pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana
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non è riuscito a prevedere il suo destino vicino. I tentativi<br />
del mago non hanno successo, ma alla fine del<br />
poema Ruggiero è salvo.<br />
5. Con ironia, indulgenza, ma anche <strong>di</strong>sincantato pessimismo<br />
il poeta mostra gli uomini così come sono:<br />
molte dame e cavalieri avrebbero preferito rimanere<br />
nel castello, dove vivevano in mezzo agli agi e alle<br />
sod<strong>di</strong>sfazioni, e rinunciare alla libertà. L’ironia e<br />
l’indulgenza sono anche l’ultima spiaggia del poeta <strong>di</strong><br />
fronte alla realtà del suo tempo: la situazione politica<br />
era dominata dalle forze irrazionali della violenza e<br />
della guerra; e la vita <strong>di</strong> corte era caratterizzata dal<br />
servilismo, dall’adulazione e dall’inganno.<br />
6. L’episo<strong>di</strong>o è pieno <strong>di</strong> colpi <strong>di</strong> scena, che ne rendono<br />
più coinvolgente l’ascolto. La cosa più importante<br />
è però la tesi che sta <strong>di</strong>etro alle ottave: gli imprevisti<br />
sono la norma, le precauzioni si rivelano inutili, e ciò<br />
che si è <strong>di</strong>mostrato utile in una circostanza può rivelarsi<br />
dannoso in un’altra. Sacripante ha un colpo <strong>di</strong><br />
fortuna, è solo con Angelica in mezzo alla foresta, si<br />
prepara a violentarla, ma è sbalzato da cavallo e non<br />
ha più il coraggio <strong>di</strong> riprendere lo stupro interrotto. Il<br />
mago Atlante ama vedere qualche bel colpo <strong>di</strong> spada:<br />
una piccola debolezza senile. È abituato a vincere e<br />
<strong>di</strong>venta imprudente. Bradamante lo imprigiona. Più<br />
avanti (canto XXIII) Orlando paga a caro prezzo la<br />
sua conoscenza dell’arabo, che in molte altre occasioni<br />
gli aveva salvato la vita. L’Orlando furioso si rivela<br />
un trattato politico molto più complesso e molto<br />
più raffinato del Principe <strong>di</strong> Machiavelli.<br />
7. Ariosto è in contatto con Machiavelli, <strong>di</strong> cui me<strong>di</strong>ta<br />
ed applica il pensiero negli anni <strong>di</strong>fficili in cui è governatore<br />
in Garfagnana (1522-25). Al <strong>di</strong> là delle<br />
forme letterarie (poema da una parte, trattato politico<br />
dall’altra), i due autori affrontano gli stessi problemi e<br />
sono accomunati da un pessimismo <strong>di</strong> fondo verso la<br />
realtà e verso gli uomini, anche se nel poeta è addolcito<br />
dall’ironia e dall’indulgenza, nell’uomo politico<br />
dalla fiducia nella virtù e nell’impeto con cui si devono<br />
affrontare e superare gli ostacoli.<br />
Ruggiero nell’Isola della maga Alcina. La storia <strong>di</strong><br />
Astolfo (VI, 19-47)<br />
19. Dopo che l’ippogrifo ha percorso una grande <strong>di</strong>stanza<br />
in linea retta e senza mai piegarsi, con larghe<br />
ruote, ormai stanco <strong>di</strong> correre, incomincia a calarsi<br />
sopra un’isola [...]. 20. Non vide paese né più bello né<br />
più felice dal cielo dove aveva volato; né, se avesse<br />
cercato in tutto il mondo, avrebbe visto un paese più<br />
ameno <strong>di</strong> questo, dove, dopo aver fatto un largo giro,<br />
l’uccello <strong>di</strong>scese portando con sé Ruggiero: c’erano<br />
pianure coltivate e colli delicati, acque limpide, rive<br />
ombreggiate e prati molli. 21. Boschi meravigliosi <strong>di</strong><br />
soavi allori, <strong>di</strong> palme e <strong>di</strong> mirti profumati, cedri ed aranci<br />
che avevano frutti intrecciati in varie forme e<br />
tutte belle, facevano riparo alla calura estiva con le<br />
loro spesse chiome. Tra quei rami con voli sicuri se<br />
ne andavano cantando gli usignoli. 22. Tra le rose<br />
rosse ed i gigli bianchi, che l’aria tiepida conserva<br />
sempre freschi, si vedevano sicuri lepri e conigli. I<br />
Genesini, Appunti e <strong>versioni</strong> <strong>di</strong> Letteratura <strong>italiana</strong> 71<br />
cervi, con la fronte alta e superba, pascolavano o ruminavano,<br />
senza temere d’essere uccisi o catturati.<br />
Saltano i daini ed i capri snelli ed agili, che sono in<br />
gran numero in quei luoghi campestri. 23. Quando<br />
l’ippogrifo è così vicino a terra, che il salto è meno<br />
pericoloso, Ruggiero in fretta si lancia dalla sella, e si<br />
ritrova sul manto erboso. Tuttavia serra le re<strong>di</strong>ni in<br />
mano, perché non vuole che il destriero riprenda il<br />
volo. Poi lo lega in riva al mare ad un mirto, che sorge<br />
tra un alloro ed un pino. 24. Pone lo scudo lì vicino,<br />
dove sorgeva una fontana circondata da cedri e da<br />
palme feconde. Si toglie l’elmo dalla fronte e i guanti<br />
<strong>di</strong> ferro dalle mani. Ed ora verso il mare, ora verso il<br />
monte volge la faccia all’aria fresca e ristoratrice, che<br />
con un lieto mormorio fa tremolare le alte cime dei<br />
faggi e degli abeti. 25. Bagna le labbra asciutte<br />
nell’onda chiara e fresca, e con la mano agita l’acqua,<br />
affinché dalle vene gli esca il calore che gli ha acceso<br />
la corazza che indossava. Né c’è da meravigliarsi se<br />
essa gli dà noia, perché non aveva fatto una sfilata in<br />
un torneo, ma, senza mai fermarsi e con le armi addosso,<br />
aveva fatto <strong>di</strong> corsa tremila miglia. 26. Mentre<br />
si ristora con l’acqua, il destriero, che aveva lasciato<br />
all’ombra tra le frasche, cerca <strong>di</strong> fuggire, spaventato<br />
da qualcosa che dentro al bosco gli faceva paura. E<br />
scuote tanto violentemente il mirto, a cui è legato, che<br />
strappa numerose fronde. Scuote il mirto e strappa le<br />
foglie, ma non riesce a slegarsi da esso. 27. Come talvolta<br />
un ceppo, che abbia l’interno rado e vuoto, e che<br />
sia messo a bruciare, dopo che il calore ha consumato<br />
l’aria umida che contiene, risuona all’interno, e con<br />
strepito bolle tanto, che l’umore infuocato trova la via<br />
per uscire; così mormora, stride e si lamenta quel mirto<br />
offeso, e alla fine spezza la corteccia. 28. Con il<br />
suono mesto e flebile uscì un <strong>di</strong>scorso sciolto e chiaro,<br />
che <strong>di</strong>ce: “Se tu sei cortese e pietoso come <strong>di</strong>mostri<br />
dal bell’aspetto, leva questo animale dal mio alloro.<br />
La mia sventura mi flagella abbastanza, e non c’è<br />
bisogno che un’altra pena, un altro dolore venga a<br />
tormentarmi da fuori”. 29. Al primo suono <strong>di</strong> quella<br />
voce Ruggiero volge il viso e si alza subito. E, poiché<br />
si accorge che usciva dall’alloro, resta stupefatto più<br />
<strong>di</strong> quanto non sia mai stato. Subito corre a levare il<br />
destriero, e con le guance rosse dalla vergogna <strong>di</strong>ce:<br />
“Chiunque tu sia, o spirito umano, o dea dei boschi,<br />
perdonami! 30. Il non aver saputo che sotto le ruvide<br />
scorze si nascondeva uno spirito umano mi ha spinto<br />
a danneggiare le tue fronde e a ingiuriare il mirto in<br />
cui vivi. Ma non trattenerti, per questo, <strong>di</strong> <strong>di</strong>rmi chi<br />
sei tu, che con la voce e con l’anima razionale vivi<br />
dentro un corpo orrido ed irto. Ti auguro che il cielo<br />
tenga la gran<strong>di</strong>ne sempre lontana da te! 31. E, se ora o<br />
mai potrò riparare questa offesa con qualche beneficio,<br />
ti prometto, in nome <strong>di</strong> quella donna (=Bradamante)<br />
che tiene la miglior parte <strong>di</strong> me, che io farò,<br />
con le parole e con le azioni, che tu abbia un buon<br />
motivo per lodarti <strong>di</strong> me”. Come Ruggiero smette <strong>di</strong><br />
parlare, il mirto trema dalla cima al piede del tronco.<br />
32. Poi si mette a sudare sulla corteccia, come tronco<br />
appena trascinato fuori del bosco, che sente venire la<br />
forza del fuoco, poiché ogni riparo è risultato inutile.