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pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana

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gnendo al primo chiarore, che si è acceso ad oriente.<br />

Tancre<strong>di</strong> vede il sangue del suo nemico sparso in<br />

maggiore quantità e non si vede altrettanto ferito. Ne<br />

gode ed insuperbisce. Oh nostra folle ragione, che un<br />

po’ <strong>di</strong> fortuna rende presuntuosa! 59. O misero, <strong>di</strong> che<br />

go<strong>di</strong>? Oh, quanto mesto sarà il tuo trionfo e quanto<br />

infelice il tuo vanto! I tuoi occhi pagheranno (se resti<br />

vivo) un mare <strong>di</strong> pianto per ogni goccia <strong>di</strong> quel sangue!<br />

Così, tacendo e guardando, i due guerrieri sanguinanti<br />

cessano per un po’ <strong>di</strong> combattere. Alla fine<br />

Tancre<strong>di</strong> ruppe il silenzio e <strong>di</strong>sse all’altro <strong>di</strong> scoprirgli<br />

il suo nome: 60. “È proprio una sventura per noi, che<br />

qui impieghiamo un valore così grande, se poi il silenzio<br />

lo copre. Ma, poiché un destino avverso ci nega<br />

lode e testimoni degni dell’impresa, ti prego (se in<br />

guerra sono possibili le preghiere) <strong>di</strong> scoprirmi il tuo<br />

nome e la tua posizione, affinché io sappia, vinto o<br />

vincitore, chi abbia onorato la mia morte o la mia vittoria.”<br />

61. La donna rispose con ferocia: “Chie<strong>di</strong> invano<br />

quel che ho l’abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> non <strong>di</strong>re. Ma chiunque<br />

io sia, tu ve<strong>di</strong> davanti a te uno <strong>di</strong> quei due che ha incen<strong>di</strong>ato<br />

la gran torre”. A quelle parole Tancre<strong>di</strong> arse<br />

<strong>di</strong> sdegno e: “Inopportunamente me lo <strong>di</strong>cesti”; quin<strong>di</strong><br />

riprese: “Le tue parole ed il tuo silenzio, o barbaro<br />

scortese, ugualmente mi invitano alla vendetta”. 62.<br />

L’ira torna nei cuori e li trasporta, benché indeboliti,<br />

allo scontro. Ah, che feroce combattimento!, dove<br />

l’arte è ban<strong>di</strong>ta e la forza è morta, dove invece combatte<br />

il furore d’entrambi! Oh, che sanguinosa ed ampia<br />

ferita fanno l’una e l’altra spada, ovunque giungano,<br />

nelle armi e nelle carni! E, se la vita non esce, [è<br />

perché] lo sdegno la tiene unita al petto. 63. Come il<br />

profondo Mar Egeo (anche se cessano i venti Aquilone<br />

e Noto, che prima lo avevano interamente rovesciato<br />

e sconvolto) non perciò si placa, ma trattiene il<br />

rumore ed il movimento delle onde ancora agitate e<br />

grosse; così essi (anche se manca in loro con il sangue<br />

versato quel vigore che muove le braccia a colpire)<br />

conservano ancora il primo impeto e, spinti da quello,<br />

vanno ad aggiungere danno a danno. 64. Ma ormai è<br />

giunta l’ora fatale, che deve [consegnare] la vita <strong>di</strong><br />

Clorinda alla sua conclusione. Egli spinge nel bel seno<br />

la punta della spada, che vi si immerge e che beve<br />

con avi<strong>di</strong>tà il sangue; e riempie con un caldo fiume<br />

[<strong>di</strong> sangue] la veste, la quale, trapunta <strong>di</strong> oro lavorato,<br />

stringeva teneramente e lievemente le mammelle. Ella<br />

ormai si sente morire, e il piede le manca, privo <strong>di</strong><br />

forza e vacillante. 65. Egli consegue la vittoria e, minaccioso,<br />

incalza e preme la vergine ferita a morte.<br />

Ella, mentre cadeva, con voce afflitta <strong>di</strong>sse le ultime<br />

parole, parole che a lei un nuovo spirito detta, uno<br />

spirito <strong>di</strong> fede, <strong>di</strong> carità, <strong>di</strong> speranza; una virtù che<br />

Dio infonde in lei e, se in vita fu ribelle [alla legge <strong>di</strong>vina],<br />

in morte la vuole sua ancella. 66. “O amico, hai<br />

vinto, io ti perdono... perdona anche tu, non al corpo,<br />

che non teme nulla, ma all’anima sì. Deh!, prega per<br />

essa e dona a me il battesimo, che lavi ogni mia colpa.”<br />

In queste parole struggenti risuona un non so che<br />

<strong>di</strong> flebile e <strong>di</strong> soave, che gli scende fino al cuore, gli<br />

spegne ogni sdegno e invoglia e spinge i suoi occhi a<br />

piangere. 67. Poco lontano <strong>di</strong> lì, in una piega del mon-<br />

94<br />

te, scorreva mormorando un piccolo ruscello. Egli vi<br />

si precipitò, riempì l’elmo nella fontana e ritornò mestamente<br />

a svolgere il grande e pio ufficio. Sentì la<br />

mano tremargli, mentre sciolse e scoprì la fronte non<br />

ancora conosciuta. La vide, la riconobbe, e resto immobile,<br />

senza voce. Ahi, quale vista [angosciosa],<br />

quale [terribile] riconoscimento! 68. Non morì in quel<br />

momento, perché raccolse tutte le sue forze in quel<br />

punto e le mise intorno al cuore, e, reprimendo il suo<br />

affanno, si volse a dar con l’acqua la vita a chi uccise<br />

con la spada. Mentre pronunciò le sacre parole, ella si<br />

illuminò <strong>di</strong> gioia e sorrise e, mentre moriva felice e<br />

pronta alla nuova vita, sembrava <strong>di</strong>re: “Il cielo si apre,<br />

io vado in pace!”. 69. Ha il bianco volto cosparso <strong>di</strong><br />

un bel pallore, come se ai gigli fossero mescolate le<br />

viole; fissa gli occhi al cielo, e per la pietà il cielo ed<br />

il sole sembrano rivolti verso <strong>di</strong> lei. E, alzando la mano<br />

nuda e fredda verso il cavaliere, invece <strong>di</strong> parole<br />

gli dà un segno <strong>di</strong> pace. In questa forma passa la bella<br />

donna, e par che dorma. 70. Quando egli vede l’anima<br />

gentile uscita dal corpo, allenta quel vigore, che aveva<br />

raccolto; e lascia il controllo <strong>di</strong> sé libero al dolore<br />

(ormai <strong>di</strong>venuto impetuoso e irragionevole), che gli<br />

stringe il cuore. E, racchiusa in un piccolo spazio la<br />

vita, riempie con la morte i sensi ed il volto. Il viso<br />

langue, simile ormai all’estinto nel dolore, nel silenzio,<br />

negli atti, nel sangue.<br />

Commento<br />

1. L’episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Clorinda mostra quanto intensamente<br />

il poeta con<strong>di</strong>vida gli ideali spagnoli <strong>di</strong> fama, gloria,<br />

onore; e quanto sia esperto conoscitore dell’arte del<br />

duello: è una sfortuna – si lamenta – che i due contendenti<br />

combattano avvolti dal buio della notte; un<br />

teatro sarebbe stato il luogo più adatto in cui essi potevano<br />

mostrare le loro capacità.<br />

2. Tancre<strong>di</strong> combatte rispettando le regole della cavalleria:<br />

vedendo l’avversario a pie<strong>di</strong>, scende da cavallo.<br />

Vuole però anche sapere con chi combatte: la fama<br />

del nemico avrebbe onorato la sua morte o la sua vittoria.<br />

Egli ha la sventura <strong>di</strong> uccidere la donna che ama.<br />

Per Tasso l’amore è sempre infelice.<br />

3. Clorinda è una donna forte, audace e coraggiosa,<br />

interamente de<strong>di</strong>ta alle armi, che non pensa all’amore<br />

e che non è sconvolta dalle passioni. Con un compagno,<br />

Argante, esce <strong>di</strong> notte da Gerusalemme per compiere<br />

una impresa rischiosissima: incen<strong>di</strong>are le torri<br />

con cui i cristiani stanno attaccando la città. La sortita<br />

ha successo, il rientro in città no. Eppure sotto la corazza<br />

– va a sbirciare Tasso – indossa vesti femminilmente<br />

trapunte d’oro. Essa ha un destino tragico:<br />

essere uccisa dall’uomo che la ama. Questi però le dà<br />

la vita dell’anima, dopo averle tolto la vita del corpo.<br />

4. Qui come altrove il poeta interviene <strong>di</strong>rettamente e<br />

a più riprese, per commentare gli avvenimenti. Rimprovera<br />

il guerriero cristiano <strong>di</strong> essere contento alla<br />

vista delle ferite dell’avversario: <strong>di</strong> lì a poco la contentezza<br />

si sarebbe trasformata in lacrime <strong>di</strong> dolore.<br />

5. Il combattimento si conclude in un’atmosfera religiosa<br />

e controriformistica: Clorinda morente chiede <strong>di</strong><br />

essere battezzata. La vittoria sull’avversario è una vit-

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