pietro genesini appunti e versioni di letteratura italiana
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nosce questa sua passione amorosa (e questo fatto è<br />
ancora più incre<strong>di</strong>bile del primo). Ma egli ritiene che<br />
tutto il mondo giri intorno a lui, al suo amore e al suo<br />
<strong>di</strong>ssi<strong>di</strong>o interiore.<br />
4. In questo sonetto non viene citata Laura, ma il <strong>di</strong>o<br />
Amore: l’amore esiste soltanto dentro l’animo del poeta,<br />
che in proposito strumentalizza anche Laura: la<br />
donna esiste in quanto egli la pensa e la ricorda.<br />
Benedetto sia ‘l giorno e ‘l mese e l’anno (LXI)<br />
Benedetto sia il giorno, il mese, l’anno, La stagione, il<br />
tempo, l’ora, il momento, Il bel paese e il luogo dove<br />
io fui raggiunto Dai due begli occhi [<strong>di</strong> Laura], che mi<br />
legarono;<br />
E benedetto sia il mio primo dolce affanno, Che io<br />
ebbi congiungendomi con il <strong>di</strong>o Amore; L’arco, le<br />
frecce che mi colpirono, E le ferite che giunsero fino<br />
al cuore.<br />
Benedette siano le parole che io ho sparso Chiamando<br />
il nome della donna, I sospiri, le lacrime e il mio desiderio<br />
interiore;<br />
E benedetti siano tutti gli scritti (Con cui io le procuro<br />
fama) e il pensiero, Che pensa solo a lei e nel quale<br />
non c’è posto per nessun’altra donna.<br />
Riassunto. Il poeta bene<strong>di</strong>ce tutto ciò che riguarda il<br />
suo incontro con Laura (l’anno, il mese, il giorno e<br />
l’ora in cui l’ha incontrata), quin<strong>di</strong> conclude <strong>di</strong>cendo<br />
che pensa soltanto a lei e che nel suo cuore non c’è<br />
posto per nessun’altra.<br />
Commento<br />
1. Il poeta esalta il momento in cui ha visto e si è innamorato<br />
<strong>di</strong> Laura. L’esaltazione mistica cede ora il<br />
posta all’esaltazione amorosa profana. I precedenti<br />
letterari <strong>di</strong> questa esaltazione davanti alla figura femminile<br />
si possono rintracciare in Lo viso mi fa andare<br />
alegramente <strong>di</strong> Giacomo da Lentini o in Gioiosamente<br />
canto <strong>di</strong> Guido delle Colonne, ambedue della<br />
Scuola siciliana.<br />
2. Questo amore è fatto nello stesso tempo <strong>di</strong> gioia e<br />
<strong>di</strong> affanni. Anche qui Petrarca recupera la tra<strong>di</strong>zione<br />
letteraria: la concezione drammatica dell’amore come<br />
tormento <strong>di</strong> Andrea, cappellano del re <strong>di</strong> Francia (seconda<br />
metà del sec. XII).<br />
3. L’amore continua ad essere psicologico ed interiore,<br />
sacro e profano: il poeta esamina se stesso e le sue<br />
reazioni psicologiche davanti al fatto <strong>di</strong> essere innamorato.<br />
4. Il poeta ricorre alla figura retorica dell’anafora (o<br />
ripetizione) (“Che sia benedetto...”), per esprimere in<br />
modo letterariamente efficace, quasi tangibile, la sua<br />
estasi.<br />
5. Anche in questo sonetto il poeta parla con se stesso:<br />
in nessun componimento <strong>di</strong>aloga con Laura, nonostante<br />
che la <strong>letteratura</strong> tra<strong>di</strong>zionale fornisse numerosi<br />
esempi in proposito, dal Contrasto <strong>di</strong> Cielo<br />
d’Alcamo (prima metà del Duecento) a “Becchin’amor!”<br />
<strong>di</strong> Cecco Angiolieri (1260ca.-1312 ca.).<br />
6. L’amore <strong>di</strong> Petrarca per Laura è quin<strong>di</strong> un amore<br />
letterario, che si compiace <strong>di</strong> essere tale, che si preoc-<br />
Genesini, Appunti e <strong>versioni</strong> <strong>di</strong> Letteratura <strong>italiana</strong> 31<br />
cupa <strong>di</strong> essere intessuto <strong>di</strong> citazioni letterarie (Scuola<br />
siciliana, Dolce stil novo, Bibbia ecc.), che è sod<strong>di</strong>sfatto<br />
<strong>di</strong> rispecchiarsi in se stesso. Angiolieri voleva<br />
fare un’anti<strong>letteratura</strong>, Petrarca vuole fare una iper<strong>letteratura</strong>:<br />
la realtà viene trasformata in un’abile, raffinata<br />
e preziosa (ri)elaborazione letteraria.<br />
Padre del ciel, dopo i perduti giorni (LXXII)<br />
O Padre del cielo, dopo i giorni <strong>di</strong> per<strong>di</strong>zione, Dopo<br />
le notti consumate in pensieri vani, In compagnia <strong>di</strong><br />
quel crudele desiderio che si accese nel mio cuore,<br />
Guardando l’aspetto [<strong>di</strong> Laura] (che per mio male è<br />
così bello),<br />
Ti piaccia ormai con la luce della tua grazia che io Incominci<br />
un’altra vita ed azioni più degne, Così che il<br />
mio crudele avversario (=il demonio), Avendo teso<br />
invano le sue reti, rimanga scornato;<br />
Ora, o mio Signore, sta passando l’un<strong>di</strong>cesimo anno<br />
Da quando io fui sottoposto allo spietato giogo<br />
(=l’amore per Laura), Il quale è più crudele sopra i<br />
più deboli.<br />
Abbi pietà del mio affanno, anche se esso è indegno;<br />
Ricondùci i miei i pensieri erranti verso il cielo; Ricorda<br />
loro come oggi tu fosti crocefisso.<br />
Riassunto. Il poeta si rivolge a Dio, riconoscendo <strong>di</strong><br />
aver consumato il suo tempo in un amore terreno. Gli<br />
chiede <strong>di</strong> poter intraprendere una vita più degna con<br />
l’aiuto della sua grazia, in modo da sconfiggere il demonio.<br />
Ricorda ancora che da 11 anni è sottoposto<br />
alla schiavitù amorosa, gli chiede <strong>di</strong> aver pietà per il<br />
suo indegno affanno e <strong>di</strong> ricondurre i suoi pensieri<br />
verso il cielo.<br />
Commento<br />
1. Petrarca conduce da 11 anni questa vita oscillante<br />
fra la terra ed il cielo, fra amor sacro ed amor profano.<br />
A quanto pare la situazione non è completamente<br />
spiacevole, se egli insiste nel rimanervi irretito. E,<br />
comunque, non intende impegnarsi seriamente ad uscirne:<br />
chiede a Dio <strong>di</strong> ricondurre i suoi pensieri erranti<br />
verso il cielo, ma da parte sua non <strong>di</strong>mostra molta<br />
buona volontà a <strong>di</strong>menticare la terra.<br />
2. Il poeta ripiega sempre su se stesso. Si tratta però <strong>di</strong><br />
un atteggiamento letterario, che non ha alcun riscontro<br />
nella sua vita pratica, dove egli coglie onori e denaro.<br />
Ma anche così testimonia le tensioni reali esistenti<br />
nella cultura del tempo.<br />
3. Al <strong>di</strong> là delle scelte letterarie, Petrarca e, con lui, il<br />
Canzoniere, testimonia la frattura dell’universo <strong>di</strong> valori<br />
me<strong>di</strong>oevale: Chiesa ed Impero, vita terrena in<br />
funzione della vita ultraterrena, salvezza dell’anima e<br />
dannazione eterna, cultura religiosa e cultura laica.<br />
Boccaccio, <strong>di</strong> solo <strong>di</strong>eci anni più giovane, appartiene<br />
già ad una cultura che si è aperta ai valori terreni e li<br />
ricerca. Essa non si sente affatto in colpa per aver abbandonato<br />
i valori ultraterreni tra<strong>di</strong>zionali.