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pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana

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tava personalmente la professione. A Cisti la fortuna<br />

aveva dato una con<strong>di</strong>zione umile, ma l’aveva anche<br />

fatto molto arricchire, perciò egli poteva vivere splen<strong>di</strong>damente.<br />

Era famoso per avere i migliori vini bianchi<br />

e rossi che si trovavano a Firenze o nel contado.<br />

Cisti, vedendo Geri Spina e gli ambasciatori passare<br />

ogni giorno davanti al suo forno, pensa che sarebbe<br />

stata una grande cortesia offrir loro del suo buon vino<br />

bianco. Poiché non gli sembra opportuno invitarli <strong>di</strong>rettamente<br />

a causa della sua umile con<strong>di</strong>zione, cerca il<br />

modo <strong>di</strong> spingere Geri stesso ad invitarsi. Perciò ogni<br />

mattina, quando Geri Spina passa, si fa trovare<br />

sull’uscio ad assaporare con gusto un bicchiere del<br />

suo vino. Dopo averlo visto due o tre mattine, Geri<br />

chiede a Cisti se il vino è buono. Cisti risponde <strong>di</strong> sì,<br />

ma soltanto assaggiandolo si poteva capire quanto lo<br />

era. Allora Geri e, con lui, gli ambasciatori accettano<br />

<strong>di</strong> assaggiare il vino. Così ogni mattina, prima <strong>di</strong> andare<br />

a trattare i loro affari, Geri Spina e gli ambasciatori<br />

si fermano da Cisti a bere un bicchiere <strong>di</strong> vino.<br />

Finite le trattative, Geri Spina dà una festa, ed invita<br />

anche Cisti. Cisti però non accetta l’invito per nessun<br />

motivo. Allora Geri invia da Cisti un servo a prendere<br />

un fiasco <strong>di</strong> vino. Il servo, forse in<strong>di</strong>spettito per non<br />

aver mai potuto assaggiare quel vino, va da Cisti, portando<br />

un gran fiasco. Quando lo vede, Cisti gli <strong>di</strong>ce<br />

che il suo padrone non lo manda da lui. Il servo allora<br />

torna da Geri, che lo rimanda da Cisti: se Cisti gli dà<br />

la stessa risposta, deve chiedergli da chi lo manda. Cisti<br />

risponde ancora che il suo padrone non lo manda<br />

da lui. Il servo allora gli chiede da chi lo manda. Cisti<br />

gli risponde che lo manda ad Arno. Allora Geri, insospettito,<br />

chiede al servo <strong>di</strong> mostrargli il fiasco. Vedendolo,<br />

Geri rimprovera il servo e lo rimanda da Cisti<br />

con un fiasco più piccolo. Cisti glielo riempie volentieri.<br />

Quin<strong>di</strong> fa riempire una botticella dello stesso<br />

vino e la porta personalmente a Geri, <strong>di</strong>cendogli che<br />

non aveva avuto paura del gran fiasco, ma che, come<br />

in tutti quei giorni gli aveva <strong>di</strong>mostrato bevendo piccoli<br />

orcioletti, quel vino non era vino per servi. Egli<br />

quel giorno glielo aveva voluto ricordare. Ora glielo<br />

regala tutto. Geri gra<strong>di</strong>sce moltissimo il dono, ringrazia<br />

Cisti nel modo dovuto, e da quel momento lo tiene<br />

in grande considerazione e lo ha per amico.<br />

Commento<br />

1. Per Boccaccio esistono i nobili <strong>di</strong> antica data, che<br />

sono la classe principale della società, e, vicino ad essi,<br />

coloro che sono usciti dal popolo <strong>di</strong>ventando ricchi.<br />

Insomma esiste Geri Spina da una parte, Cisti fornaio<br />

dall’altra. Le due classi sono chiuse e non permettono<br />

a chi appartiene alla classe inferiore <strong>di</strong> passare<br />

alla classe superiore. Oltre ad esse c’è il clero (alto<br />

e basso) ed il popolo minuto dei servi.<br />

2. I personaggi sono, come al solito, pochi e ben delineati:<br />

Geri Spina, Cisti fornaio, il servo sfrontato, gli<br />

ambasciatori. Come per altre novelle Boccaccio inizia<br />

parlando <strong>di</strong> un nobile, anche se questi non è il personaggio<br />

principale. Gli ambasciatori sono silenziosi e<br />

fanno da sfondo. Con la loro presenza però nobilitano<br />

l’atmosfera.<br />

Genesini, Appunti e <strong>versioni</strong> <strong>di</strong> Letteratura <strong>italiana</strong> 55<br />

3. Geri Spina è una persona importante, e non può che<br />

svolgere incarichi importanti. Il nobile accetta l’invito<br />

<strong>di</strong> bere un bicchiere <strong>di</strong> vino che gli viene dal ricco<br />

borghese. E, a tempo debito, cerca <strong>di</strong> sdebitarsi invitando<br />

Cisti al pranzo con gli ambasciatori. Cisti però<br />

rifiuta l’invito: vuole rimanere al suo posto nella gerarchia<br />

sociale. Geri pensa <strong>di</strong> concludere degnamente<br />

il pranzo <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>o con un bicchiere del buon vino <strong>di</strong><br />

Cisti, e manda un servo. Egli però viene meno alla sua<br />

classe e alla sua educazione (cioè alla cortesia che deve<br />

improntare ogni azione della classe nobile), quando<br />

non controlla il comportamento del servo. E <strong>di</strong> tale<br />

comportamento egli è e si sente responsabile. Ugualmente<br />

Cisti lo sente responsabile. Così il servo si presenta<br />

da Cisti con un fiasco spropositato Cisti non può<br />

non rimproverare il servo e quin<strong>di</strong>, attraverso il servo,<br />

il padrone. Geri non è stupido ed è all’altezza della<br />

sua classe: non pensa che Cisti si rifiuti <strong>di</strong> dargli il vino,<br />

indaga, e scopre il comportamento scortese del<br />

servo. Lo rimprovera e corre ai ripari, facendogli<br />

prendere una bottiglia <strong>di</strong> grandezza conveniente. Il<br />

nobile non può che ammirare il comportamento cortese<br />

del fornaio, e a questo punto va oltre il comportamento<br />

tenuto fino a quel momento. Ringrazia Cisti<br />

nel modo dovuto, lo tiene in grande considerazione e<br />

lo ha per amico. Ben inteso è il nobile che prende<br />

l’iniziativa <strong>di</strong> rompere le barriere <strong>di</strong> classe, non il fornaio.<br />

Cisti non ci avrebbe nemmeno pensato né lo avrebbe<br />

nemmeno voluto. Indubbiamente con citta<strong>di</strong>ni<br />

come Cisti quanti conflitti sociali si potevano evitare!<br />

4. Cisti cerca un sotterfugio per superare la barriera <strong>di</strong><br />

classe che lo <strong>di</strong>vide dalla nobiltà. A suo avviso la <strong>di</strong>versa<br />

con<strong>di</strong>zione sociale non gli permetteva <strong>di</strong> rivolgersi<br />

<strong>di</strong>rettamente a Geri Spina. Egli quin<strong>di</strong> rispetta e<br />

non vuole infrangere questa barriera: sta al suo posto,<br />

e come inferiore ammira colui che gli è superiore.<br />

Neanche la ricchezza che ha giustifica ai suoi occhi<br />

l’infrazione delle regole sociali. Con la strategia<br />

dell’invito a gustare un bicchiere <strong>di</strong> buon vino, il fornaio<br />

si mette in contatto ed entra nel mondo della nobiltà.<br />

Fa assaggiare alla nobiltà un po’ della sua ricchezza,<br />

e mostra il valore e le capacità della nuova<br />

classe sociale. Ma non va oltre. Il comportamento<br />

maldestro del servo gli permette <strong>di</strong> mostrare chiaramente<br />

che la nuova classe non ha soltanto ricchezza,<br />

ha anche cortesia, la stessa cortesia che caratterizza la<br />

nobiltà. Così egli dà una lezione <strong>di</strong> buon comportamento<br />

al nobile proprio nell’ambito che deve caratterizzare<br />

la nobiltà: la cortesia. Tuttavia non <strong>di</strong>venta arrogante<br />

né presuntuoso, perché fa a gara con il nobile<br />

in quanto a cortesia: riempie la bottiglia al servo e subito<br />

dopo porta personalmente una botticella <strong>di</strong> vino.<br />

Oltre che cortese egli si <strong>di</strong>mostra quin<strong>di</strong> anche generoso<br />

e liberale. Insomma Cisti riesce ad impersonare il<br />

modello tra<strong>di</strong>zionale <strong>di</strong> generosità e <strong>di</strong> liberalità molto<br />

meglio <strong>di</strong> Geri, che fin dalla nascita era stato educato<br />

ad impersonare questo modello. La cortesia e la nobiltà<br />

d’animo <strong>di</strong> Cisti rompono le barriere <strong>di</strong> classe e i<br />

due, pur nelle rispettive posizioni sociali, <strong>di</strong>ventano<br />

amici. Per Cisti la nobiltà è la classe sociale più elevata<br />

e costituisce per tutte le altre classi il punto <strong>di</strong> rife-

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