pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana
pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana
pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Commento<br />
1. Leopar<strong>di</strong> canta la giovinezza, la bellezza e le speranze<br />
nel futuro <strong>di</strong> Silvia. Scopre però con angoscia<br />
che la natura fa promesse <strong>di</strong> felicità, che poi non<br />
mantiene. Così Silvia muore ancor prima <strong>di</strong> conoscere<br />
la giovinezza e l’amore. Ed il poeta scopre che anche<br />
il suo destino è segnato dal dolore: non ha potuto vivere<br />
la sua giovinezza e la morte della ragazza in<strong>di</strong>ca<br />
la caduta <strong>di</strong> ogni speranza e un futuro <strong>di</strong> morte.<br />
2. L’i<strong>di</strong>llio è incentrato sulla memoria: il poeta ricorda<br />
Silvia, la sua bellezza, i suoi canti, l’interruzione<br />
dei suoi stu<strong>di</strong> per ascoltare la ragazza, le speranze che<br />
ambedue riponevano nel futuro. Egli <strong>di</strong>aloga con se<br />
stesso e con la sua memoria, come aveva fatto ne<br />
L’infinito e Alla luna. Il <strong>di</strong>alogo è angoscioso, ma nello<br />
stesso tempo è anche temperato dalla riflessione: il<br />
poeta non abbandona mai un equilibrio e un controllo<br />
classico sui suoi sentimenti, sia <strong>di</strong> gioia sia <strong>di</strong> dolore.<br />
3. L’i<strong>di</strong>llio unifica <strong>di</strong>versi motivi: l’amore, la giovinezza,<br />
le speranze, la felicità; ed anche il dolore,<br />
l’infelicità, la delusione, la morte, la Natura madre e<br />
matrigna. Essi saranno ripresi e sviluppati negli i<strong>di</strong>lli<br />
successivi.<br />
4. Il tema della giovinezza e dell’amore ha numerosi<br />
precedenti letterari: a) la canzone I’ mi trovai, fanciulle,<br />
un bel mattino <strong>di</strong> Agnolo Poliziano (1454-1494);<br />
b) la Canzona <strong>di</strong> Bacco e Arianna (1492) <strong>di</strong> Lorenzo<br />
de’ Me<strong>di</strong>ci (1449-1492); c) la “favola boschereccia”<br />
Aminta (1573) e l’episo<strong>di</strong>o del pappagallo filosofo<br />
che invita a cogliere il fiore della giovinezza nella<br />
Gerusalemme liberata (XVI, 9-19) <strong>di</strong> Torquato Tasso<br />
(1544-1595).<br />
5. Leopar<strong>di</strong> non vede nella morte la possibilità <strong>di</strong> una<br />
“corrispondenza d’amorosi sensi” e nelle tombe dei<br />
gran<strong>di</strong> uno stimolo a compiere gran<strong>di</strong>ose imprese,<br />
come invece faceva Foscolo. Per lui la morte è la totale<br />
e irreparabile negazione della vita. Insomma è meglio<br />
non morire, è meglio vivere, anche se la vita è<br />
dolore. Ci sono però la speranza (verso il futuro) e i<br />
ricor<strong>di</strong> (verso il passato), che allietano la vita.<br />
Il passero solitario (1829)<br />
1. Dalla cima dell’antico campanile, o passero solitario,<br />
canti rivolto verso la campagna, finché non muore<br />
il giorno. E l’armonia [del tuo canto] si <strong>di</strong>ffonde per<br />
tutta la valle. La primavera brilla dappertutto nell’aria<br />
ed esulta per i campi, così che a guardarla il cuore si<br />
intenerisce. Si odono le greggi belare, gli armenti<br />
muggire. Gli altri uccelli, felici, a gara insieme per il<br />
cielo libero fanno mille voli, anche se festeggiano il<br />
tempo più bello della loro vita. Tu non hai compagni,<br />
non fai voli, non cerchi l’allegria, eviti i <strong>di</strong>vertimenti.<br />
Canti, e così passi il più bel tempo dell’anno e della<br />
tua vita.<br />
2. Ohimè, quanto il mio modo <strong>di</strong> vivere assomiglia al<br />
tuo! Divertimento e risate, dolci compagni della giovinezza,<br />
e te, o amore, fratello della giovinezza, rimpianto<br />
doloroso della maturità, io non curo, non so per<br />
quale motivo. Anzi da loro quasi fuggo lontano. Quasi<br />
solitario ed estraneo al mio paese natale, passo la<br />
Genesini, Appunti e <strong>versioni</strong> <strong>di</strong> Letteratura <strong>italiana</strong> 135<br />
primavera della mia vita. Questo giorno, che ormai<br />
cede [il posto] alla sera, è usanza festeggiare nel nostro<br />
paese. Si ode per il cielo sereno un suono <strong>di</strong> campana,<br />
si ode spesso un tuonare <strong>di</strong> fucili, che risuona in<br />
lontananza da una borgata all’altra. Tutta vestita a festa,<br />
la gioventù del luogo esce <strong>di</strong> casa e si spande per<br />
le strade, ammira ed è ammirata, ed in cuore si rallegra.<br />
Io, uscendo da solo verso la campagna in questa<br />
zona appartata, rimando al futuro ogni <strong>di</strong>vertimento<br />
ed ogni gioco. Ed intanto lo sguardo, <strong>di</strong>steso nell’aria<br />
luminosa, mi è colpito dal sole, che tra i monti lontani,<br />
dopo il giorno sereno, cadendo scompare, e pare<br />
che <strong>di</strong>ca che anche la fortunata giovinezza è destinata<br />
a finire.<br />
3. Tu, o uccellino solitario, giunto alla fine della vita<br />
che il destino ti concederà, certamente non ti addolorerai<br />
per il tuo modo <strong>di</strong> vivere, perché ogni vostro<br />
comportamento è prodotto dalla natura. A me, se non<br />
otterrò <strong>di</strong> evitare l’o<strong>di</strong>osa soglia della vecchiaia<br />
(quando questi miei occhi non <strong>di</strong>ranno più nulla al<br />
cuore altrui, e ad essi il mondo apparirà vuoto e il futuro<br />
sarà più noioso e angoscioso del presente), che<br />
cosa sembrerà tale scelta? Come appariranno questi<br />
miei anni? Che cosa penserò <strong>di</strong> me stesso? Ahi, mi<br />
pentirò [<strong>di</strong> essere vissuto da solo], e spesso, ma inutilmente,<br />
mi volgerò in<strong>di</strong>etro.<br />
Riassunto. 1. Dall’antico campanile il passero solitario<br />
canta verso la campagna fino sera, e la dolcezza<br />
del suo canto si <strong>di</strong>ffonde per tutta la valle. È primavera:<br />
gli altri uccelli volano insieme nel cielo, e festeggiano<br />
il più bel tempo dell’anno e della vita. Il passero<br />
invece vive in <strong>di</strong>sparte e guarda: non cerca compagni<br />
né sod<strong>di</strong>sfazioni, contento <strong>di</strong> passare il suo tempo<br />
a cantare. 2. La vita del poeta assomiglia alla vita del<br />
passero: non si preoccupa (e non sa perché) né dei <strong>di</strong>vertimenti<br />
né dell’amore, il compagno inseparabile<br />
della giovinezza. E passa la sua giovinezza come se<br />
fosse uno straniero nel luogo in cui è nato. Nel suo<br />
paese è consuetu<strong>di</strong>ne festeggiare il giorno prefestivo:<br />
i giovani si riversano nelle strade, vestiti a festa; ammirano<br />
e si fanno ammirare; e sono felici. Il poeta invece<br />
si rifugia da solo tra i campi e rimanda al futuro<br />
il momento dei piaceri e del gioco. Intanto il sole, tramontando,<br />
sembra <strong>di</strong>re che la giovinezza è destinata a<br />
passare. 3. L’uccellino però, giunto alla fine della vita,<br />
non proverà rincrescimento per la sua vita solitaria,<br />
perché questa è la sua natura. Il poeta, se non riuscirà<br />
ad evitare la vecchiaia, che cosa penserà della sua<br />
scelta? Si pentirà, e inutilmente si volgerà in<strong>di</strong>etro.<br />
Commento<br />
1. Il poeta continua ad essere affascinato dal paesaggio,<br />
tanto che paragona la sua vita solitaria a quella <strong>di</strong><br />
un uccellino. La gioia è nel paesaggio, nel sole che<br />
tramonta e che sembra salutare la giovinezza che se<br />
ne va, nella gioventù del paese, tutta vestita a festa,<br />
che cerca l’amore. La tristezza è soltanto dentro <strong>di</strong> lui,<br />
che non frequenta i coetanei, non cerca l’amore, cerca<br />
la solitu<strong>di</strong>ne e rimanda al futuro il momento del contatto<br />
e del rapporto con gli altri. Anche qui la rifles-