangua la popolazione con le tasse in<strong>di</strong>rette, con<br />

la leva obbligatoria... Essa si informa delle con<strong>di</strong>zioni<br />

della popolazione <strong>italiana</strong> soltanto con l’Inchiesta Jacini<br />

(1887), cioè ben 26 anni dopo l’unità.<br />

10. Davanti a questa vita pervasa <strong>di</strong> violenza la conclusione<br />

<strong>di</strong> Verga è amara e senza speranza: sono for-<br />

Genesini, Appunti e <strong>versioni</strong> <strong>di</strong> Letteratura <strong>italiana</strong> 157<br />

tunati coloro che sono morti; è meglio non essere nati.<br />

La violenza è talmente penetrata negli animi, che per<br />

lo scrittore non esiste nessuna possibilità <strong>di</strong> cacciarla.<br />

Da ciò deriva la convinzione pessimistica e <strong>di</strong>sperata<br />

che non ci sia nulla da fare per uscire dallo status quo:<br />

né la denuncia sociale, né l’impegno culturale, né<br />

l’impegno politico. Il pessimismo dell’autore è talmente<br />

assoluto, che non lascia aperta la strada nemmeno<br />

alla più piccola speranza terrena. E nemmeno<br />

ultraterrena.<br />

11. Verga racconta la novella dal punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong><br />

Rosso Malpelo. Poteva raccontarla assumendo il punto<br />

<strong>di</strong> vista <strong>di</strong> un qualsiasi altro personaggio, o anche<br />

<strong>di</strong> due o più personaggi, o anche un punto <strong>di</strong> vista esterno<br />

al racconto (narratore onnisciente). I risultati<br />

sarebbe stati molto <strong>di</strong>versi. Ad esempio poteva raccontare<br />

la storia dal punto <strong>di</strong> vista del padrone della<br />

miniera, che si lamentava perché la miniera non rendeva<br />

o perché i minatori lavoravano poco o perché<br />

doveva pagare molte tasse. Poteva narrare la storia dal<br />

punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong> qualche minatore, che era oppresso<br />

dalla moglie o dal datore <strong>di</strong> lavoro e che si prendeva<br />

gran<strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazioni a tirare calci a Malpelo.<br />

Fantasticheria (1878-79) è una specie <strong>di</strong> riassunto de<br />

I Malavoglia. Verga immagina <strong>di</strong> accompagnare una<br />

giovane nobildonna milanese ad Aci Trezza. Qui incontrano<br />

i personaggi che poi saranno i protagonisti<br />

del romanzo. L’autore descrive la noia della donna e<br />

l’estrema povertà dei paesani, che tuttavia <strong>di</strong>mostrano<br />

un incre<strong>di</strong>bile attaccamento alla vita. La novella contiene<br />

l’espressione più ra<strong>di</strong>cale del pessimismo verghiano,<br />

quando il protagonista – lo stesso scrittore –<br />

ripete più volte che per quegli abitanti era meglio non<br />

essere nati. Presenta anche l’ideale dell’ostrica:<br />

l’ostrica, finché resta attaccata allo scoglio, fa una vita<br />

grama ma sicura; quando, per sete d’ignoto o per desiderio<br />

<strong>di</strong> migliorare la sua con<strong>di</strong>zione, va nel vasto<br />

mare, è preda <strong>di</strong> pesci voraci e nella catastrofe coinvolge<br />

anche i suoi cari. La conclusione, pessimistica e<br />

desolatamente senza speranza, è che è meglio accettare<br />

una vita dura ma sicura piuttosto che cercare <strong>di</strong> migliorare<br />

le proprie con<strong>di</strong>zioni economiche: ciò non<br />

farebbe altro che peggiorare la situazione. Nella novella<br />

sono in<strong>di</strong>cati anche alcuni valori: il focolare, la<br />

famiglia, l’unità e la solidarietà fra i membri della famiglia.<br />

Commento<br />

1. La riflessione <strong>di</strong> Verga è paradossale e senza vie<br />

d’uscita: così come è, la vita è durissima; se si cerca<br />

<strong>di</strong> uscire da questa situazione (de<strong>di</strong>candosi ad esempio<br />

al commercio), non si fa altro che peggiorare le<br />

cose e coinvolgere nella rovina anche chi non ha colpa.<br />

Questa convinzione porta l’autore ad un pessimismo<br />

assoluto, che non è illuminato nemmeno dalla<br />

speranza che le cose possano mutare. C’è sì l’ideale<br />

del focolare, ma nemmeno esso sembra fugare l’insensatezza<br />

della vita e la convinzione che era meglio<br />

non essere nati (o era meglio essere morti). Eppure, al<br />

<strong>di</strong> là <strong>di</strong> queste riflessioni pessimistiche, lo stesso Ver-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!