pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana
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PAOLO ROLLI (1687-1765)<br />
La vita. Paolo Rolli nasce a Roma nel 1687. Con Metastasio<br />
è allievo <strong>di</strong> Gravina e segue il maestro, quando<br />
questi abbandona l’Arca<strong>di</strong>a per fondare<br />
l’Accademia dei Quiriti. Nel 1715 accetta l’invito <strong>di</strong><br />
un gentiluomo inglese e si trasferisce in Inghilterra,<br />
dove rimane fino al 1744. Qui fa conoscere la <strong>letteratura</strong><br />
latina e <strong>italiana</strong>, traducendo il Decameron <strong>di</strong><br />
Boccaccio (1725) e numerose opere <strong>di</strong> Ariosto. A<br />
Londra pubblica le Rime (1717), quin<strong>di</strong> due volumi <strong>di</strong><br />
Canzonette e cantate (1727, 1753). Scrive anche numerosi<br />
melodrammi. La sua poesia recupera un equilibrio<br />
e una eleganza classicheggianti attraverso<br />
l’insegnamento <strong>di</strong> Gravina, e si propone <strong>di</strong> <strong>di</strong>lettare<br />
con le sue belle favole, con la grazia, la simmetria e<br />
l’or<strong>di</strong>ne dello stile. Muore a To<strong>di</strong> nel 1765.<br />
Solitario bosco ombroso (1727)<br />
1. O solitario bosco ombroso, a te viene il mio cuore<br />
trafitto, per trovare qualche riposo tra i silenzi in mezzo<br />
alla tua ombra fresca;<br />
2. Ogni oggetto che piace agli altri, per me non è più<br />
lieto: ho perduto la mia pace ed io stesso provo o<strong>di</strong>o<br />
verso <strong>di</strong> me.<br />
3. La mia donna, il mio bel fuoco, <strong>di</strong>te, o piante, è<br />
forse venuto qui? Ahi!, la cerco in ogni luogo, eppure<br />
so che ella se n’è andata da me.<br />
4. Quante volte, o fronde gra<strong>di</strong>te, la vostra ombra ci<br />
coprì: quelle ore così felici come sono fuggite via rapidamente!<br />
5. Dite almeno, o amiche fronde, se rivedrò il mio bene;<br />
ah!, che l’eco mi risponde, e mi pare che <strong>di</strong>ca <strong>di</strong><br />
no.<br />
6. Sento un dolce mormorio; forse sarà un sospiro: un<br />
sospiro del mio idolo, che mi <strong>di</strong>ce: “Tornerà”.<br />
7. Ah!, è il suono del ruscello che frange tra quei sassi<br />
la sua acqua fresca; e non mormora, ma piange perché<br />
ha compassione del mio dolore.<br />
8. Ma se torna, il suo ritorno, oh Dei!, sarà inutile e<br />
tar<strong>di</strong>vo; perché il suo dolce sguardo si poserà pietosamente<br />
sulla mia cenere.<br />
Riassunto. Il poeta si rifugia nel bosco per trovar pace:<br />
la sua donna lo ha lasciato. Egli ricorda gli incontri<br />
felici con lei, ma quelle ore sono passate rapidamente.<br />
E chiede alle fronde se la rivedrà. L’eco sembra<br />
rispondere <strong>di</strong> no. Il mormorio del ruscello sembra<br />
invece rispondere che tornerà. Ma se ritorna, il suo<br />
ritorno sarà inutile, perché il suo sguardo si poserà<br />
sulla sua tomba.<br />
Commento<br />
1. Il tema della partenza è un tópos della lirica arca<strong>di</strong>ca.<br />
L’abilità del poeta consisteva nel costruire nuove<br />
variazioni, senza mo<strong>di</strong>ficare né approfon<strong>di</strong>re la situazione<br />
sentimentale.<br />
2. L’ode ha uno schema metrico elementare, la rima è<br />
abab, il secondo verso però ha una rima particolare,<br />
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perché è sempre tronco. La facilità e la scorrevolezza<br />
dei versi non deve ingannare: rivela nell’autore una<br />
gran<strong>di</strong>ssima abilità professionale e una altrettanto<br />
grande conoscenza della lingua.<br />
3. Il testo è stato composto per essere musicato e cantato<br />
sulla scena. Qui esso esprime tutta la sua linearità<br />
e la sua musicalità. La sola lettura lo fa apparire inconsistente<br />
e superficiale.<br />
4. Il motivo del poeta che muore e della donna che lo<br />
cerca e ne scopre la tomba appartiene alla tra<strong>di</strong>zione<br />
letteraria. Si trova già in Chiare, fresche e dolci acque<br />
<strong>di</strong> Petrarca e nell’episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Erminia tra i pastori<br />
della Gerusalemme liberata (VII, 1-22) <strong>di</strong> Tasso. Il<br />
contesto poetico è però completamente <strong>di</strong>verse: in Petrarca<br />
si inserisce nel <strong>di</strong>ssi<strong>di</strong>o interiore tra amore sacro<br />
ed amore profano; in Tasso il tema è rovesciato (è<br />
la donna che immagina <strong>di</strong> essere morta) e si inserisce<br />
in un contesto <strong>di</strong> forte passionalità e <strong>di</strong> dramma amoroso.