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pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana

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per coloro che sono morti perché non soffrono più; e<br />

fortunati coloro che non sono nati, perché evitano una<br />

vita fatta soltanto <strong>di</strong> sofferenze.<br />

5. Le risposte che Leopar<strong>di</strong> propone dei problemi filosofici<br />

si inseriscono nella filosofia atea e materialistica<br />

del Settecento, che si può riassumere nella tesi <strong>di</strong><br />

Antoine-Laurent Lavoisier (1743-1794), l’iniziatore<br />

della chimica moderna, secondo cui “nulla si crea,<br />

nulla si <strong>di</strong>strugge, ma tutto si trasforma”.<br />

6. La problematica sull’uomo e sulla natura, che il<br />

poeta affronta, è ancora quella <strong>di</strong> una società preindustriale,<br />

in cui l’uomo è costantemente in balìa delle<br />

forze della natura. La rivoluzione industriale inglese<br />

(1770), che rovescia i rapporti <strong>di</strong> forza tra uomo e natura,<br />

farà sentire il suo impatto in Italia soltanto a metà<br />

Novecento.<br />

7. La natura viene riscoperta a partire dal Quattrocento.<br />

L’Umanesimo ne mette in luce la bellezza sensuale<br />

e la struttura or<strong>di</strong>nata me<strong>di</strong>ante la prospettiva. Ariosto<br />

ne coglie il carattere rigoglioso e la fa <strong>di</strong>ventare il teatro<br />

delle avventure delle sue dame e dei suoi cavalieri.<br />

Tasso la considera il luogo <strong>di</strong> una felicità perduta<br />

(l’età dell’oro), ma anche il luogo che con le sue seduzioni<br />

pagane affascina e tenta l’uomo. Galilei ne<br />

coglie l’estrema ed impreve<strong>di</strong>bile ricchezza, e ne in<strong>di</strong>ca<br />

la struttura matematica, che l’uomo può conoscere.<br />

Gli arca<strong>di</strong> si rifugiano in essa, per alleviare i loro<br />

affanni amorosi. Leopar<strong>di</strong> ne sottolinea la straor<strong>di</strong>naria<br />

bellezza, ma anche l’insi<strong>di</strong>a che contiene: il dolore.<br />

Nell’Ottocento – dal Romanticismo al Verismo al<br />

Decadentismo – appariranno altre immagini della natura.<br />

Parallelamente anche gli artisti scoprono, dal<br />

Quattrocento in poi, i molteplici aspetti in cui la natura<br />

si presenta ai loro occhi. Ogni autore ed ogni movimento<br />

quin<strong>di</strong> la interpreta e la presenta in modo <strong>di</strong>verso<br />

e con una sensibilità <strong>di</strong>versa.<br />

8. Dai Piccoli i<strong>di</strong>lli alle Operette morali, ai Gran<strong>di</strong><br />

i<strong>di</strong>lli rimane immutato l’atteggiamento riflessivo e<br />

contemplativo dell’autore verso i problemi e verso la<br />

realtà. I momenti <strong>di</strong> maggiore estroversione sono i<br />

<strong>di</strong>aloghi immaginari dell’islandese con la Natura o del<br />

pastore con la luna. Il suo approccio me<strong>di</strong>tativo alla<br />

realtà è ben <strong>di</strong>verso da quello romantico-passionale <strong>di</strong><br />

Foscolo e da quello intellettualmente e politicamente<br />

aggressivo <strong>di</strong> Manzoni, che proietta la sua fede militante<br />

sulla realtà.<br />

9. La visione pessimistica della vita <strong>di</strong> Leopar<strong>di</strong> può<br />

essere opportunamente paragonata con quella <strong>di</strong> Foscolo<br />

e <strong>di</strong> Manzoni, e anche con quella posteriore <strong>di</strong><br />

Verga. La stessa cosa si può fare con il tema del dolore<br />

e della morte, e con il tema del rapporto tra l’uomo<br />

e la natura.<br />

Genesini, Appunti e <strong>versioni</strong> <strong>di</strong> Letteratura <strong>italiana</strong> 141<br />

ALESSANDRO MANZONI (1785-1873)<br />

La vita. Alessandro Manzoni nasce a Milano nel 1785<br />

da Giulia Beccaria e dal conte Pietro Manzoni. Ha la<br />

sua prima formazione letteraria e politica a Milano,<br />

dove frequenta Ugo Foscolo, Vincenzo Monti e i patrioti<br />

napoletani, in particolare Vincenzo Cuoco e<br />

Francesco Lomonaco. Nel 1805 si trasferisce a Parigi,<br />

per raggiungere la madre, che dal 1795 viveva con<br />

Carlo Imbonati. Qui conosce un gruppo <strong>di</strong> intellettuali,<br />

chiamati “ideologi”, tra i quali Fauriel, Destutt de<br />

Tracy, Cabanis, che erano emarginati dalla politica <strong>di</strong><br />

Napoleone. Nel 1808 a Milano sposa Enrichetta<br />

Blondel, una borghese <strong>di</strong> fede calvinista. Poi si stabilisce<br />

a Parigi. Nel 1810 la moglie si converte al cattolicesimo.<br />

Poco dopo anche Manzoni si converte. Lo<br />

stesso anno ritorna a Milano, dove rimane per il resto<br />

della vita. La conversione con<strong>di</strong>ziona ra<strong>di</strong>calmente la<br />

produzione letteraria e politica degli anni successivi.<br />

Scrive cinque Inni sacri, per celebrare le maggiori festività<br />

liturgiche: La Resurrezione, Il nome <strong>di</strong> Maria,<br />

Il Natale, La Passione (1812-15) e La Pentecoste<br />

(1817 –22). Negli anni successivi scrive due trage<strong>di</strong>e:<br />

Il conte <strong>di</strong> Carmagnola (1816-20) e l’Adelchi (1819-<br />

21), e due o<strong>di</strong>: Marzo 1821 (1821, pubblicata nel<br />

1848), in occasione dei moti piemontesi del 1821, e<br />

Cinque maggio (1821), in occasione della morte <strong>di</strong><br />

Napoleone Bonaparte. Nel 1821 inizia il romanzo storico<br />

Fermo e Lucia, che pubblica nel 1823, poi nel<br />

1827 con il titolo Gli sposi promessi, infine a <strong>di</strong>spense<br />

nel 1840-42 con il titolo definitivo I promessi sposi.<br />

Nel 1819-20 si reca a Parigi, dove Fauriel lo mette<br />

in contatto con nuove prospettive culturali, in particolare<br />

con quella degli storici liberali, tra cui Guizot,<br />

Cousin e Thiery, che stavano esplorando la storia e il<br />

ruolo del Terzo Stato. Nel 1827 si reca a Firenze, per<br />

“sciacquare i panni in Arno”. Qui conosce Giovan<br />

Pietro Viesseux, Gino Capponi, Pietro Giordani e<br />

Giacomo Leopar<strong>di</strong>. Dopo il 1827 cessa la stagione<br />

creativa: ci sono solo i frammenti <strong>di</strong> due Inni sacri, Il<br />

Natale del 1833 (1835) e Ognissanti (1847). La vita<br />

dello scrittore è caratterizzata da numerosi lutti familiari.<br />

Nel 1860 è nominato senatore del nuovo Regno<br />

d’Italia. Nel 1872 accetta la citta<strong>di</strong>nanza onoraria <strong>di</strong><br />

Roma. Carico <strong>di</strong> onori e <strong>di</strong> riconoscimenti, muore nel<br />

1873.<br />

Le opere. Manzoni scrive cinque Inni sacri dei 12<br />

previsti per celebrare le maggiori festività liturgiche:<br />

La Resurrezione, Il nome <strong>di</strong> Maria, Il Natale, La Passione<br />

(1812-16) e La Pentecoste (1817-22); due trage<strong>di</strong>e:<br />

Il conte <strong>di</strong> Carmagnola (1816-20) e l’Adelchi<br />

(1819-21); due o<strong>di</strong>: Marzo 1821 (1821, pubblicata nel<br />

1848), in occasione dei moti piemontesi del 1821, e<br />

Cinque maggio (1821), in occasione della morte <strong>di</strong><br />

Napoleone Bonaparte. Scrive anche le Osservazioni<br />

sulla morale cattolica (1819, rivista ed accresciuta tra<br />

il 1850 e il 1854), per confutare la tesi dello storico<br />

svizzero Sismonde de Sismon<strong>di</strong>, che accusava il lassismo<br />

della Chiesa post-tridentina <strong>di</strong> essere una delle

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